Roma riapre la sfida scudetto

SPORT SPORT Una domenica importante per il vertice del campionato: la squadra di Eriks.són domina la Juve (3-0) che ora ha soltanto tre punti di vantaggio Il Napoli supera l'Inter con un rigore di Maradona - Successo del Milan sull'Udinese con una doppietta di Hateley - Il Torino batte in extremis l'Avellino (1-0) e la Samp passa a Lecce (1-0) - Nulla di fatto tra Fiorentina e Verona (0-0) - Pareggiano Atalanta-Bari (0-0) e Como-Pisa (1-1) Roma riapre la sfida scudetto Graziani manda subito ko la Juve CINQUE DOMENICHE ECCO IL CAMMINO Vivaci polemiche sul ring di Montecarlo Oliva grande campione ma Sacco parla di furto e vuole un altro match ROMA — Prima i tifosi hanno fasciato lo stadio Olimpico di giallorosso balzando al primo posto, se già non lo erano, in fatto di folclore calcistico, poi la Roma squadra ha avvolto la Juventus nel suo gioco a tutto campo sema lasciarla respirare, ragionare, organizzarsi. Un peccato (non per i romanisti, certamente) che il gol al terzo minuto del magnifico Graziani imponga il ritrito, ma necessario, discorso sul peso dello svantaggio, e del vantaggio, «a freddo-. Ma va scacciata l'idea di una capolista che, incassata la rete, pensa subito al mercoledì internazionale. Farebbe torto agli uomini di Eriksson e al tecnico stesso. La Roma di oggi è la miglior squadra del campionato anche perché non patisce assenze (Conti, soprattutto), perché si muove come a memoria sul terreno, perché trova nella panchina — vero Graziani? — elementi che sprizzano salute ed energie, e che sanno chi ringraziare (il preparatore atletico Colucci). Né la Juventus di inizio di campionato, né questa Roma, potrebbero reggere tutta una stagione ai loro ritmi ottimali. I bianconeri per ora possono sostenere, con il suffragio dei tre punti di vantaggio malgrato la batosta di ieri, che la partenza sprint rende di più. Ma il loro momento è senza dubbio delicato: non hanno solo lo scudetto cui pensare, ma all'arrivo del Barcellona, che adesso mette paura. Più che mai si rimpiange l'occasione, fallita ma neppure cercata con la necessaria convinzione, di mettere fieno in cascina al Camp Nou. La Roma, costringendo '. bianconeri a cercare di fronteggiarla su ritmi per loro vnpossibili, non solo ha sottolineato il momento atleticamente difficile di alcuni uomini di Trapattoni, ma ha messo in crisi sia Bonini che Scirea, rientrati a Torino acciaccati. Già priva di Serena e Briaschi, la Juventus non può sopportare altre defezioni. La buona prova di Pacione (suo il pallonetto che ha scavalcato Tancredi e la botta c)ie ha costretto il portiere ad una grossa parata) va accolta con soddisfazione, assieme alla puntigliosa gara di Laudrup, ma sono le due sole note bianconere positive, nel pomeriggio-naufragio allo stadio Olimpico. Il 3-0 è un risultato che pesa. Andata in vantaggio, la Roma ha preso il comando del gioco per non lasciarlo, di sua volontà, che a risultato garantito. Gli errori di conclusione di Bcniek (due) e Cerezo (uno) hanno salvato la Juve ancora nel primo tempo. E quasi a voler ribadire, se era necessario, la loro superiorità, i giallorossi hanno battuto la terza volta Tacconi (con Cerezo, splendido protagonista) quando erano rimasti in dieci, per l'espulsione di un Pruzzo sin troppo esaltato dalla favorevole piega degli avvenimenti. Presi in velocità dalla .sona- giallorossa che prevede la mutua assistenza fra i giocatori e un continuo movimento anche degli atleti non in possesso di palla (ancora Cerezo, Ancelotli e Di Carlo i migliori sotto questo profilo, più Gerolin ma solo per mezza gara), i bianconeri più che pensare al Barcellona si sono convinti presto di non essere in grado di replicare con efficacia. La manovra ampia della Roma, che sfrutta tutto il campo nella sua larghezza, ha costretto centrocampo e difesa avversarie ad aprirsi, ad allontanare gli uomini uno dall'altro. Ecco la chiave di lettura di un 3 aO che fa rumore, ma non stupisce chi ha visto la partita. La lentezza di Manfredonia, Mauro, Favero, Brio, 'Sello stesso Scirea — chiamato a chiudere su tutto il fronte difensivo — è stata crudelmente evidenziata dal gioco dei giallorossi. Se bloccati sul centro, sfuggivano dalle fasce: ha sofferto e non poco anche Cabrini. I tentativi di replica dei bianconeri, pronti ed orgogliosi almeno sino al secondo gol dei rivali, ruotavano solo sul triangolo Platini (suggeritore), Laudrup, Pacione. Troppo poco. E se Manfredonia, Bonini e Mauro si azzardavano ad appoggiare le pur timide offensive, venivano inesorabilmente saltati dalle risposte di Ancelottì e colleghi, e meno male che Boniek ieri non è stato felice negli affondo come nelle precedenti partite. A Roma pareva non ci fosse altro di calcio, se non il trionfo giallorosso. Solo qualche sarcasmo al nuovo tonfo della Lazio a Cagliari, la faida cittaina non è mai finita. I due gol di Hateley, il rigore di Maradona, tutto cancellato, e più che cancellato, sorvolato, da questo show giallorosso che riapre (ma non per Eriksson) discorsi di scudetto. La Juve può consolarsi con il fatto che nelle restanti cinque giornate di campionato non ci saranno altre Roma. E che il Barcellona non è forte come la Roma di adesso. Una squadra che Viola pensa oggi di ritoccare ben poco. Toninho Cerezo poteva risparmiarsi il doppio giro d'onore ed i baci mandati ai tifosi sulla punta della dita. Crediamo proprio che questo divorzio non si farà. Roma. Con questo colpo di testa Graziani ha aperto le marcature pe Ma come gioca bene quella Roma per dal nostro inviato GIAN PAOLO ORMEZZANO ROMA — Boniek alla fine di Roma-Juventus 3 a 0 si è spogliato di idee e pensieri come una stripteaseuse degli abiti. Per interessare tutti, e anche per eccitare (i romanisti). E alla fine è rimasto nudo come personaggio, nudo e vero, nudo e verace: anche se ha sempre tenuto addosso, modellato alle anche come un pareo, l'asciugamano di spugna, U nello spogliatoio. Abbiamo chiesto a lui della Roma, della Juventus, del campionato, della Coppa dei Campioni. Sicuri che personaggio migliore non ci sia, adesso, per esaminare la salute della Juventus, le possibilità della Juventus. Boniek ha detto: .Per prima cosa, devo far notare che la Juventus è entrata in crisi, all'Olimpico, soprattutto per la grandezza della Roma, non per la pochezza propria: in tre anni da che sto in Italia posso dire, in tutta onestà, che mai si è giocato un calcio cosi bello come quello giallorosso attuale. La Juventus al 99 per 100 è campione d'Italia 1986, noi siamo campioni di gioco. Favero alla fine mi ha chiesto la maglia, è un segno-. Ottenuta la maglia della Juventus in cambio, Boniek se l'è legata alla pancia come facevano. Anni Sessanta, i play-boys con i golf preziosi, si è portato a centro campo convinto di essere seguito dal compagni, ma si è trovato solo in topless. Ha alzato un braccio ed è andato via. .La Juventus — ha continuato — mi è parsa atletica¬ la Roma: è il 3\ per la Juve la sfi da all'Olimpico è subito in salila 26a GIORNATA Montecarlo. Patrizio Oliva i n trionfo dopo il vittorioso match con l'argentino Sacco gjj Genova con quanti hanno p collaborato a farmi arrivare g a questo traguardo; poi tor- g nero a casa, nella mia Napo- jjj li, a riposare. Ho il titolo j§ mondiale e ora rutto Quello g che arriva è in più rispetto a g guanto mi aspettavo. Non p voglio invecchiare sul ring p certamente, penso che due g difese volontarie potrebbero B anche bastarmi prima di g passare la mano e pensare jj§ ad un futuro in borghese H magari come uomo di rela- g zioni pubbliche di qualche H grossa ditta-. Si parla già di un primo B pretendente al titolo, 11 pe- g ricolosissimo nicaraguense g Alexis Arguello. già quasi in g parola per battersi con Sac- g co. Ma Rocco Agostino ha p sparato una richiesta più g efficace di un montante al g mento: 700 mila dollari. Quello che conta, al di là g di ogni discussione — sul g nostro cartellino il margine g per Oliva era ben più ri- g stretto, uno o due punti al H massimo —, è la realtà di g un Oliva che ha finalmente g dimostrato di essere pugile g vero, mettendo sulla bilan- g eia cuore, temperamento, g capacità di soffrire per ani- g vare al più ambito dei tra- ;|; guardi. I contrasti sul ver- g detto si possono anche spie- g gare con la diversa valuta- p zione che i giudici danno a g vari tipi di scorrettezze: in g America 11 modo di combat- g tere di Sacco, testa in avari- H ti dondolante pericolosa- §§ mente come una terza g arma, è tollerato, mentre g sono punite inesorabllmen- g te le trattenute, gli appoggi g sulla nuca dell'avversario e g altre simili irregolarità più g ingenue che pericolose. Ma g questa è un'interpretrazio- g ne, non vuol costituire una p macchia su un trionfo, ripe- g tiamo, soffertissimo ma me- p ritato. m vava con grossolane scorrettezze. Come si può dare il titolo mondiale ad un ciclista? Sono venuto per onorare la memoria di Sabbatini, ma era meglio se me ne stavo a casa-. Lectoure ha poi fatto capire di aver già parlato al supervisore della Wba, Tim Resnich, ottenendo una mezza promessa dell'immediata reintegrazione di Sacco a sfidante numero uno. Lo stesso Sacco conclude il festival del lamento ribadendo: «Jvon ho perso da Oliva che non mi ha mai messo in difficoltà. Mi ha battuto il pubblico, influenzando i giudici e facendo loro pronunciare un verdetto incredibile. Comunque Oliva è peggio di quel che pensavo: tante scorrettezze e poca sostanza-. La musica del clan del neo-campione è ovviamente di tono opposto. Patrizio, dopo aver confessato che forse questo successo gli ha dato più gioia perché più contrastato rispetto al trionfo olimpico, ha spiegato: .Ho vinto la battaglia con chi mi ha sempre denigrato, e tutte queste discussioni non m'interessano. Del resto Sacco può dire quello che vuole: era lui che boxava a testa bassa, non io, anche se l'arbitro di scorrettezze sembrava vedere soltanto le mie. Sul piano della scherma, della lucidità, dell'intelligenza tattica gli ho dato una lezione di boxe. Lui ha cercato soltanto la rissa, e penso di avergli tenuto testa anche in questo campo che mi è meno congeniale-. In quanto al futuro. Patrizio è stato logicamente piuttosto generico: «Domani (ndr: oggi per chi legge) festeggerò San Patrizio a