La bomba H messa in gabbia

Settimanale di scienza e tecnologia Settimanale di scienza e tecnologia La bomba H messa in gabbia Le enormi difficoltà de La fisica della fusione è ben conosciuta ma gli ostacoli pratici sono scoraggianti- temperature dì 100 milioni di gradi, campi magnetici ultrapotenti, -. materiali logorati da fasci di neutroni sma apparentemente e rarefatto, la sua pressione e appena 3 milionesimi di atmosfera, ma anche cosi a quella temperatura la pressione esercitata raggiunge le 100 atmosfere. Ancora: il llusso dei neutroni sarà 100 volte maggiore rispetto ai reattori -veloci- come il «Superfénix» recentemente inaugurato in Francia, e le parti investile dal flusso ne verranno divorate in poche settimane, a meno che si riesca a escogitare qualche nuovo materiale pressoché fantascientifico. Inoltre per avere una potenza energetica di interesse commerciale bisoi gnora. governare tra supexIreddo e suiiercaldo migliaia di metri cubi, probabilmente tramite una robotica ultrasolisticata. Né le cose sono più semplici se si vuole arrivare alla fusione termonucleare per la via alternativa ai -Tokamak... cioè quella del confi¬ una insperata conferma alle loro idee namento inerziale e dell'innesco con laser pulsati. In questo caso si tratterà di realizzare una specie di motore a scoppio nucleare con un centinaio di esplosioni al secondo ognuna equivalente a parecchi chili di tritolo, con tutti i soliti problemi di resistenza dei materiali e di trasferimento dellenergia utile. Questi dati sono tratti da una post-fazione di Mario Silvestri, titolare della cattedra di Energetica al Politecnico di Milano, all'ottimo volume -Il fuoco della fusione* di Caldirola. Pozzoli e Sindoni uscito qualche tempo fa nella Est di Mondadori. Silvestri completa il suo discorso ""còri' "Klcùne'cbns!-' ' derazioni sui costi"finanziari e umani dell'impresa. Stima in un miliardo e mezzo di dollari all'anno le risorse attualmente dedicate in lutto il mondo alla fusione nucleare e in 15 mila persone i ricercatori coinvolti. Ma passare dalla fase di ri¬ lla fusione nucleare cerca a quella di realizzazione vorrebbe dire stanziare 30 miliardi di dollari all'anno (quanto il Progetto Apollo per la conquista della Luna) per alcune decine di anni, impegnando qualcosa come 400 mila persone. Di qui è subito chiaro che la fusione controllata porta un salto di qualità nella ricerca scientifica: siamo di fronte al primo progetto che esiga non la competizione ma la collaborazione planetaria. Un segnale c'è già stato: Reagan e Oorbaciov nel loro incontro di Ginevra hanno concordato una strategia comune in * questo settore. Cosi lo sformo nuoUetUiale'* finanzia- I -rio versola soluzione a lun- t go termine del problema energetico acquista anche un grande valore politico. Una volta tanto l'atomo non divide ma unisce, non produce guerra ma pone le premesse per la pace. Piero Bianucci La supersimmetria si classifica con il numero N delle diverse regole di sostituzione di spin interi con seminteri rispetto alle quali si richiede l'invarianza della teoria. Per ragioni difficili a spiegarsi in questa sede. N può prendere soltanto i valori da uno a otto, corrispondenti ad altrettante teorie di supergravità via via più vincolate e legate fra di loro da una relazione di inscatolamento reciproco: la N=6 è una sottoteorla della N=7 ed N«8, la N-5 è una sottoteoria della N-6 e cosi via. Come ha spiegato Tullio Regge in un suo recente articolo su "Tuttoscienze» (5 2 86). la -quinta forza- è dovuta, qualora sia confermata, alla presenza di un secondo tipo di messaggeri della forza gravitazionale a lato dei gravitoni: gli Iperiotoni o, come li chiamò Scherk nel 1980, i gravifotoni. Queste particelle, la cui presenza sarebbe immotivata in una teoria non supersimmetrica. sono invece un ingrediente obbligatorio delle teorie di supergravità con N maggiore o uguale a due. I gravifotoni hanno spin uno. a differenza del gravitoni che hanno invece spin due. e si accoppiano alla massa gravitazionale nello stesso modo in cui i fotoni normali si accoppiano alla carica elettrica. Se essi avessero massa nulla, come i gravitoni e i fotoni normali, la correzione che apporterebbero alla legge di Newton, dovuta allo scambio di gravitoni, sarebbe sperimentalmente inaccettabile. Avremmo infatti una «quinta forza-, che si esercita fino a distanze Infinite, incompatibile con la struttura del sistema solare e con ogni dato dell'esperienza. Pietro Fré Continua a pagina 2 in prima colonna

Persone citate: Caldirola, Mario Silvestri, Newton, Piero Bianucci, Pozzoli, Reagan, Sindoni, Tullio Regge

Luoghi citati: Francia, Ginevra, Milano