Povero Liszt cento anni e pochi onori

Povero Liszt cento anni e pochi onori Povero Liszt cento anni e pochi onori zione della Leggenda di Santa Elisabetta (oratorio in lingua tedesca con Eva Marton nel cast e Arpad Joo sul podio), la Hungaroton ha in serbo due primìzie: il Christus diretto da Antal Dorati, altro oratorio mai messo in disco, e Don Sanche, opera francese in un atto (del 1824-25), con Tamas Pai direttore, l'Orchestra di Stato Ungherese e Julia Hamari fra i solisti. Tutte edizioni (previste per settembre) che la casa ungherese rende disponibili in LP e CD insieme. Da parte sua la Philips pubblicherà dopo l'estate l'oratorio Via Crucis, con il Netherlands Ensemble diretto da Reinbert De Leeuw, e ha in serbo un progetto semi-segreto con Bruno Canino, che avrebbe scoperto nella Biblioteca di Budapest sette inediti pianistici dell'ultimo periodo di Liszt, quello che ancora poco conosciamo. Cosimo Steffani col Gewandhaus di Lipsia diretto da Kurt Masur, quindi una nuova edizione dei Concerti per pianoforte (e tre Studi Concerto; con Claudio Arrau, Colin Davis e la London Symphony; infine, dopo l'estate, l'integrale delle Rapsodie Ungheresi con Misha Dichter. Mentre qualcosa di decisamente più interessante si segnala nel secondo filone, quello delle rarità e prime registrazioni assolute, per iniziativa soprattutto della casa ungherese Hungaroton, (distribuita in Italia dalla Carish) e ancora della Philips (il cui asse culturale è per tradizione più spostato a Nord e a Est). Oltre a nuove registrazioni di tutti i poemi sinfonici con l'Orchestra di Stato Ungherese diretta da Tamas Pai, ai Concerti e alla Totentanz con Deszó Ranki e Zoltan Kocsis, giovani e pregevoli stelle del pianismo ungherese, e inoltre dopo la pubblica¬ il vestito da nonna ironicamente indossato in copertina: l'album è modernissimo, non fa risparmio di sintetizzatori, batterie elettroniche e ospiti d'eccezione come il solito Stevie Wonder con armonica al seguito. Canzoni anni '30 sono cosi salvate dalla naftalina del «cult» e riproposte perché suonino oggi. Né ci si tira indietro davanti a qualche audacia come spostare Somewhere, canzone tratta da West Side Story che all'origine era usata come musica di commento per un balletto, dall'offstage all'off-space, cioè nel vuoto siderale. E' questo il brano scelto per il singolo, anche se il meglio di sé come cantante Streisand lo offre In Not while around, una splendida ballata melodica ripescata da Sweeney Todd. E ora? A questo album tutta la critica americana ha plaudito, ma con un pizzico di sollievo, come dire: 'Perfetto, Il devi sfare». E siccome è difficile pensare che Streisand accetti di sentirsi rinchiusa, è elementare supporre che tornerà a mischiare le carte, a circondarsi di consiglieri da maltrattare e a inseguire operazioni commerciali rischiose. Gianfranco Manfredi Barbra Streisand: The Broadway Album, CBS. americana

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