II cannone che spara alla valanga

II cannone che spara alla valanga II cannone che spara alla valanga freschi ed erbosi nel pascolo trascurato possono crescere in pochi anni fitti cespugli di ontani, di rododendri o di salici, alti uno o due metri, che con i loro rami creano un lellro ineslrcabile capace di trattenere la neve caduta e di impedire lo slittamento. E' ormai universalmente riconosciuto che il rimboschimento e il metodo più economico ed efllcace per imbrigliare la neve e impedire le valanghe. Gli alberi i«?ró non possono vivere a quote particolarmente elevate, e comunque di molto superiori ai 2000 metri: il riparo da essi offerto vale dunque al di sotto di tale altitudine. Con il moltiplicarsi delle piste sciistiche, degli abitanti, delle strade a quote piti alte cresce parimenti il problema di provvedere alla difesa con altri mezzi dato che. fra il resto, la maggior parte delle valanghe sulle Alpi inizia fra i 2000 e i 3000 metri. Attualmente i mezzi arliliciali più utili a prevenire il distacco sono steccali ordinati in lunghe lile ininterrotte che attraversano il pendio, oppure disposti a intervalli brevi, interiori ai 2 metri. I materiali comunemente usali per le .strutture di sostegno sono l'acciaio, il cemento amalo e l'alluminio. L'esperienza ha insegnato che l'acciaio deve essere selezionato in modo da non diventare fragile alle basse temperature. Una recente innovazione nel campo sono le reti di ostruzione delle pil maglia metallica. In Francia sono state sperimentate reti di fibra sintetica che. Ira il resto, con la loro elasticità, non soltanto ancorano la neve, ma i>os.sono contenere anche l'urto di piccoli scivolamenti che invece sradicano e sfondano le strutture rigide. Tutte queste costruzioni anfivalanga sono cosi costose che la loro installazione può essere giustificala soltanto quando si debbano proteggere permanentemente aree abitale. Sovente in alta montagna possono essere richieste forme di protezione temporanea, per esempio per rendere sicure f Un'apposita asso Ir piste da sci o quando vengono apprestati alloggi per operai impegnali nella costruzione di tunnel, di dighe, di strade per periodi limitati. In questi casi è più economico e pratico provocare intenzionalmente valanghe di piccola entità con esplosioni che fanno precipitare le masse di neve prima che possano accumularsi al punto di provocare un disastro. Sulle montagne svizzere sono mollo usale le SpcngbUch.se. pacchetti di candelotti di dinamite con miccia a tempo, scagliali con razzi e catapulte, o addirittura lanciati a mano ciazione controlla Negli Stali Uniti si preferisce il tritolo la cui velocità di detonazione e molto più rapida: pare infatti che scoppi particolarmente brevi e secchi siano efficaci per innescare la caduta. Sempre più frequentemente vengono impiegati anche proiettili esplosivi sparati da pezzi di artiglieria, come il cannone da 105 MM senza rinculo, o il vecchio obice da 75 nini che fu provato per la prima volta per la protezione delle autostrade nella zona detta delle Sette Sorelle in Colorado. Ultimo grido al proposito è un cannone ad aria compressa, pesante appena 60 il manto nevoso chilogrammi e In grado di sparare .qualsiasi cosa possa essere messa nella culatta». Ma non in tutte le occasioni l'effetto dei cannoni è positivo; in certi casi la valanga risulta tanto vendicativa da arrivare a sommergere il pezzo mentre l'artigliere se la dà a gambe. L'uso degli esplosivi purtroppo sovente comporta incidenti, altre volte è causa di episodi piuttosto grotteschi. Racconta Paul Sprecher, lunzionario del Parsenndienst. il servizio di prevenzione valanghe svizzero, che In un'occasione portò su un pendio una bomba di ben trenta candelotti di dinamite per sperimentarne gii effetti mentre un gruppo di ispettori controllava la scena dal basso. L'ordigno, già innescato, cominciò inaspettatamente a scivolare lungo il pendio puntando malignamente sugli osservatori. Soltanto una luga precipitosa impedì la tragedia. Alla diga -Grande Dixence« alcuni anni fa una guardia portò il suo cane da valanga in una sortita per elletluare esplosioni. Lanciò la carica e se ne tornò via. se non che il cane, convinto di giocare, corse a recuperare l'oggetto lanciato per riportarlo al padrone. Foriunatamente il tutto si risolse in una corsa a perdiliato e con urli furibondi che indussero la povera bestia, offesa e disorientata, a sputare via quella scatola cosi interessante. Augusto Biancotti iniziata a metà degli Anni 70 con un progetto del Consiglio Nazionale delle Ricerche mirante a sviluppare una pila da 2 Kilowatt. A tale attività hanno partecipato l'Enel, il Centro Ricerche Fiat, il Politecnico di Milano. Notevole anche l'impegno dell'Ansaldo e del Cise (Centro Informazioni Studi Esperienze) Le pile a combustibile oggi sono considerate uno dei più promettenti sistemi energetici del futuro.'* menici i!hp%gnati net ■rtÙSylluppo sono certi che esse rappresentano la più efficiente ed ecologica opzione di conversione energetica: la vera nuova tecnologia, dopo quella nucleare. Le caratteristiche peculiari della pila a combustibile (funzionamento molto affidabile, elevato rendimento di conversione, scarso inquinamento, assenza di organi In movimento, dimensioni contenute, produzione modulare standardizzata, potenze anche elevate ottenute con l'accoppiamento di più moduli), consentono la massima flessibilità di approvvigionamento, di sistemazione e di esercizio. La quasi totale mancanza di inquinamento ne permette l'installazione in qualsiasi luogo, anche in prossimità di grandi centri abitati, diminuendo cosi i costi di trasporto dell'energia elettrica. Aurelio Robotti sporadicamente, nell'insegnamento. Del 1976 sono le prime raccomandazioni che danno vita a sperimentazioni nelle scuole. Nel 1980. in modo diversificato, in tutti i lànder viene introdotto l'insegnamento di informatica e nel 1981 viene deciso l'esame unitario di informatica. Fino al 1982 sono 50 milioni i marchi investiti. La scelta tedesca è incentrata sull'Insegnamento dell'informatica come disciplina autonoma. L'informatica viene considerata una scienza di base, equivalente al saper fare di conto o alla conoscenza di una lingua estera, che deve essere fornita a tutti gli studenti. Si aspira dunque a una sorta di alfabetizzazione informatica di massa e il presupposto dal quale si parte è l'utilità per l'intera società e per il giovane di questa conoscenza diffusa. Le fasce di età sulle quali si punta in questo momento sono quelle che vanno dai 12-13 anni ai 20. In questo settore forti sono gli investimenti, molto articolata è la formazione degli insegnanti che dovranno essere in pratica tutti aggiornati e per I quali si parla di formazione continua. Il punto nodale resta la produzione di software per la scuola, dopo un primo naufragio del prodotti proposti da esperti in programmazione digiuni di didattica. Bruno Contigianl

Persone citate: Augusto Biancotti, Aurelio Robotti, Bruno Contigianl, Paul Sprecher

Luoghi citati: Colorado, Francia, Milano, Stali Uniti