Così vivono tra cielo e mare

Così vivono tra cielo e mare Così vivono tra cielo e mare PENSANDO a un maturo bosco di querce è facile immaginare che ospiti un gran numero di uccelli e altri animali selvatici. Vista dall'esterno, per chi non ha né pinne né branchie, la distesa delle acque marine offre Invece la sensazione opposta. Un'estrema omogeneità e Inospitalità sembra accomunare il mare ai deserti sabbiosi, alle tundre boreali, alle nevi eterne dei poh. Eppure 1 mari ospitano 1600 specie di uccelli, quasi un quinto dell'intera varietà mondiale. Il primo motivo di questa notevole ricchezza di specie è nella grande disponibilità e varietà di cibo offerta dal mare. Per questo la pressione evolutiva ha diversificato le specie marine evitando la competizione interspecifica. Anzitutto la taglia di ciascuna specie impone una scelta obbligata nella dimensione della preda. Poi c'è lo «spettro alimentare»: pesci, cefalopodi, crostacei, plancton, meduse, insetti pelagici, materiale vegetale, sono variamente rappresentati nella dieta delle diverse specie di uccelli marini. Infine le tecniche e le aree di pesca: pesca in superficie al volo o posati, pesca in superficie con tuffo, pesca in immersione con nuoto attivo, in immersione fino all'abbrivio di un poderoso tuffo; pesca in mare aperto, lungo costa, nelle aree di marea, sott'acqua a stCr profondità. Ne« grande gruppo degli uccelli marini, comprendente molti ordini e famiglie, si possono individuare tre categorie: uccelli marini pelagici, costieri e di «transito». I primi sono in grado di trascorrere gran parte della loro vita, mesi e mesi all'anno, in mare aperto senza neppure avvistare la terraferma. Meravigliosamente adattati all'assenza di acqua dolce, alla furia del venti e a coprire grandi distanze In volo, toccano la costa soltanto nel periodo della riproduzione, forse perché un nido galleggiante non è stato «inventato» dalla natura. Albatros, fulmarl, berte, sule, uccelli delle tempeste, appartengono a questa categoria. Le specie costiere hanno un rapporto più diretto con la terraferma dove talora si spingono ad alimentarsi e riposare, sfruttando anche le acque interne. Gabbiani, sterne, e cormorani sono le più tipiche specie costiere. Altre specie sono marine solo o specialmente durante la migrazione e lo svernamento, e spesso senza regolarità (svassi, strolaghe, alcune anatldi). Di qui si vede la fondamentale Importanza delle coste per la vita e soprattutto la riproduzione di tutti gli uccelli marini, anche i più pelagici. Analizzando la mappa degli uccelli mediterranei notiamo con una certa sorpresa come l'Italia, malgrado le coste inquinate, aggredite dal cemento e brulicanti di turismo, ospiti tra le più abbondanti popolazioni di molte specie. Un'an 'si geografica più dettagliata mostra come Sardegna, isole circumsiclliane e arcipelago toscano ospitino oltre l'80 per cento delle intere popolazioni nidificanti nazionali: sono gli ultimi tre paradisi italiani degli uccelli marini. Parenti prossimi del giganteschi albatros oceanici. Berta maggiore, minore e Uccello delle tempeste sono tra le specie più affascinanti e misteriose in quanto trascorrono gran parte dell'anno In mare aperto e si avvicinano alla costa solo nel periodo riproduttivo e di notte, quando emettono il loro «canto» composto di note ora roche ora lancinanti, tra il lamento di un bambino e uno sghignazzare lugubre. E' piuttosto frequente osservare le berte in gruppo volare in mare aperto con il tipico volo dal battito rapido alternato a brevi planate, traghettando verso Sardegna, Corsica. Elba, Capraia. Le più abbondanti popolazioni di Berta maggiore (Calonectris diome- Il Marangone dal ciuffo, un dea) sono quelle italiane (circa 20 mila coppie), greche, tunisine e spagnole. La Berta minore (Pufflnus beffimi»), più minuta e scura della precedente, vede In Spagna, Italia (5000 coppie), Francia e le maggiori concentrazioni nidificanti. Tra le due'specie di cormorani mediterranei, 11 Cormorano (Phalacrocorax carbo), molto abbondante in inverno per l'arrivo di contingenti nordici e continentali svernanti, è scarso sulle scogliere marine e In continua diminuzione. La Grecia ospita qualche centinaio di coppie. Segue l'Italia con qualche decina, relegata sulle scogliere sarde. Il Marangone dal ciuffo a specie tìpica del Mediterraneo (Phalacrocorax aristotelis), molto slmile al Cormorano ma più piccolo e con un ciuffetto appena abbozzato sul vertice del capo, è strettamente marino e vive lungo scogliere indisturbate con acque limpide e pescose. Come 11 Cormorano, è in preoccupante declino poiché sedentario e molto sensibile al disturbo umano. In Spagna, Francia, Italia (1500 coppie limitate a Sardegna e arcipelago toscano) sono le popolazioni più numerose. Per Grecia e Jugoslavia non si hanno ancora stime complessive. Tra 1 gabbiani spicca il raro Gabbiano corso (Larus audouinii), circa 3500 coppie al mondo: e il suo mondo coincide con il Mediterraneo. E' infatti specie endemica di questo nostro mare, un po' 11 suo simbolo alato. Delicato nel piumaggio candido e grigio perla, elegante nella sagoma e nel becco rosso cupo attraversato da una banda trasversale nera, il Gabbiano corso ha una enorme colonia (circa 2000 coppie) pari a quasi 2/3 dell'intera popolazione mondiale nelle isole Chafarinas poco a largo della costa marocchina. Per importanza seguono Spagna, Sardegna (500 coppie), 11 piccolo ma selvaggio arcipelago toscano (150 coppie), Turchia, Grecia. Al momento la situazione degli uccelli marini mediterranei non sembra eccessivamente preoccupante, ma le popolazioni di molte specie potrebbero essere più abbondanti e alcune sono in diminuzione soprattutto a causa del disturbo turistico. La mappa delle colonie mediterranee permette di individuare aree di primaria importanza dove urgono interventi di tutela: le Isole Chafarìnas per il Gabbiano corso, l'Isolotto di Filila a Malta per l'Uccello delle tempeste, le coste sarde per berte. Marangone, Cormorano e Gabbiano corso. Sono questi gli habitat che garantiscono la relativa floridità delle varie popolazioni, e un loro degrado provocherebbe drastiche conseguenze sulle specie esistendo spesso scarse valide alternative ambientali.

Persone citate: Gabbiani, Marangone, Uccello