Il difficile punto di equilibrio fra ungulati e risorse vegetali di Giorgio Martinat

H difficile punto di equilibrio fra ungulati e risorse vegetali H difficile punto di equilibrio fra ungulati e risorse vegetali ALCUNI recenti articoli di Giorgio Martinat sui modi con cui utilizzare la risorsa costituita dagli ungulati selvatici hanno presentato una varietà di opinioni degli addetti ai lavori cosi ampia che sarà parsa ben poco consona con quella che tutti considerano l'obiettività del metodo scientifico. La ragione di ciò è duplice. Anzitutto le soluzioni dei problemi posti — quelli veri e quelli fittizi — sono determinate in notevole misura dalle finalità istituzionali stabilite nei vari biotipi l'dégji ungulati: riserve )dl caccia, parchi nazionali, aree ad uso multiplo, territorio ordinario. Poiché le finalità e le funzioni di tali istituzioni sono assai differenti fra loro e oggetto di dispute di ordine politico, è evidente la facilità di trasferire sui metodi di gestione le questioni di principio sulle finalità delle istituzioni, come pure di confondere queste fra di loro, con il risultato di ottenere una miscela ribollente e insolubile di scienza e di politica. Tuttavia, anche sul piano strettamente scientifico, le conoscenze disponibili sulle relazioni ecologiche fra ungulati e loro biotipi sono ancora scarse, nonostante 1 numerosi studi effettuati, e il grado di incertezza per molte decisioni pratiche è ancora grande. In un recente articolo su Wildlife Society Bulletìn (13, 1985), quattro esperti di tre continenti compiono un interessante esame di alcuni concetti tanto importanti quanto malintesi, che vale la pena riprendere. 1) Carrying capacita (capacità di sostentamento) di una popolazione erbivora da parte di un biotopo. Nell'ipotesi di assenza o scarsità di effetti dei predatori, la CC è la massima popolazione di ungulati in equlli- VEGETAZIONE \ :0Jlb'> C'Jt.-.'iICKhin. \»*t" 4000-1 sooof- brio con le risorse vegetali disponibili. Gli uni e le altre sono, per definizione, stabili, anche se prima di raggiungere i valori d'equilibrio possono per un dato tempo superarli (vedi figura). Alcuni studi mostrano che qualsiasi prelievo regolare riduce la popolazione in equilibrio (CC) e che il prelievo regolare massimo si ottiene quando le popolazioni hanno consistenza tra 1/2 e 3/4 di CC. Non si sa bene in quanti casi ciò si no comunque a incontrare grossi limiti, dovuti soprattutto alla siccità: c'è chi ritiene del tutto illusorio realizzare colture Intensive in regioni dove cadono meno di 700-800 millimetri di pioggia all'anno. Il vero problema è però quello degli Investimenti e delle spese di gestione: al- meno un milione di lire per ettaro (per Eucalyptus trapiantati fra 1 5 e 17 anni). Il costo del legname non è più competitivo. La via di uscita saranno forse 1 rimboschimenti di taglia modesta, su scala rurale. Elisabeth Gordon Cop) righi di «Ije Monde* e per l'Italia de «La Stampa» verifichi. (Quando però si verifica, dimostrerebbe, fra l'altro, l'inutilità di nutrire artificialmente popolazioni in equilibrio o poco inferiori, alio scopo di aumentarne la produttività). 2) Sovrappopolazione. Posto, per definizione, che questa sia una popolazione superiore a quella in equilibrio con le proprie risorse ANNI vegetali (la CC sopra definita), spesso invece vengono erroneamente cosi chiamati altri casi, come i seguenti: gli animali A) minacciano le risorse umane, oppure B) riducono le densità di altre specie selvatiche apprezzate, oppure C) sono soggetti a una mortalità naturale, più o meno periodica, giudicata eccessiva. Quest'ultimo giudizio, riferito tipicamente agli animali dei parchi nazionali, è di solito giustificato con ragioni economiche. Centri naturalistic 3) Prelievo eccessivo. E' un concetto fortemente dipendente dalle situazioni concrete. Oltre all'accennata incertezza sulla applicabilità del massimo prelievo da popolazione fra 1/2 e 3/4 di CC. sembra che popolazioni siffatte siano più sensibili a disturbi ambientali e che possono tornare in equilibrio con le risorse più difficilmente. Pare inoltre assodato che — soprattutto per pìccole popolazioni — anche un prelievo modesto riduca la variabilità genetica, favorendo la consanguineità e la deriva genetica. Per inciso si può osservare che — da un punto di vista puramente economico — un prelievo eccessivo, tale cioè da portare una popolazione o una specie quasi all'estinzione, può essere perfettamente compatibile con la massima resa economica dell'operazione. 4) Pascolo eccessivo. Il concetto di equilibrio fra ungulati e loro risorse vegetali, benché corretto in linea di principio, è nei dettagli pratici meno chiaro di quel che sembra. Nonostante la gran quantità dì ricerche sul pascolo degli ungulati selvatici, sulle speciechiave di foraggio, sulle zone critiche per la sopravvivenza e il benessere delle popolazioni, i rapporti fra erbivori e vegetali sono tutt'altro che semplici, soprattutto a causa dell'adattabilità dei primi e della capacità di recupero dal pascolo dei secondi. Francesco Framarin i e mezzi audiovisivi p

Persone citate: Elisabeth Gordon Cop, Francesco Framarin

Luoghi citati: Italia