Amori e rabbia di Nancy la più infelice delle sorelle Mitford

Amori e rabbia di Nancy la più infelice delle sorelle Mitford Amori e rabbia di Nancy la più infelice delle sorelle Mitford villetta stupendamente elegante ma il suo francese, dopo anni di permanenza, rimaneva ostinatamente anglo-sassone. L'idea di doversi cucinare un pasto la paralizzava. Il suo ideale, dopotutto, rimaneva quello di .avere un personale che cambi il vaso di mimose tre volte al giorno». Anche a Parigi, dove viveva prima di andare a Versailles abitava una casa con le mansarde di lavagna e la pietra grigia in perfetto stile Luigi XIV. Era malata e le sorelle lo sapevano ma non lei. «Non sarebbe capace di accettare la vicinanza della propria morte» commentarono, con l'eleganza tipica e distaccata del loro lignaggio. A Parigi, timida, schiva, offriva dei tè molto inglesi con muffin e sandwich al cetriolo. Si lamentava con la sua voce un po' birignao di come fosse stata mal educata, di come non sapesse nulla di nulla; diceva che i suoi libri .dotti», sulla Pompadour, per esempio, su Federico di Prussia (grandi successi giorni di permanenza in una modesta pensioncina in South Kensington, tornava alla casa avita. Nel 1931, quando aveva 27 anni, pubblicava il suo primo libro. Tra i suoi amici, Harold Acton e Evelyn Waugh erano tra i più devoti e con questi corrispondeva: l'autrice di questa biografia parafrasa molte lettere. Nancy mantenne l'occhio divertito anche negli ultimi mesi quando la malattia che la fece morire era così dolorosa che ingoiava mezzo cuscino per non urlare. Ma non perdeva mai la sua volontà di .mantenere la vetrina» di fingere felicità e soprattutto divertimento. Quando stava per morire e lo sapeva, andavo a trovarla in ospedale e mi spiegava di certe nuove cure per le quali sarebbe stata presto bene. Era per non imbarazzare il visitatore. Anche se non poteva bere, c'era una bottiglia di champagne vicino al capezzale. Anni prima, a Versailles, Nancy Mitford abitava una inglesi e Nancy si recò a denunciarla all'Home Office il giorno della dichiarazione di guerra, insistendo che fosse arrestata. Lo fu, la elegante e bellissima Lady Mosley, e venne rinchiusa a Holloway, una pulciosa prigione femminile a Londra. Unity si era inamorata di Hitler e la sua passione era vagamente provata anche da Hitler, per quanto Hitler impotente e abbietto, fosse capace di passioni. Unity si sparò il giorno nel quale scoppiò la guerra. Non riusci a morire subito e rimase paralizzata sofferente, per mesi. Jessica diventò comunista e scrisse libri sull'America; Deborah, non meno modestamente, divenne la duchessa di Devonshire, con una delle collezioni di opere d'arte più importanti al mondo e tanti castelli quanti quelli di Eulalia Torricelli. Nancy cercava di stabilire la propria indipendenza: quando aveva 22 anni scappava di casa ma, dopo pochi Nancy Mitford con marito e figlia ti on va ita a. ndi La he ta a» ai ai della Hastings, Nancy è descritta con freddezza. I suoi grandi amori, specie quello doloroso, infelicissimo, durato trentanni con Gaston Palewski, il ministro di De Gaulle, che Nancy chiamava .il Colonnello», è visto con poca compassione. Le sofferenze di Nancy, che contemplava con furore, rabbia e gelosia le infedeltà del principe franco-polacco, vengono considerate solo una ricerca masochistica. commerciali) le erano serviti per imparare cose che non sapeva affatto. Guadagnava molto, un fatto che la stupiva e che le dava una certa sicurezza, anche economica. Dice la sorella Diana, ancora stupenda, raggiante di occhi azzurro-acciaio: «La cosa orrenda di Nancy è che non e mai stata considerata la prima in nessuna cosa» né dai suoi amanti, né dai suoi amici, tantomeno dai suoi editori. Anche in questa biografia Gaia Servadio tra, la tecnica omogenea o stile, che dir si voglia. I personaggi degli otto autori nascono su piani immaginativi separati e incomunicanti, realistici alcuni, surrealistici altri e lo sviluppo delle vicende, assicurato da un procedimento troppo casuale, non riesce ad impastare i rapporti tra i personaggi, che restano occasionali. Inoltre, gli ammiccamenti agli organizzatori e a certe caratteristiche risapute della società di oggi creano altre incongruenze. Un libro non riuscito ma non da cancellare. Oltre che frutto di un curioso esperimento (non è stato né sarà l'unico del genere, anche se per ora è il più compiuto) il volume costituisce un abbondante campionario di spunti, personaggi, soluzioni, stili. E chi ha fantasia e conosce bene il francese può trovarci qualcosa di gradevole e, come si dice, di stimolante. Esce a Parigi un libro-esperimento scritto in otto luoghi diversi