Fra cento session spunta anche Marilyn

Fioriscono le collane storiche Fioriscono le collane storiche Fra cento session spunta anche Marilyn ORMAI lo sappiamo: corrono tempi di nostalgia per il passato, la guai cosa significa che al presente c'è carenza di creatività. Abbondano le riediirlonl e (per fortuna) ne beneficiano i giovani, che trovano sul mercato molti dischi che non possiedono e che fino a poco tempo fa erano fuori catalogo. Seguendo questa tendenza, la Durium ha pubblicato una collezione che si chiama Déja vu (già visto, e quindi già ascoltato). Dieci anni fa, un titolo del genere sarebbe stato sufficiente a renderla invendibile: adesso, invece, viene accolta con molto favore. Si tratta, per ora, di cinquanta long playing singoli (e di altrettante cassette) alcuni dei quali non interessano direttamente l'appassionato di jazz: il riascolto di Marilyn Monroe, Judy Garland, Harry Bela/onte. Fred Astaire, Al Jolson, tuttavia, può far piacere ed essere istruttivo. Oli altri contengono brani di jazz di altissimo livello, scelti con un criterio antologico. Di Woody Herman, per citare un album a caso, ci sono opere dell'esordio — come il classico At the woodchopper's ball che sul finire degli Anni Trenta rese celebre la sua orchestra in tutto il mondo —, del 'primo ■ gregge^ (Northwest passagey e dei-secondo (Four Wf> thers, che fu runo dèi manifesti del jaz^ freddo). "Js J* Come succede in questi casi, la collezione si arresta dopo l'inizio del jazz moderne, che coincide col limite oltre il quale bisogna pagare i diritti di riproduzione fonomeccanica. Occorre quindi integrarla da questo lato, ma essa giova molto a chi ha pochi dischi di jazz o non ne ha affatto. I grandi del jazz, fino a Dizey Gillespie, a Charlie Parker e al giovane Miles Davis, ci sono tutti. E' già tempo, però, di fare attenzione ai doppioni anche per chi si costruisce la 'discoteca essenziale: La settimana scorsa abbiamo segnalato la collezione della Saar, che proprio in questi giorni ha completato la serie portandola, com'era previsto, a quarantaquattro album. Contemporaneamente è scesa in campo la Wea con la 'Charter Line; anch'essa dedicata ai maggiori maestri del jazz. Qui la selezione ha confini temporali più ampi (dagli Anni Trenta agli Anni Settanta) ma è inevitabile qualche coincidenza su Benny Goodman, Billie Holiday, Nat King Cole. Su quest'ultimo, che è presente in tutt'e tre le serie citate, sembra giusto spendere qualche parola in pia e auspicarne un rilancio adeguato. King Cole fu e rimane notissimo come cantante di rara finezza, che seppe rispettare il buon gusto anche quando divenne un perjonaopto di moda. Afa fu anche un pianista eccellente. Il suo periodo più /elice, gli Anni Quaranta, coincide con l'inquieto itinerario del jazz verso un'espressione più moderna. A ciò King Cole portò un valido contributo con assoli bellissimi e con sottili intrecci strumentali dei Quali è prodigo col suo trio. Dei dischi che lo riguardano, è consigliabile scegliere quello della Wea (In the beglnning), colmo di pio vanite freschezza. Gli altri due propongonoi suoi brani più noti, ma, appunto, non mancano le coincidenze. fay

Luoghi citati: Dizey Gillespie