Quella volta Cuneo pianse il governatore tedesco

Sorprese dell'antiquario: la storia del barone von Leutrum Sorprese dell'antiquario: la storia del barone von Leutrum Quella volta Cuneo pianse il governatore tedesco truppe ispano-francesi, organizzò la propria difesa e sostenne eroicamente il blocco. I suoi cittadini compirono ardimentose sortite, infastidendo il nemico con attacchi guerriglieri: sopportarono le scariche di fucileria, i cannoneggiamenti, gli incendi: soffrirono il razionamento e la fame, raccolti intorno al loro valoroso comandante, il cui motto era non per caso .Halt hart an mir» ^Stringetevi a mej. Nessuno, ormai, avrebbe più avuto animo di contrastarlo. Non erano ancora passati tre mesi quando, il 22 ottobre 1744. i galloispani abbandonarono il campo: la città era finalmente libera. Il bilancio della guerra fu però pesante: il marchese Buffa dt Ferrerò calcolò le nostre perdite in 717 uomini: dall'altra parte se ne contarono 6529. Una sesta palma venne quindi aggiunta allo stemma comunale, per celebrare la nuova vittoria, ottenuta appunto nel sesto assedio. I cuneesi si abbandonarono alla baldoria, festeggiando l'evento con falò, luminarie e gozzoviglie; ma. il giorno dopo, si ricomposero dignitosamente, e si prepararono con solennità alla visita del sovrano Carlo Emanuele III, che il 24 dello stesso mese sfilò, con il suo seguito, per la principale via Nizza, ricevendo largo tributo di allori. «Mai accoglienza fu più graziosa di quella che questo grande monarca fece al suo governatore, alla t.-appa e ag i A NTI Turin a J'è dij (( A\ cunt, / j'è dij marches, / prinsi e barun / eh' pluro la mort d'barun LUtrun». Questa è la prima strofa di una canzone composta da un anonimo settecentesco e intonata, come ricorda Costantino Nlgra nel suo monumentale Canti popolari del Piemonte (ed. Bocca, Torino 1888), dalle genti del Cuneese alla morte del barone Friedrich von Leutrum. E fu cantata ancora sulle piazze per quasi due secoli dai cantastorie, e dai contadini nelle lunghe veglie d'inverno. Non è certo frequente che il popolo e il comune celebrino con unanime spontaneità le vittoriose imprese e l'accorta politica di un condottiero, d'un mercenario, d'un soldato di professione, inoltre straniero, comandato a difendere una città e poi a governarla. Più spesso la moltitudine avversa l'autorità e non indulge volentieri a riconoscerle né meriti né virtù. Il caso dell'alemanno frelherr è addirittura fuori del comune se si considera che, nell'assumere la carica, egli cominciò con l'ordinare una serie di esecuzioni capitali, seduta stante, pour l'exemple. E' anche vero che quelle drastiche misure vennero prese, in quei primi giorni d'assedio, a danno di facinorosi, di borghesi agitatori, e che la forca ette ragione della sommossa. I cinque giustiziati dissuasero gli altri dal malcontento. Cosi, Cuneo, stretta dalle abitanti». Tutti, come si vede, ebbero la loro parte di gloria: al Leutrum venne conferito il governo perpetuo della città, agli ufficiali toccarono promozioni, medaglie e •razioni di pane*, ad alcuni ancora, pensioni e gratifiche. Fiorirono pungenti epigrammi — «Venerunt Galli, sed redlre capones; / Qui illos castravit. Leutro baro fuit» ^Vennero Galli, ma ritomaron capponi / Chi li castrò, fu Leutro baron; — mentre già si imbastivano leggende sull'eroico 'Colonnello della vittoria*. Cari Friedrich Wilhelm Leutrum von Ertingen era nato a Karlshausen, nel Baden, il 27 giugno 1692. Ad appena 14 anni, con il grado di capitano, militò per i Savoia nel battaglione di Schulemburg, agli ordini del fratellastro Carlo Magno. Nel 1725 ricopriva il grado di tenente-colonnello, nel '32 ebbe ulteriori galloni e tre anni dopo venne nominato brigadiere di fanteria nel reggimento Rehbinder, di cui divenne comandante nel 1743. Baron Lltron (il •Loitrum. della fonetica tedesca diventò • Litrón* per i cuneesi) non fu soltanto eminente nella strategia militare, ma si dimostrò anche eccellente amministratore civico, promuovendo importanti lavori pubblici nell'area urbana, come l'ombreggiato viale degli Angeli, del quale i cittadini di Cuneo vanno tuttora fieri. Rinunciò a onori ragguar- Busto del barone difenso devoli, non ammettendo di abiurare la propria fede protestante: neanche in punto di morte, su istanza del re in persona. Neppure si indusse al matrimonio, intricando i maligni. Sostanziosi legati testamentari, riguardanti certa Catterina Maria Bono e suo figlio Federico Guglielmo (lo stesso nome del barone), eccitarono, in effetti, qualche sfacciata curiosità. .Glissons, mortels. n'appuyez pas». Friedrich von Leutrum si spense il 16 maggio 1755 e la sua salma venne tumulata, da buon • barbetto*. nel tempietto valdese di Chiabasso, vicino ad Angrogna. Su questo nostro barone quasi non esiste letteratura, se si eccettuano alcune citazioni contenute in poche

Luoghi citati: Angrogna, Baden, Cuneo, Nti, Piemonte, Torino