Ora tocca alle biblioteche fare l'unita d'Italia di Mirella Serri

Un convegno a Roma: i problemi di consultazione e il difficile progetto di un catalogo unico Un convegno a Roma: i problemi di consultazione e il difficile progetto di un catalogo unico Ora tocca alle biblioteche fare Punita d'Italia ROMA — Le biblioteche italiane stanno preparando un plano di organizzazione cooperativa, vogliono tentare la strada della collaborazione. Lo hanno annunciato in un convegno dal titolo -Per lo sviluppo della cooperazione tra le biblioteche- svoltosi mercoletti e giovedì alla Nazionale di Roma, preparato dall'Iccu: che, sciolta la sigla, vuol dire Istituto Centrale per 11 Catalogo Unico. Chissà, forse da questa iniziativa potremo sperare un servizio migliore. Perché al frequentatori di biblioteche in Italia sono riservate infinite torture che hanno caratteri analoghi In tutto il territorio nazionale: gli orari sono limitati e non è quasi mai prevista i'apertura festiva o serale (a Roma la pratica solo la Biblioteca Alessandrina). Per ottenere un libro in lettura, soprattutto nelle biblioteche di grande estensione, bisogna aspettare più di un'ora e non si possono consultare più di due libri per volta; 1 nuovi acquisti scarseggiano, i volumi che già ci sono scompaiono per mesi, perché finiscono nelle mani dei rilegatori. E sono solo alcuni esempi. Le strutture sono dunque più che manchevoli. Ora l'iccu, che festeggia il proprio decennale, dà notizia di aver avviato un progetto che, in questa disorganizzazione, ha l'incredibile sapore della fantascienza: un Servizio bibliotecario nazionale per la compilazione del catalogo unico. il catalogo unico è, nella sua utopica realizzazione, 11 sogno non tanto del bibliotecario ma del lettore, dello studente, dello specialista- e del ..professore. La sua esistenza è un miraggio ancora lontano. Quando fosse realizzato, chi cerca un libro potrebbe rapidamente, senza dispendio di energie, senza arrabbiature, incertezze, tremori, sapere • in quale giacimento bibliotecario è reperibile e poi, inaudita possibilità!, ottenerlo in visione, e anche possederlo, magari già fotocopiato. Da tempo esistono nel mondo sistemi di reti informatizzate che stabiliscono i collegamenti tra biblioteche (importantissi¬ ma base-dati negli Stati Uniti è la Library of Congressi; oppure, se ancora non si è raggiunto questo tipo di sviluppo, ci sono, come in Inghilterra, in Francia, in Germania, 1 cataloghi del patrimonio delle singole biblioteche che ci dicono dove possiamo trovare il libro che cerchiamo. In Italia tutto questo non esiste. Se vogliamo un testo che sta a Vercelli, a Pavia, o anche a Roma o a Milano, non è detto che riusciremo a conoscere la sua collocazione. Se avverrà, sarà solo con nostra sofferenza e fatica. Da alcuni anni l'Istituto centrale per il catalogo unico sta tentando di organizzare e razionalizzare il difficilissimo lavoro della schedatura del patrimonio nazionale. Per prima cosa ha dovuto rinunciare al mito della bibliografia nazionale unitaria e orientarsi verso 11 progetto di catalogazione regionale: quand'anche ci sarà un servizio automatizzato (ma quando?), questo comincerà ad occuparsi del patrimonio delle singole regioni. Si ha la sensazione di essere agli albori di un lunghissimo e difficile progetto. Nell'ambito del convegno è stato presentato il primo volume della bibliografia retrospettiva, cioè il censimento delle edizioni italiane del XVI secolo contenente 3509 edizioni, a cui hanno collaborato 550 biblioteche. Un lavoro enorme; solo per questo volume ci sono voluti più di cinque anni di compilazione. I tempi che ci aspettano sembrano infiniti. Lo facciamo rilevare ad Angela Vinay, direttrice dell'Istituto centrale p« r li catalogo unico, che ha aperto 1 lavori del convegno La sua risposta è veemente : -Procediamo adagio perché i fondi dell'Istituto sono assolutamente insufficienti. E' un miracolo quello che riusciamo a fare, incrementando le risorse con la vendita delle nostre pubblicazioni-. Quanto tempo ci vorrà per realizzare la rete informatica che ci metterà al passo con i tempi? -Non posso dire quando il progetto sarà del tutto realizzato. Noi abbiamo preparato gli iridici, le procedure, i criteri per collegare in rete le biblioteche. Ma ci vogliono investimenti: servono almeno dieci miliardi per l'intera rete-. Cosa che sembra difficilissima da ottenere. •E' un progetto ambizioso — commenta Maria Cochetti, direttrice della Biblioteca Alessandrina che partecipa al convegno in veste di ascoltatrice — ma permetterebbe un notevole risparmio, perché l'informazione impedirebbe l'acquisto degli stessi libri anche in biblioteche vicine, come succede per le biblioteche della città universitaria dove è la nostra sede, o in quelle del centro storico di Roma. Tra le difficoltà dell'impresa bisogna, poi, mettere in conto le abitudiTGjall autonomia, le resistenza inveterate che riguardano la mentalità di chi si occupa del settore, dei bibliotecari. Noi non siamo gli Stati Uniti dove queste difficoltà anche culturali non sono mai esistite-, L'America e la sua rete bibliotecaria informatizzata è diventata dunque il modello assoluto. -In America si riesce a fare in un'ora una ricerca che in Italia si fa in tre mesi — afferma Vincenzo Cappelletti, interlocutore al convegno — e questo a lungo andare può significare la nostra separazione culturale dagli altri Paesi. Ma non sono pessimista — aggiunge — se gli Stati Uniti hanno il primato operativo, i possedimenti culturali sono in Europa: e li dobbiamo tutelare-, -In Italia — dice Amedeo Quondam, docente di letteratura italiana e storico del libro antico che ha tenuto una relazione sulle edizioni del Cinquecento — nessuno ha mai voluto censire il patrimonio librario in maniera adeguata. E non è staio solo un problema di finanziamenti, ma di disinteresse per gli elementi istituzionali e materiali della cultura. Proprio questo tipo di resistenza, nei confronti del libro come fatto materiale, hanno espresso con la loro di■ sattenzioneverso il nostro patrimonio ricchissimo, incredibilmente importante, anche ministri della Pubblica Istruzione come De Sanctis o Croce-, Ci capita dunque il paradosso di essere i più ricchi, per l'accumulo librario, e insieme i più poveri, per l'accesso all'Informazione. Come nella favola, nella nostra storia, lo StatoNonna-Lupo, si è mangiato la biblioteca istituzione, perché poco gliene importava. C'è la speranza che qualcosa cambi. Mirella Serri Una lettera dì Michel David, che ha riscoperto lo scrittore

Persone citate: Amedeo Quondam, Angela Vinay, De Sanctis, Michel David, Vincenzo Cappelletti