Guarienti, il metafisico che ci riporta nel Rinascimento

Guarienti, il metafisico che ci riporta nel Rinascimento Guarienti, il metafisico che ci riporta nel Rinascimento Bologna Bram Van Velde. Una trentina di opere grafiche, soprattutto litografie (mezzo tecnico in cui eccelleva) di un solitario pittore olandese, nato nel 1895, morto nel 1981, la cui vicenda artistica è considerata tra le più austere e che solo nel secondo dopoguerra ebbe i riconoscimenti che meritava. Alla Galleria Stampane, dal 23 febbraio. DOPO Guttuso, Cassinari, Bacon, l'ultimo volume delle grandi monografie Fabbri è dedicato a Carlo Guarienti, un pittore che da trent'anni conduce in Italia una ricerca isolata che ha interessato critici e scrittori italiani e stranieri, quali Ungaretti, Corrieri, Waldberg, Pieyre de Mandiargues, Comisso, Briganti, Tassi. Come scrive Alberto Moravia nell'introduzione, l'opera di Guarienti ci permette di rivisitare quel territorio dell'arte moderna che va sotto il nome di pittura metafisica, e di compiere una riflessione critica su di essa. In questa considerazione ci accompagna il bel testo di Vittorio Sgarbi che analizza l'opera ormai trentennale del pittore trevigiano, dall'iniziale realismo mediato da Gregorio Sciltian, alla sua adesione, a partire dagli Anni Cinquanta, alla poetica surrealista e metafisica. La dimensione profondamente letteraria della pittura di Guarienti è giustamente messa in rilievo da Sgarbi, che ne legge l'iter come una «storia di continui rimandi, citazioni, ricordi e trasformazioni, che, generati da un medesimo spunto, si allargano in una continua e colta elaborazione di temi e di invenzioni. Questo gusto della citazione è il grande filo conduttore della pittura di Guarienti, attraverso l'iniziale recupero dei generi tradizionali come la natura morta, il trompe-l'oeil, il ritratto, il tema religioso e gli omaggi ai prandi artisti del passato eseguiti nei primi Anni Settanta, anche con la raffinata tecnica della craquelure. Successivamente, fino alla sua produzione attuale, la citazione diviene frammento di memoria, sovrapponibile ad altri elementi, dai bestiari alla rappresentazione di oggetti neodada, in contesti che rimandano ad impianti architettonici rinascimentali: sempre velati e stemperati in una colta rarefazione neometa- Brescia Bruno Munari. In attesa della grande retrospettiva che finalmente gli verrà dedicata in ottobre a Palazzo Reale, a Milano, una mini-antologica con opere dal 1935 al 1986, curata per l'allestimento dall'artista stesso, argutamente intitolata «Dalla a alla zeta», che ne riassume egregiamente la continua zampillante creatività. Al Centro Sincron, da oggi. Omegna Achille Pace. Nato nel Molise nel 1923, fu uno dei fondatori agli inizi degli Anni 60 del Gruppo Uno e da allora ha svolto una ricerca basata su linee elementari, tracciate su campiture in genere monocrome, con un filo o un segno, via via sempre più ricco di sensibilità. Alla Galleria Spriano, fino al 12 marzo. Termoli Carlo Lorenzetti. Sculture e disegni, datati dal 1977 al 1985, di un artista romano, appartato e attento, il cui lavoro, sia per il rigore e la misura, che per la purezza del lirismo che lo permea, ha pochi ricontri nel panorama della scultura italiana attuale. Al centro d'Arte Termoli, fino al 10 marzo. Guarienti: «Il ritorno della sera», 1976 fisica, condotta talune volte e sapientemente al limite del monocromo. Un percorso mentale labirintico, misterioso e silenzioso che, ancora secondo l'autore, rivela la sua radice all'interno della grande pittura del '400 italiano. Firenze Renato Ranaldi. Opere recenti di un artista fiorentino, che da circa un ventennio si distingue per l'intensità inventiva e le sorprendenti anticipazioni con le quali elabora, utilizzando tecniche e materiali disparati, un personale, persuasivo discorso. Alla Galleria Vivita, dal 22 febbraio. Mirella Bandirti Vittorio Sgorbi, .Cario Guarienti», con introduzione di Alberto Moravia, Fabbri, 230 pagine, 148 ili., 90.000 lire. Savona Maria Ferrerò Gussago. Per iniziativa del Comune, a Palazzo Gavoni, omaggio ad una pittice savonese, scomparsa 4 anni fa, la quale fu personalità di rilievo del Secondo Futurismo e che anche ih seguito continuò a sperimentare forme d'avanguardia. Curatori Mirella Bentivogllo e Stelio Rescio. Dal 22 febbraio. Una Gioconda da 50 milioni Mulas, 20 anni di foto LONDRA — Una copia della Gioconda è stata venduta all'asta di Christie's per 21.600 sterline, pari a quasi 50 milioni di lire (la stima iniziale era di 4000-6000 sterline). Nel corso dei secoli molti artisti hanno ritratto il quadro di Leonardo e questo è una antica copia. Secondo la casa d'aste, risale al Seicento. In una mostra di Dublino, essa era stata presentata come opera di Bellini: un'attribuzione fantasiosa, «che poteva aver avuto origine soltanto in Irlanda», scrive 11 «Times». LUGANO — Si è aperta ieri alla Villa Malpensata una mostra fotografica di Ugo Mulas, uno dei più rappresentativi fra i nostri fotografi scomparso prematuramente nel 73. La mostra, organizzata dal Musée d'art et d'histoire di Ginevra e dalla Fondazione Svizzera per la Fotografia, ripercorre ventanni del suo lavoro, dalla Milano del Bar Giamaica del dopoguerra all'America dei grandi artisti della Pop Art. Fra le fotografie esposte figurano i celebri ritratti di Giacometti, Fontana, Morandi e Montale. Milano Arno Hammacher. Circa un quarantennio di attività fotografica di un valente artista olandese, da molti anni residente in Italia, quasi sempre rivolta (come appunto dimostra questa mostra) ad esaltare in modo vivificante la scultura: dai primi approcci a Barbara Hepworth alle recenti opere di vari scultori per Gibellina. Alla Stendhal, fino al 29 marzo.