Dialogo fermo a Ginevra: l'utopia aspetta di Alfredo Venturi

Dialogo fermo a Ginevra: l'utopia aspetta Dialogo fermo a Ginevra: l'utopia aspetta Disarmo, nuovo insuccesso: perché? Arrivederci all'8 maggio, si sono detti Max Kampelman e Vlktor Karpov, concludendo la sessione del negoziato di Ginevra. Non è stato un arrivederci caloroso: le parti si accusano a vicenda di sbarrare la via verso l'accordo. Kampelman dice che qualche progresso si è fatto, ma aggiunge che i sovietici non hanno tradotto in pratica gli impegni del vertice di novembre. Più aspro Karpov: ci aspettavamo cooperazione, dice, non è andata cosi. Dunque la questione disarmo appare più intricata che mal. A novembre, Eeagan e Gorbaciov concordarono di ridurre a metà gli arsenali strategici, e cercare l'intesa sui missili a portata interme dia. Poi un rimbalzare di prò poste. A gennaio Gorbaciov propone, primo passo verso la totale eliminazione delle atomiche, di spazzare via dall'Europa 1 missili a medio raggio. A febbraio replica Usa: e perché non anche dal l'Asia, e perché non anche le armi di breve portata? Qui bisogna ricordare i precedenti. Quando i russi cominciano a dispiegare gli SS20. l'Occidente risponde con il programma d'Installazione del Fershing e del Cruise. Intanto, a Ginevra si tratta su queste basi: se i russi rinunciano agli SS-20. la Nato blocca la sua risposta. A fine '83 il fallimento: gli 38-20 si sono moltiplicati, e in Europa cominciano a arrivare Pershlng 2 e Cruise. Alla reazione occidentale, i russi rispondono con l'abbandono del tavolo ginevrino e con il dispiegarnento delle nuove armi a breve portata: gli SS-22 e gli SS-23. E' questo che rende inaccettabile l'ultima proposta russa. E' vero che Gorbaciov prefigura un mondo totalmente libero di armi atomiche. Ma intanto, nella prima fase del suo plano, si smantellano in Europa 1 missili intermedi e restano padrone del campo le armi russe di portata minore. Quanto all'Asia, Washington da un lato si fa interprete delle preoccupazioni di Cina e Giappone, dall'altro traduce in pratica una ovvia considerazione tecnica: essendo armi a rampa mobile, è facile spostare gli SS-20 da un capo all'altro dell'Urss: dunque vanno eliminati tutti. Su questi aspetti, del resto, i russi son pronti a trattare. Più difficile l'altra scommessa che Gorbaciov e Reagan hanno fatto: il dimezzamento degli arsenali strategici. Qui è tuttora in vigore, infatti, la vecchia pregiudiziale russa: non ci sarà accordo fino a quando gli americani non avranno rinunciato allo scudo stellare. La pregiudiziale è presente nella dichiarazione di novembre: là dove si fa riferimento all'impegno Shultz-Gromyko di un anno fa: «prevenire la corsa agli armamenti nello spazio». Nell'interpretazione russa, questo significa bloccare lo scudo stellare. L'avversione sovietica allo scudo ha quattro ragioni. La prima: con la sua proposta di un 2000 denuclearizzato, Gorbaciov offre un'alternativa logica. Perché mai neutralizzare le armi atomiche? Non è meglio eliminarle? La seconda: per i russi lo scudo è una lancia. Atto non a difendere l'America da un attacco, ma da una rappi caglia, dopo un attacco americano che proprio lo scudo, limitando la capacità di risposta, renderebbe praticabile agli occhi di un presidente «falco». Ma più ancora contano le altre due ragioni. Una è tecnologica: il programma stellare, stimolando la ricerca nei laboratori più sofisticati del mondo, può portare a ricadute non solo nei settori civili, ma anche nei settori militari convenzionali. Tecnologicamente inferiore, l'Unione Sovietica non potrebbe reggere il passo. Cosi come non potrebbe reggere 11 passo economico: ecco la quarta ragione dell'ostilità russa allo scudo spaziale. Con una dimensione economica che è la metà dell'americana, e con li problema insoluto della modernizzazione, Mosca non può dedicare a programmi di cosi vasto respiro investimenti come quelli possibili in Usa. Il disarmo sognato da Gorbaciov rivela, oltre l'utopia, due grandi ambizioni. Entrare nella storia come l'uomo che ha liberato l'umanità dall'incubo. Concentrare le risorse sovietiche, potenzialmente immense, sul decollo della «superpotenza sottosviluppata.. setritstz1mfttSririsDpmStgccrducstms Alfredo Venturi