Un eroe disarmato attraversa in treno l'Italia del terrorismo di Lorenzo Mondo

Un eroe disarmato attraversa in treno l'Italia del terrorismo Un eroe disarmato attraversa in treno l'Italia del terrorismo COME si deve interpretare il titolo azzeccatissimo che Claudio Marabini ha dato al suo ultimo romanzo? Se scartiamo l'accezione banalizzante e intendiamo «Viaggio all'alba» come «viaggio verso l'alba», saremo vicini al cuore di un libro in cui l'autore ha deciso per la prima volta di scoprirsi in sofferenza e pietà. Lo troviamo, il suo eroe disarmato, in una camera d'albergo, a combattere con luttuosi segnali. »Aveva fatto un brutto sogno, di cui non ricordava nulla. Gli era rimasta dentro un'orma scura». E poco più avanti: »Una scolopendra attrasse il suo sguardo». Marco è ritornato nella città natale a cercarvi forse una tana e un grembo. E' uno scrittore affermato che, solo per questo, senz'altra motivazione apparente, è diventato possibile bersaglio di un terrorismo che si esaurisce nel gesto furioso e clamoroso. Ma qui trova soltanto una madre smemorata, un'amante disillusa, un amico d'infanzia che gli promette di aiutarlo, interponendo i suoi buoni uffici presso i persecutori. Neanche questo soccorso gli giova, nell'eden che si sgretola: perché Marco, estratto a. caso dal mucchio, sente confusamente di dover accettare la parte di avversario della violenza, vorrebbe farsene degno contro le passate pigrizie e viltà. Con questo stato d'animo salta su un treno che attraversa una grande pianura. Il fresco della corsa mitiga l'ardore dell'estate, il finestrino inquadra i fotogrammi di una campagna esuberante. Mai come ora Marabini aveva saputo restituirci la sua vivida terra di Romagna, e proprio facendola partecipe di una turbata metafora. Dentro lo scompartimento si svolge il movimentato teatrino degli uomini: le due bambine bionde, che hanno la stessa consistenza e irresponsabilità delle spighe mature; la ragazza Kate (.il volto chino, incorniciato dalla gronda dei capelli»), che ha sfiorato esperienze distruttive e ora sembra richiamata imperiosamente alla complessità delle seduzioni femminili, madre figlia e amante; il terzetto di terroristi, che irrompono nella cabina gonfi di ottusità e livore. La prima fase del viaggio già contiene il midollo dell'intero romanzo, è la più alacre e viva, con quel poetico riscontro tra i sentimenti, le riflessioni di Marco e la distesa pianura falciata dai binari. Inclusa la figura di Kate, che moralmente trova appoggio e specchio in Marco (ma lo supererà di un balzo quando, nella stazione sconvolta da un attentato terroristico, si ferma a soccorrere le vittime, sceglie con tranquilla, sublime intuizione, di ricominciare a vivere calandosi al grado zero della pietà). Marabini infatti si trova a suo agio misurandosi nell'arte dei sottili trapassi, delle smorzature; meno convince davanti alla perentorietà dei gesti e dell'azione. In questo senso, l'immagine ricorrente di Aldo Moro assassinato è ben più pregnante e risolutiva delle sequenze in cui appaiono i terroristi in presa diretta. Ma il viaggio dell'uomo continua, solitario, nell'ululo delle sirene, dentro la grande città sconvolta da una violenza incontenibile, che umilia la vita proprio perché ha strappato ogni sacralità alla morte. L'alba inseguita è quella di un abitato tra le montagne. Sono picchi e torrioni buzzatiani; più che baluardi, si offrono come possibili varchi ad una avventura ascetica. Che non è una fuga, se proprio in quest'aria rarefatta, Marco trova le parole per riannodare il dialogo con una figlia randagia, da tanto tempo smarrita. In un suo racconto aveva amato identificarsi con Euripilo, un greco tra i tanti sotto le mura di Troia; in dieci anni il giovanissimo guerriero è diventato un altro, perfino i ricordi della sua casa si sono consumati e, mentre la guerra sta per finire, sente l'orrore del ritorno; per questo brucia il cavallo di legno, si batte per la sconfitta. Ma adesso Marco sembra essere riuscito a riscattare almeno una parte, la più pura, del suo passato. E decide di intraprendere un altro viaggio oltre le montagne, a piedi come i contrabbandieri, i vagabondi, i pellegrini di una volta. Lorenzo Mondo Claudio Marabini: «Viaggio all'alba», Rizzoli, 227 pagine, 20.000 lire.

Persone citate: Aldo Moro, Claudio Marabini, Marabini

Luoghi citati: Italia, Romagna