Per colpa del colera i Puritani non videro mai Napoli

Per colpa del colera i Puritani Per colpa del colera i Puritani non videro mai Napoli Una scena de «I puritani» da una stampa ottocentesca La partitura giunse a destinazione, però fuori tempo massimo e, a norma di contratto, il San Carlo cancellò I Puritani dal cartellone. A Parigi Invece l'altra versione andò in scena 11 25 gennaio 1835 con 'tutti i francesi... diventati matti», secondo la notazione dell'autore. L'enorme successo non impedì tuttavia al compositore di notare qualche lungaggine: «Un'opera finisce a mezzanotte e qui non sono avvezzi*. E, a partire dalla seconda rappresentazione. Bellini tagliò circa quaranta minuti di spettacolo. La cronaca degli avvenimenti si conclude con un fatidico 23 settembre, giorno della morte del Maestro nel 1835 e della Mallbran l'anno successivo. La partitura francese del Puritani, che fino a. oggi faceva testo, fini a Palermo (Biblioteca Comunale) e Catania (Museo Belllniano) accolse quella napoletana, che non aveva subi¬ stl Uberi, Bellini aveva dovuto ricorrere a del Maestri per la copiatura. Poi, il 1° gennaio, un vapor» avrebbe portato da Marsiglia a Napoli la prima par- ' te dell'opera, 11 resto in.se- ' gulto. Ma destino volle che a Marsiglia scoppiasse il colera e che le navi non partissero. Bellini, informato in ritardo, spedi allora via terra la seconda parte, pregando il corrispondente di Marsiglia di fare altrettanto con l'altro plico. Marriner interpreta Dvorak •Puritani» inediti, martedì 1* aprile, al Teatro Petruzzelli di Bari. L'opera di Bellini, da centoelnquant'anni, era sempre stata rappresentata nella versione In cui apparve a Parigi, nel 1834. Il musicologo Giuseppe Pugliese ha recuperato un'altra versione, che il musicista scrisse per il soprano spagnolo Maria Mallbran, e sarebbe dovuta andare in scena a Napoli nel 1835. Con la consulenza dello stesso Pugliese, la nuova «prima» avrà la regia, scene e costumi di Pierluigi Pini, e la direzione di Gabriele Ferro con l'orchestra sinfonica siciliana: protagonisti Ratta Ricciarelli, Chris Merritt e Ottavio Garaventa. Sulle vicende dell'opera, e della mancata •prima» napoletana, esce ora un libro di Giuseppe Pugliese e Roman Vlad, presso l'editore Piero Lacalta (289 pagine con illustrazioni, 30.000 lire). to alcun taglio, ma rimase ignorata. E' quest'ultima che martedì 1" aprile al Teatro Petruzzelli di Bari andrà in scena per la prima volta. Finora era stata eseguita solo in forma di concerto al Barbican di Londra nel 1985 con la direzione di Raffaello Monterosso, mentre nel I960 a Catania era stata rappresentata l'edizione di Parigi, diretta da Franco Capuana, nella quale erano stati inseriti 1 brani ricuperati dalla partitura na¬ Un sondaggio di «Tuttolibri» poletana. a scovare le modifiche e le loro giustificazioni anche nelle parti non direttamente coinvolte dal cambiamenti di tonalità e sottolinea come nella partitura napoletana siano eliminate le impervie difficoltà del tenore, aumentate un poco quelle di Elvira e Riccardo, e come l'insieme risulti più agevole alla compagnia di canto. Di nuovo, nel volume, interviene Pugliese sul finale mutato dell'opera, difende gli episodi omessi in Francia e traccia un panorama delle posizioni critiche. Franca Cella scrive poi dei rapporti fra libretto e la pièce di Ancelot e Salitine, tratta a sua volta da Walter Scott, che offre di per sé soluzioni drammaturgiche adatte alle esigenze del melodramma. Serpa dedica alcune pagine ai cantanti che eseguirono l'opera a Parigi e alle voci della Mallbran e di Duprez, che avrebbero do¬ In occasione della serata al Petruzzelli, l'editore Lacalta pubblica / Puritani ritrovati di Giuseppe Pugliese e Roman Vlad, con alcuni contributi di Franca Cella, Franco Serpa, Alberto Zedda e Federico Agostinelli. I problemi posti dalle due versioni sono moltissimi, già erano delineati lo scorso luglio al Convegno Internazionale di Studi Bellinianl a Martina Franca, e il volume non fa che confermare la complessità della materia, n primo Intervento è di Pugliese, che ricostruisce quei mesi della biografia belliniana attraverso lettere e documenti. Di seguito Vlad propone una capillare analisi comparata delle due partiture. Il suo saggio, che primeggia anche quantitativamente, mostra come Bellini avesse lavorato in fretta per il San Carlo, mai però frettolosamente. Va Stefano Jacinì