E mi avete scomunicato

E mi avete scomunicato E mi avete scomunicato Al signor Preside della facoltà dì filosofia dell'università di Bonn Capodanno 1937 ^regftitlssmwsi^t*Preside,-^' «WuKSKwS òri ho ricevuto la malinconica comunicazione, da Lei inviatami in data 19 dicembre. Mi permetta di risponderLe quanto segue: La grave complicità in tutta la presente sciagura, di cui le università tedesche si sono rese colpevoli quando si fecero, per aver terribilmente frainteso l'ora storica, suolo produttivo delle potenze perverse che devastano la Germania moralmente, culturalmente ed economicamente — questa complicità mi aveva già amareggiato da un pezzo il piacere della dignità accademica un tempo conferitami, e mi aveva impedito di farne il minimo uso. Io porto ancor oggi il titolo onorario di dottore in filosofia, perché l'università Harvard me lo ha di nuovo conferito, con una motivazione che, signor Preside, desidero non Le rimanga ignota. Tradotto dal latino il documento dice: «...noi, Rettore e Senato, con l'approvazione degli onorevoli Ispettori Universitari, in seduta solenne abbiamo nominato e proclama¬ UN anno fa, il 25 aprile, si concluse il singolare concorso bandito da un piccolo Comune della provincia di Arengo, Pieve Santo Stefano, per un diario o un epistolario inediti, con l'intento di creare una banca della memoria, una raccolta «di quelle tracce di vita privata che 11 tempo cancella». Ora vedono la luce, nelle Edizioni Studio Tesi, le prime due di queste testimonianze che si rivelano assai più. che semplici «tracce di vita privata», suggerendo affascinanti considerazioni sulla storia minore del nostro Paese, sul mutamento di costumi e di mentalità, di condizioni economiche e sociali. Lettere al miei, di Antonella Federici, che ha vinto il primo premio, è il diario di una giovane emiliana, che lavora come bidello a Bologna: storia del matrimonio con un drogato, attraversata dal ricordo della «scorpacciata di ideali e di progetti della fine degli Anni Sessanta.. Pagine amare di un tempo recente, delle quali si è già parlato. Di quasi un secolo prima (e dal confronto acquista un risalto particolare) è il secondo documento: il testamento-diario incominciato ti 20 dicembre 1889 da Carlo Cibaldi, erborato e uccellatore di Piano di Bovegno nell'alta Val Trompia, ai primi sintomi di una grave malattia di cuore, con il proposito di tramandare ai figli i segreti del mestiere in attesa della morte (che tuttavia giungerà molto più tardi). Ci baldi vive facendo incetta di erbe medicinali dai raccoglitori della zona per rivenderle a farmacisti bresciani e tirolesi e di uccelli catturati con le reti nei roccoli della valle e destinati alle mense degli alberghi e Kùsnacht. Lago di Zurigo Capodanno 1937 WKSKwS òri I diari riscoperti

Persone citate: Antonella Federici, Carlo Cibaldi, Rettore

Luoghi citati: Bologna, Bonn, Bovegno, Germania, Pieve Santo Stefano, Zurigo