Cee, guerra dei prezzi tra i 12 ministri agricoli di Fabio Galvano

Bruxelles, s'inizia la maratona: non sarà facile sanare i disaccordi i II discorso settimanale del presidente americano alla radio Bruxelles, s'inizia la maratona: non sarà facile sanare i disaccordi i II discorso settimanale del presidente americano alla radio Cee, guerra dei prezzi tra i jÉ ministri agricoli Reagan paria di Nlarcas «Non avrà l'impunità» L'Italia scende in campo contro la penalizzazione dei prodotti mediterranei - Pesa sul «vertice» il voto negativo della commissione parlamentare sul «pacchetto Andriessen» fatto per frenare un contributo agricolo che l'anno scorso ha già assorbito il 69 per cento del bilancio comunitario; o per ridurre «montagnedi eccedenze — cereali, carne, burro, latte — oggi valutate a 11 miliardi di Ecu (16 mila 500 miliardi di lire). Al quadro di base si aggiunge il problema contingente del - buco» di bilancio causato dal crollo del dollaro. Anche se la proposta-prezzi fosse adottata senza variazioni dai ministri, infatti, sarà necessario reperire, attraverso uno stanziamento aggiuntivo, circa 1500 milioni di Ecu (4 mila 500 miliardi di lire) per coprire il costo supplementare degli aiuti all'esportazione, che fanno da ponte fra gli alti prezzi europei e quelli internazionali, che con l'indebolimento del dollaro si abbassano sempre di più. E questo senza tener conto dei 1155 milioni di Ecu (1700 miliardi di lire) necessari per la prima tranche del programma di destoccaggio. Colpita dalla penalizzazione delle colture mediterranee, l'Italia ne attribuisce la responsabilità alle pressioni di quei Paesi il cui surplus rappresenta — nelle parole di Pandolfi — il ^nocciolo duro» delle eccedenze. Nei tre anni dall'84 all 86 le spese comunitarie per l'agricoltura di tipo continentale hanno infatti assorbito o assorbiranno rispettivamente il 65. 10,1 e 74,8% del bilancio agricolo: quelle per la produzione di tipo mediterraneo (olio d'oliva, ortofrutticoli, tabacco) sono invece scese rispettivamente dal 24.8 al 19,3. e toccheranno ora il 17.9%. Sono elementi dei quali si dovrebbe tener conto nella •maratona, che parte oggi a Bruxelles. dato di organizzare una 'linea di resistenza, a protezione della nostra agricoltura mediterranea, che è parsa particolarmente colpita dal •pacchetto Andriessen*; ancora una volta egli denuncerà «il peso dei condizionamento politici* esercitato nella formulazione di quel)~ proposte, ma è difficile dire se riuscirà a smuovere la minaccia che incombe su olio d'oliva, ortofrutticoli e grano duro. Per i francesi uno dei problemi principali è quello dei latticini, con una riduzione del 4 per cento proposta per i prezzi d'intervento sul burro. Il tedesco Kiechle. votato alla difesa dei redditi reali degli agricoltori tedeschi, respinge addirittura il congelamento proposto dalla Commissione sulla maggior parte dei prezzi. Eppure nessuno può ignorare che qualcosa dev'essere BRUXELLES — Entra nel vivo l'annuale battaglia per i prezzi agricoli comunitari. Riuniti a Bruxelles, i ministri dell'Agricoltura dei Dodici affrontano la •maratona* — oggi, domani e forse anche mercoledì — in cui saranno discusse le proposte elaborate il mese scorso dalla Commissione Cee e presentate dal vicepresidente dell'esecutivo comuni taro Frans Andriessen. Non sarà facile sanare il disaccordo fra i Dodici, ciascuno votato a sostenere gii interessi nazionali, già emerso al Consiglio agricolo del 24 febbraio. Si dovrà anche tener conto del voto negativo espresso nei giorni scorsi dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, e dei 300 emendamenti che saranno discussi il mese prossimo a Strasburgo, in sessione plenaria. Qualche screzio supplementare potrebbe anche derivare dalla presenza, fra i ministri, del francese Francois Guillaume. Appena nominato a far parte del governo Chirac, Guillaume era fino a ieri il potente capo dell'associazione agricoltori: un imprevedibile tribuno, protagonista di clamorosi scontri con i ministri, organizzatore di manifestazioni anti-Cee da parte di migliaia di agricoltori, e una volta persino allontanato di peso da Palazzo Charlemagne in cui oggi entrerà come ministro. Più a suo agio alla testa dei contadini infuriati — ne trascinò centomila a Parigi, nel marzo '82, per dimostrare contro l'allora ministro dell'Agricoltura Edith Cresson — Guillaume non ha certo l'immagine del politico raffinato. L'anno scorso si sedette sul gradino d'ingresso di Palazzo Charlemagne dichiarando che non si sarebbe mosso finché i ministri non avessero raggiunto un accordo sui prezzi: la sua presenza, in una trasformazione da segugio a volpe (venerdì è già stato contestato da gruppi di piccoli agricoltori francesi), darà sicuramente «colore» a questo Consiglio. Difficilmente si raggiungerà un accordo durante questa tornata di negoziati sebbene il calendario preveda per il 1° eprile l'entrata in vigore dei nuovi prezzi: gli ostacoli sono troppi. Pandolfi viene dall'Italia con il man¬ Fabio Galvano Est-Ovest: «Sono ottimista sul vertice con Gorbaciov, ma non è questione di vita o di morte se non si fa» - Nicaragua: «Non considero definitivo il no, non è quello il parere degli americani. Noi ci perdiamo in parole, le cannoniere Urss non aspettano» NEW YORK — Il presidente Reagan deplora «sii attacchi personali astiosi, sferrati contro di lui e il suo programma di aiuti ai .contras. nicaraguensi e propone di modificare la distribuzione dei 100 milioni di dollari che intende ottenere a favore dei guerriglieri antisandinisti. In un'intervista pubblicata ieri dal .New York Times* — e che ha avuto quali altri temi principali i rapporti con Mosca e con Manila — il presidente Reagan afferma che •avversari del nostri, programma (di aiuti ai 'contras') hanno sferrato attacchi dei più astiosi contro di me e hanno disonestamente truccato la verità-'. L'intervista è stata rilasciata venerdì scorso, ossia all'indomani del voto della camera dei rappresentanti con il quale — con una maggioranza di soli 12 voti — è stata respinta la concessio¬ ne di aiuti per 100 milioni di dollari (70 dei quali in assistenza militare) alle forze anti-sandiniste. Allo scopo di far approvare il suo programma, che giovedì prossimo sarà sottoposto all'esame del Senato. Reagan propone la concessione immediata di aiuti per 25 milioni di dollari, mentre i rimanenti 75 verrebbero concessi in un secondo tempo, ma comunque entro 90 giorni. La prima quota di aiuti sarebbe destinata all' assistenza medica e alimentare e all'acquisto di armianti-aeree. Nell'intervista Reagan si dice d'altro canto ottimista circa le prospettive di un .vertice, americano-sovietico in giugno o luglio prossimi. Egli afferma che l'attuale situazione di stallo sulla questione del controllo degli armamenti non costituisce una ■questione di vita o di morte» per le relazioni fra le due nazioni. Reagan ricorda che si è impegnato a fare tutto il possibile per ottenere una riduzione degli armamenti nucleari. Reagan ha poi parlato delle Filippine, affermando che l'ex-presidente Marcos (attualmente in esilio alle Hawaii) non è al di sopra delle leggi statunitensi o di quelle della nazione che accettasse di accoglierlo. Ha ancora detto che non ha in programma un incontro con il presidente filippino, signora Corazon Aquino, in occasione del suo viaggio a Tokyo, dove parteciperà al prossimo .vertice. economico. Ha aggiunto che accetterebbe di incontrare la signora Aquino più avanti, se un incontro potesse .migliorare oppure continuare a favorire» le relazioni fra Washington e Manila. Sempre in tema di aiuti ai 'contras', Reagan è tornato alla carica con il consueto discorso radiofonico del sabato pomeriggio, sottolineando come gli aluti ai «combattenti per la libertà, nicaraguensi rappresentino «una protezione dei confini meridionali degli Stati Uniti., nonché l'unico mezzo .per aiutare i 'contras' a riconquistare la libertà del loro paese.. Il presidente ha aggiunto che .la sola diplomazia non basta, e che è necessario ribaltare il .no. della Camera. Il presidente ha aggiunto che la settimana prossima egli sottoporrà al Senato la sua richiesta e che spera in un successivo .ravvedimento» dei rappresentanti. Per Reagan, infine, la risposta negativa non riflette «la volontà consapevole degli americani». Ha detto di non accettare il .no» come definitivo. Oggi a Parigi