Sull'imposta di successione sospetti d'incostituzionalità

Mentre sta per iniziare alla Camera Tesarne della riforma Mentre sta per iniziare alla Camera Tesarne della riforma Sull'imposta di successione sospetti d'incostituzionalità Secondo tre giudl'esenzione fiscale ROMA — Mentre sta per Iniziare alla Camera l'esame del disegno di legge governativo per riformare la tassazione delle eredita, i giudici tributari di Perugia. Napoli e Monza hanno sospettato in più punti di Incostituzionalità l'attuale meccanismo che regola l'Imposta di successione. E" una questione che interessa direttamente milioni di famiglie perché nella maggior parte dei casi gli eredi sono tenuti a presentare al fisco la denuncia di successione e sono poi costretti a far iscrivere ipoteca sui beni passati in loro proprietà o a venderli addirittura in blocco o separatamente. Ecco in sintesi il quadro della situazione. L'imposta di successione è tuttora disciplinata dal decreto presidenziale numero 637 del 26 ottobre 72, entrato in vigore il 1 gennaio '73. Da allora sono rimaste sostanzialmente invariate (tranne una lieve modifica avvenuta nel '75) le aliquote e percentuali a scaglioni in base alle quali si calcola poi il tributo da pagare. Analogamente sono rimasti fissati in appena 30 milioni il limite di esenzione per la tassazione dell'asse ereditario netto, e in appena 500 mila lire il limite per le spese funerarie deducibili dal totale dell'attivo ereditario netto. Ciò significa che il coniuge e i figli del defunto contribuente devono pagare l'Imposta di successione se i beni ereditati superano U valore complessivo di 30 milioni e non possono detrarre le spese funerarie superiori a mezzo milione. E' ovvio che tali limiti rimasti invariati rispetto a undici anni fa determinano un grave danno economico agli eredi perché nel '75 il valore di 30 milioni equivaleva in media al valore della prima casa, mentre oggi corrisponde a quello di un box auto. Lo stesso discorso vale naturalmente per le spese del funerale che in media sono oggi di gran lunga superiori al mezzo milione del 75. Il disegno di legge presentato dal ministro delle Finanze Visentini prevede che il coniuge e i figli del contribuente deceduto dopo il 1° luglio prossimo saranno esentati dall'imposta di successione — anche al fini dell'Invim — se il valore dei beni non supera i 120 milioni. Oltre 1 120 milioni saranno applica bili aliquote crescenti : 3% fino a 200 milioni, 7% fino a 400 milioni. 10% fino a 800 milioni, 15% fino ad un miliardo e mezzo, 22% fino a tre miliardi e 27% oltre i tre miliardi. Per i fratelli e sorelle sono invece previste aliquote supe rìori, mentre per gli altri parenti fino al quarto grado e per gli affini fino al terzo grado e per gli altri sogetti l'aumento è ancor più sensi bile. Per gli eredi di coltivatori diretti (ascendenti, dìscer. denti, coniuge, fratelli e sorelle) è prevista una riduzione d'imposta del 40% su fondi rustici di valore inferiore a 200 milioni (oggi il -tetto» è di soli 50 milioni). La revisione dell'imposta di successione era stata sollecitata al governo dalla Confcdilizla, dalla Coldiretti e dalla Ull. li disegno di legge, che prevede anche la modifica delle aliquote dell'imposta sulle donazioni, non risolve però ici tributari - Il per moglie e figli per moglie e fìgl tutti i numerosi problemi sul tappeto. Innanzitutto rischiano di restare ingiustamente esclusi dai notevoli vantaggi della riforma tutti coloro che hanno ereditato o erediteranno prima del 1" luglio '86 8oIo il Parlamento potrà estendere ad essi 1 benefici con effetto retroattivo — come è avvenuto per la tassazione delle liquidazioni — almeno dal 1980 in poi attraverso una serie di coefficienti di rivalutazione automatica delle aliquote. In caso contrario l'unica possibilità è nelle mani della Corte Costituzionale alla quale si è rivolta la Commissione tributaria di primo grado di Perugia che ha sospettato d'illegittimità sia l'attuale meccanismo di calcolo dell'imposta di successione sia il «tetto» di 500 disegno di legge Vi se i beni non supera mila lire per le spese funerarie. La riforma Visentini non elimina poi altre anomalie insite nell'attuale sistema di tassazione delle eredità e sulle quali si dovranno pronunciare i giudici della Consulta. La Commissione tributaria di primo grado di Napoli ha contestato la legittimità dell'imposta sul cumulo dei beni in presenza di più eredi. Ad esempio, se tre figli ereditano proprietà che valgono complessivamente 300 milioni, devono pagare ora un'imposta di successione di 29 milioni 350 mila lire, cioè 9 milioni 783 mila a testa (pari al valore globale dell'asse ereditario) anche se ciascun erede ha avuto una quota di 100 milioni. Se invece ognuno di essi potesse pagare sulla quota di 100 milioni, dovrebbe sentini prevede no i 120 milioni versare al fisco solo 3 milioni 900 mila lire, risparmiando cosi circa 6 milioni. Di qui la presunta incostituzionalità del cumulo. Un altro dubbio di illegittimità avanzato sempre dai giudici tributari di Napoli riguarda l'ingiustificata inclusione nell'attivo ereditario del beni venduti dal defunto contribuente negli ultimi sei mesi di vita nonostante che il ricavato sia stato destinato al pagamento di debiti. La Commissione tributaria di primo grado di Monza ha invece dubitato della costitu zionalità dell'aumento automatico dell'asse ereditario nella misura del 10 per cento per possesso presuntivo di denaro, gioielli e mobilio senza che sia ammessa la prova contraria. Pierluigi Franz

Persone citate: Pierluigi Franz, Visentini

Luoghi citati: Monza, Napoli, Perugia, Roma