Ponticelli: parlano le fidanzate di due imputati forse è l'ultima carta per evitare l'ergastolo

Riprende con un'udienza determinante il processo contro i giovani accusati della morte delle due bambine Riprende con un'udienza determinante il processo contro i giovani accusati della morte delle due bambine Ponticelli: padano le fidanzate di due imputati forse è l'ultima carta per evitare l'ergastolo I giudici vogliono Esistono vuoti ne NAPOLI — Davanti ai giudici, stamane, le ragazze di Giuseppe e Salvatore La Rocca. Vincenza Nocella e Loredana Cira Piemonte hanno fornito in istruttoria solo frammenti di una verità che forse non conoscono interamente. Ci sono dei vuoti nella ricostruzione degli alibi del pomeriggio e della sera del 2 luglio del 1983. Interrogate due mesi dopo il duplice delitto, caddero in più d'una contraddizione, si confusero, smentirono, o comunque non furono in grado di puntellare l'alibi presentato agli inquirenti dai loro fidanzati Le attende una giornata dura. Il testimone è vincolato al giuramento. Un passo falso (reticenza, o falsa testimonianza) significa l'arresto in aula. Dagli'Interrogatori di Ciro Imperante, Luigi Schiavo, Giuseppe e Salvatore La Rocca e del teste-chiave Carmine Mastrillo la verità non Napoli. Due dei giovani r controllare ancora una volta le deposizioni delle ragazze di Giuseppe e Salvatore La Rocca lla ricostruzione degli alibi: interrogate due mesi dopo il delitto si confusero e smentirono è ancora emersa in maniera limpida, anche se i quattro presunti assassini di Barbara e Nunzia hanno accusato incertezze e sbandamenti di fronte alle contestazioni in serie mosse loro dal presidente Lanni e dal pubblico ministero Vignola. Gl'imputati non sono degli stupidi. Il solo Salvatore La Rocca appare, per chiari segni, psicologicamente fragile. Ma non sono neppure dei giovani veramente smaliziati. Due facevano i muratori, saltuariamente: Imperante e Schiavo; due i fabbri: i {rateili Giuseppe e Salvatore La Rocca. All'epoca del crimine (2 luglio '83) erano poco più che degli adolescenti, tra i 18 e 120 anni. Parecchie le zone d'ombra in questo processa dove la posta in gioco è il carcere a vita per tre dei quattro imputati, chiamati a rispondere di crimini tra 1 più scellerati La gente che gremisce l'aula del¬ mputati di Ponticelli: Luigi Schi la prima sezione della Corte d'assise e il cortile di Castelcapuano viene dal parco Incis di Ponticelli, dove abitavano Barbara e Nunzia. Donne del popolo in gran parte. Sono la coscienza della collettività di Ponticelli che chiede pubblica vendetta, il coro muto sullo sfondo della tragedia che rivive nell'aula in tutti i suoi agghiaccianti particolari. Eppure non hanno l'aspetto di mostri quei quattro: ammette la gente. Per 1 giudici il problema è quello di arrivare alla conoscenza dei fatti, aprendosi la via tra le menzogne. I quattro giovani di San Giorgio a Cremano, furono prima insultati e disprezzati dagli altri detenuti del carcere di Poggioreàle; poi cacciati via a furor di popolo dal paesi sui quali era caduta la scelta del soggiorno obbligato; in seguito spiati con aperta ostilità dalla gente in aula. Comunque condannati dalla hiavo e Salvatore La Rocca pubblica opinione in maggioranza colpevolista, seguitano a proclamare la propria innocenza. Luigi Schiavo ha perfino avvicinato la povera signora Mirella Grotta, la madre di Barbara, dicendole che -Noi non c'entriamo, ve lo giuro-. Nell'ingenuo tentativo di cancellare le contraddizioni in cui erano caduti in relazione all'alibi, nella fase istruttoria, hanno accusato i carabinieri della caserma Pastrengo di averli torturati. Salvatore La Rocca ha addirittura affermato di essere stato interrogato da un carabiniere negro, travestito da giudice. Un altro carabiniere, per indurlo a confessare, avrebbe minacciato Salvatore di buttarlo in un pozzo. La paura, gli avrebbe sciolto la lingua. E allora si decise a raccontare: «Mio fratello Giuseppe, Ciro Imperante e Luigi Schiavo hanno violentato, ucciso e dato alle fiamme I corpi di Barbara e di Nunzia. Poi Giuseppe venne a chiamarmi perché io mi prestassi a nascondere i cadaveri bruciati delle bambine in un canalone, in località Caravita, di Ponticelli. Cosa che feci...-. Ritrattò qualche tempo dopo. Mercoledì scorso, in aula, ha sostenuto la propria innocenza e quella degli altri tre. Strano, a dir poco, il comportamento di - Giuseppe. Erano in tre. Come mai ricorse all'aiuto di Salvatore per occultare i corpi delle due bambine? Carmine Mastrillo. il giovane che ha perduto la gamba sinistra 13 anni fa in un incidente d'auto, è il teste-chiave dell'accusa. In istruttoria affermò che il giorno prima del delitto si sarebbe incontrato con Schiavo e Giuseppe La Rocca i quali lo invitarono a un appuntamento per l'indomani con tre ragazzine, una delle quali era Nunzia Mu nizzi. Lui non ci andò. La sera dopo (sabato 2 luglio), verso le 20,30, il Mastrillo avrebbe rivisto i fratelli La Rocca, Schiavo e Imperante. L'incontro sarebbe awenu lo davanti alla discoteca «Eco Club» di Volla. «Fu Giuseppe che mi raccontò tutti i particolari del fatto... Imperante mi minacciò, ordinandomi di tenere la bocca chiusa...-. In aula ha fatto una clamorosa marcia Indietro. •Tutta colpa dei carabinieri. Mi intimidirono». Minacciato di arresto, il Mastrillo ha finito col ribadire l'accusa nei confronti dei suoi quattro amici. Perché aveva ritrattato davanti ai giudici della Corte d'assise nella drammatica udienza di venerdì scorso? •Perché — ha spiegato — avevo ricevuto minacce di morte per telefono-. E anche in questo racconto del Mastrillo c'è qualcosa che lascia perplessi. Possibile che Giuseppe La Rocca, presenti gli altri tre suoi complici, abbia avuto la folle idea di svelare al Mastrillo i particolari del massacro delle due bambine? Non è un reato di poco conto. Quello che Giuseppe aveva svelato al Mastrillo era roba da ergastolo. Mario Cicelyn Un «tribunale d Scessa sismica nelle valli del Cuneese CUNEO — Due leggere scosse di terremoto sono state avvertine nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 2,30, nella zona Entracque-Sant'Anna di Valdieri. L'intensità del sisma sarebbe stata di 2-3 gradi della scala Mercalli. Alcuni abitanti dei due paesi, come già era avvenuto una quindicina di giorni fa per una scossa analoga, sono stati svegliati. Nessun danno. Il sisma è stato avvertito anche nelle Valli Stura e Grana. Anche in provincia di Modena è stata registrata una scossa sismica di magnitudo 3.4 pari all'intensità del terzo-quarto grado della scala Mercalli. Il movimento, localizzato nei pressi dei Comuni di Zocca e Guiglia, è stato avvertito ieri pomeriggio. ei buoni» assegna