Nell'ultimo Grass il topo incombe sulle rovine dell'uomo

Il libro appena uscito in Germania: lo scrittore recupera il protagonista del «Tamburo di latta» Il libro appena uscito in Germania: lo scrittore recupera il protagonista del «Tamburo di latta» Nell'ultimo Grass il topo incombe sulle rovine dell'uomo BONN — Da un paio di settimane chi si muove per le strade centrali delle città tedesche ha l'impressione di essere inseguito dai topi. Incisioni riprodotte in gran numero ornano intere vetrine delle librerie, nero su bianco: la ratta delle fogne sullo sfondo degli edifici gotici di Danzica, la talpa di biblioteca appoggiata sulla pagina aperta, orde di topi in fuga, o in arrivo. L'ultima fatica di Gùn™.Dte''G«fa», opera narrativa ' " 'é'gtàfica, è a disposizione. Il libro, in 150 mila copie di tiratura iniziale, le acqueforti numerate, è in vendita presso l'editore Luchterhand. Dopo tre anni di incubazione, e di silenzio. Die Rattin (La ratta) si propone al lettore quasi come un drammatico — e poetico — appello. La fine dell'umanità incombe, organizsata dall'uomo con grande, tecnologica efficienza, e solo i topi saranno abbastanza tenaci da resistere. «Un libro della fine», lo ha chiamato Fritz Raddatz nel presentarne alcuni capitoli in anteprima su Die Zeit. «Il mio ultimo romanzo» ha detto lo stesso Grass agli ornici. Forse non manterrà la parola — lo sperano in molti — anche se la travolgente fantasia e la natura apocalittica dei temi affrontati sembrano dare a questo lavoro il ruolo conclusivo nell'opera di uno scrittore giunto con grande vitalità alla soglia dei sessant'anni. E' un romanzo a più dimensioni, costruito a livelli diversi che s'intrecciano e si sciolgono creando fasci di luce, come se improvvisamente dei riflettori convogliassero i loro bagliori sulle vicende o i personaggi evocati. La rete del racconto, che tutto tiene, è formata dall'acceso dibattito tra l'Io narrante e la ratta, fra l'uomo che vuole sperare nella propria sopravvivenza e l'animale — esso sì, raziocinante — che gli svela come il processo sia ormai irreversibile. ■Voi foste, un tempo. Esistevate, ricordati, adesso per la vostra follia. Mal più farete storia. Avete finito, una volta per tutte. Era l'ora». £' la dura sentenza della ratta che dell'uomo — dice — rimpiange solo l'immondizia. La storia inizia la sera di Natale — un Natale dei nostri ultimi anni — con il dono che l'Io narrante, un uomo di mezza età, riceve LONDRA — Il libro dal titolo perfetto «A perfect spy* — la spia perfetta —, undicesimo e ultimo libro di John Le Carré, esce oggi nelle librerie Inglesi e del Commonwealth. Un libro nuovo di Le Carré è ormai un avvenimento, specie per 11 suo editore, Hodder Stoughton, che ne ha sfornate 70 mila copie ed è già in ristampa con ulteriori 20 mila. Tra un anno e, ne slamo sicuri, altre ristampe, uscirà l'edizione tascabile per la Coronet che appartiene all'editore Hodder Stoughton. La Casa editrice ne è fiera e sottolinea che è la prima volta che stamperà anche l'edizione tascabile della gallina dalle uova d'oro. John Le Carré è una gallina sul generis, forse è un pavone, certo le uova d'oro le fa, le fa anche in forma di film fortunatissimi e anche questo suo ultimo libro non tarderà certo ad arrivare sul piccolo o sul grande schermo. Nel frattempo lo leggera lui, alla radio, alla BBC, con la sua bella voce da professionista (da giovane ha insegnato a Eton) alla fine di questo mese. Le Carré è diventato un fenomeno da quando venne dal freddo, e cioè da quando lasciò i servizi segreti. Aveva già pubblicato due libri ma fu con «La spia che venne dal freddo* che 1 lettori si accorsero di lui. Aveva inventato un genere, l'antiBond, l'uomo solo, le cose brutte, le città polverose, le donne storte, le litigate, i bronci, l'umidità. Rimaneva 11 genere spie, nel quale gli inglesi eccellono, ma nella sua prosa (del resto ottima) non c'era champagne, non c'erano le donne dai polpacci lunghissimi, i diamanti. Anche questo 'A perfect spi/, (quasi 500 pagine) ne è totalmente privo, è invece popolato da gente mediocre, pensioni tristi, azioni meschine. Ma c'è anche molta autobiografia in questo romanzo che Le Carré (l'ha detto agli amici) considera 11 suo più importante. All'ufficio stampa della Hodder Stoughton parlano di John Le Carré come Buckingham Palace della regina Elisabetta, e cioè non se ne parla affatto. Tutti sanno che Le Carré, 11 quale In effetti si chiama David John Moore Cornwell, è un uomo «estremamente privato» che non dà Interviste, che vede solo qualche amico, che vive più spesso in Corno-vaglia che a Londra. Educato a Berna e ad Oxford, entrò nel servizio segreto di Sua Maestà britannica e ci rimase, per quel che ne sappiamo, per cinque anni. Certo lo ha troppo reclamizzato per esserci ancora oggi. Ha una moglie che somiglia molto alle sue «eroine» (è identica alla Mary del suo ultimo libro). Guardando la sua fotografia nel retro della sobria e bella copertina (è stata scattata dal figlio Stephen) constatiamo che 1 capelli di John Le Carré sono un po' brizzolati, ormai. Ma l'uomo (che è nato nel 1931) mantiene quell'aria anglo- (su richiesta): una gabbia da appoggiare sulla scrivania con dentro un Rattus norvegicus, che si rivela essere di sesso femminile. In una sorta di sogno l'uomo si sente trascinato nello spazio, all'interno di una capsula della quale non conosce i meccanismi — immagine di un progresso che gira a vuoto — e da questa scomoda posizione inizia il dialogo con la bestiola. Baltico a bordo del cargo Nuova Ilsebill, incaricate di misurare la densità delle meduse e la crescita delle alghe nel mare. Fra una misurazione e l'altra, lavorano a maglia: Grass affida a questa occupazione, in contrasto con la dispersività maschile, il senso della continuità operosa e, forse, anche della speranza. Durante la traversata le donne ritrovano -il rombo', il pesce protagonista di un altro racconto dello scrittore, intuiscono di dover cambiare rotta. Il miraggio è Vlneta, la città dell'utopia grassiana. Incontriamo, nel romanzo, i fratelli Grimm, padri delle favole e filologi insigni del secondo Romanticismo. A loro è affidato il compito della conservazione ecologica. In un carosello grot¬ si inseriscono le altre vicende, die hanno una funzione «storica». Prima fra tutte quella • del nostro caro signor Oskar Matzerathm, il rogezzo non cresciuto de U tamburo di latta. Giinter Grass lo lasciò venticinque anni prima, in partenza da Danzica, e ce lo fa ritrovare ben sistemato .con Afercedes e chauffeur* nella Repubblica Federale. Produce film e videocassette e non parla volentieri del suo passato. Colleziona vetri rotti, e non per caso. La sua voce acuta, un tempo, riusciva a spezzarli. La sua storia, nel nuovo romanzo, è quella di un mitico ritorno in Polonia per festeggiare i 107 anni della nonna casciuba Anna Koljaiczek. Mentre Oskar si prepara e parte, cinque donne navigano sul

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