Ma esiste davvero una predisposizione agli infortuni?

Ma esiste davvero una predisposizione agli infortuni? Ma esiste davvero una predisposizione agli infortuni? Lievito di birra vivo per un benessere generale NON c'è squadra di calcio che chiuda il pomeriggio della domenica cosi integra come l'aveva cominciato. La Sportass ufficialmente nel 1959 poneva il calcio al 4° posto nella classifica della . frequenza degli infortuni e nel 1982 al 5° posto. Le lesioni più frequenti erano quelle al ginocchio, alla caviglia, alle gambe, alla testa, di tipo distorsivo e contusivo, sino alla frattura. Però la Sportass classifica e studia gli infortuni di gravità tale da richiedere cure e sospensione dal lavoro e dallo sport e, quindi, di indennizzi. Sfuggono invece le. lesioni minori, quelle che guariscono in meno di una settimana e che, secondo studi recenti, sarebbero il 62 per cento dei casi (le lesioni medie, con durata da una settimana a un mese sarebbero il 27 per cento e quelle gravi con durata oltre 11 mese ni per cento). A parte l'entità di questi. valori percentuali soggetti a variazioni anche notevoli da studio a studio, è pacifico che la traumatologia minore, almeno nel calcio, è la più frequente. Le lesioni sono contusioni Un gas m e abrasioni superficiali, distorsioni, piccoli strappi muscolari, borsiti, tendiniti con un ordine di frequenza decrescente che secondo alcuni medici sportivi coincide e secondo altri è invece un po' diverso da quello della Sportass. Ginocchio, caviglia, piede, coscia, gamba sono le sedi più colpite e su questo ordine di frequenza gli esperti sono quasi tutti d'accordo. Il problema vero di queste lesioni minori è però un altro: secondo alcune recenti segnalazioni, a una lesione leggera entro uno-due mesi è frequente ne segua una seconda, spesso ma non sempre nella stessa sede, in genere dello stesso tipo, ma più grave della prima. In pratica sono molto difficili questi studi statistici: trattandosi di lesioni lievi, l'atleta ne parla solamente con il medico di squadra e questi è giustamente più preoccupato di ottenere una rapida guarigione che di tenere una statistica molto precisa. Sul problema si sono soffermati numerosi studiosi. Si tratta di una predisposizione individuale all'infortunio? Fra le molte conget¬ olto diffuso e poco st ture, ce n'è una psicologica: la frequenza degli infortuni potrebbe corrispondere a comportamenti rischiosi dettati da un inconscio istinto di auto-punizione. E' una ipotesi tutta da dimostrare. Nel calcio non si è insistito molto su queste possibilità, anche se si è detto che negli scontri con l'avversario uscirebbe danneggiato udiato: inquietanti ris più gravemente l'assalitore dell'assalito (ma anche questo è da dimostrare). Non sembra abbiano importanza le caratteristiche antropometriche (statura, peso, costituzione somatica) mentre certamente influisce, riducendo 1 rischi, l'essere in buone condizioni generali di efficienza fisica, il che all'inizio della stagione calcistica corrisponde a come ultati di un'indagine l'atleta ha trascorso le vacanze estive. Avrebbero particolare peso le capacità di resistenza allo sforzo (l'endurance), le doti di flessibilità e 1 difetti di solidità articolare o, il che è la stessa cosa, una eventuale lassità delle formazioni — capsule e legamenti — di fissazione articolare. E qui veramente occorrerebbe far molta attenzione perché il calcio, come molti altri sport, tende a impegnare determinati distretti muscolari dalla cui forza dipendono la potenza del tiro e la velocità della corsa, mentre tutti tendono a trascurare l'agilità dell'atleta. La forza e la resistenza sono talmente ImportRnti che la scioltezza viene trascurata. D'altro lato una articolazione «tiene» bene quando il tono dei muscoli che la scavalcano è valido e proporzionato, in quanto capsula e legamenti da soli non sono né sufficienti né funzionalmente adatti a un assemblaggio dinamicamente valide. Una agilità elevata, non diclamo da danzatori o da ginnasti a corpo libero, ma quasi, significa un coordi¬ dell'Istituto Superiore namento muscolare di estrema prontezza, non da predisporre, ma spontaneo, automatico, in grado di frenare, accelerare o deviare un movimento, attenuare cadute, evitare urti, strappi e distorsioni. Cosi vengono compensati due fattori sempre in agguato: modeste, ma frequentissime alterazioni dell'architettura e meccanica del piede e dell'arto inferiore (differente lunghezza dei due arti, femore leggermente antiverso, tibia vara, rotula malallineata, piede tendenzialmente piatto o cavo) e 1 danni da sovraccarico e da usura soprattutto a livello articolare. La sorveglianza attenta di questi fattori, dalla terapia delle lesioni minori alla cura dell'agilità, è abbastanza facilmente realizzabile. Però se avessero ragione gli psicologi che affermano che alla base di tutti i comportamenti ci sono fattori psico-sociali spesso inconsci, strettamente individuali, mutevoli con il volgere degli eventi, della vita dell'atleta, allora non bastano più né la fisioterapia né le ginocchiere né la souplesse. Non solo le vitamine ma anche altri importanti elementi fanno del lievito di birra un alimento che ci aiuta a stare meglio. Si è già parlato in altre occasioni del lievito di birra ma riteniamo utile farlo meglio conoscere per sfruttare adeguatamente tutte le sue proprietà benefiche che possono aiutarci a risolvere vari problemi riguardanti il nostro benessere. È bene innanzitutto sapere che esiste una flora batterica intestinale che presiede numerose, fondamentali funzioni e che quando il suo equilibrio viene turbato si può andare incontro a tutta una serie di disturbi che compromettono la salute dell'organismo. Il lievito di birra, scientificamente conosciuto come Saccharomyces Cerevisiae, è alimento particolarmente qualificato a mantenere stabile l'equilibrio di questa flora batterica intestinale. Perché la liofilizzazione. Unico inconveniente del lievito di birra è la sua facile alterabilità ed il sapore che non a tutti può risultare gradevole. A ciò si è posto ri rned io con la liofilizzazione. In ogni tessuto animale e vegetale esistono due tipi d'acqua: l'acqua extracellulare e l'acqua intracellulare: quest'ultima è così intimamente legata e tenacemente ancorata alla struttura della cellula che solo il più moderno procedimento rappresentato dalla liofilizzazione può allontanarla. La liofilizzazione sta diventando il metodo universalmente accettato per la conservazione delle sostanze labili al calore che possono cosi mantenere integre le loro caratteristiche fondamentali; La liofilizzazione conserva intatte per un lungo periodo di tempo le proprietà biofisiche, biochimiche, organolettiche e nutritive della sostanza essiccata. La sostanza cosi essiccata viene a sfuggire alla legge del tempo: finché rimane allo stato liofilizzato ogni sua attività e ogni suo deterioramento sono annullati; con Vittorio Wyss re di Sanità la semplice aggiunta d'acqua la sostanza riacquista tutte le sue proprietà e ricomincia il suo ciclo evolutivo, esattamente al punto in cui la liofilizzazione lo aveva interrotto. Questo processo di liofilizzazione è stato adottato dalla Dietetici Zenith utilizzando un lievito altamente selezionato ed il prodotto è venduto in farmacia col nome di Sillix. Le sue proprietà. Il lievito di birra Sillix è un alimento naturale vivo che contiene molte vitamine (Bl - B2 - B6 - PP - acido folico - acido pantotenico) gli otto aminoacidi essenziali, quasi tutti gli enzimi noti in natura e numerose altre sostanze assai utili all'organismo quali il glutatione e l'acido ribonucleico. Alcune recenti ricerche hanno inoltre stabilito che l'assunzione regolare di lievito di birra fa aumentare nell'intestino la quantità di lattobacilli contenuti anche nello yogurt e indicati dal biologo russo Mecnicov come preziosi agenti di salute e perfino di longevità. I suoi benefici. Un'alterazione della flora batterica intestinale costituisce sempre una minaccia per quella sensazione di benessere che ognuno di noi prova quando sta veramente bene e compromette, tra l'altro, l'aspetto della pelle. Vale quindi la pena di difendere questa flora batterica anche con un alimento adeguato come Sillix. Basta prendere una bustina di Sillix al giorno, al mattinoa digiuno, sciolta in poca acqua, per alcune settimane e le ottimali funzioni intestinali saranno presto ristabilite. È una pratica semplice che molte volte risolve quei vaghi "disturbi" a cui non si sa bene attribuire una causa. Sillix è un alimento naturale ed è venduto nelle farmacie.

Persone citate: Ginocchio, Vittorio Wyss, Zenith