Scrive al Papa una delle madri delle bimbe uccise e bruciate

Da Ponticelli: «Non so se potrò resistere a lungo» Da Ponticelli: «Non so se potrò resistere a lungo» Scrìve al Papa una delle madri delle bimbe uccise e bruciate «Ogni giorno che pil 17 marzo - I tre NAPOLI — Giuseppe La Rocca. Luigi Schiavo e Ciro Imperante, accusati di aver violato, ucciso e dato alle fiamme i corpi di Barbara Sellini, di 7 anni, e Nunzia Munizzi. di 10. compariranno il 17 marzo davanti ai giudici della Corte d'assise di Napoli. Hanno trascorso in carcere due anni. Sono stati scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare il 30 gennaio scorso. Cacciati a furor di popolo dai paesi dove erano stali inviati per il soggiorno obbligato, furono trasferiti d'urgenza, e sotto nutrita scorta, in altri centri del Salernitano. La Rocca è in un camping di Eboli. Imperante in un motel alla periferia di Campania. Schiavo in un assa le forze mi veng presunti responsabil prefabbricato di Sala Consilina. I primi due non sono mai andati in paese. Ogni giorno i carabinieri fanno il giro per consentire a La Rocca e Imperante di firmare il •foglio di presenza-. Non ha di questi problemi il solo Schiavo il quale -il foglio di presenza- lo va a firmare alla caserma dei carabinieri. Intanto, la madre della piccola Barbara ha inviato una lettera anche al Pontefice. Questo il testo: «Santissimo Papa Wojtyla, le scrivo perché sento la necessità di rivolgermi direttamente a Dio tramite il suo servo sulla Terra. Come avrà sicuramente appreso dalla stampa, sto attraversando dei momenti terribili, ma ciononostante non ho mai perso la fede in ono meno» - Il processo sarà celebrato i in libertà per decorrenza dei termini Dio né mi sono allontanata da Lui per un solo istante. Sento però che ogni giorno che passa le forze mi vengono sempre meno. Pino a quando resisterà? Dopo due anni e mezzo i presunti mostri di Ponticelli lasciano il carcere di Poggioreale per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Vengono inviati al soggiorno obbligato dove il continuo e palese rifiuto dei cittadini li costringe a starsene chiusi nelle rispettive stanzette d'albergo. E vano è stato il mio appello al Presidente Cossiga perché intervenisse in modo che fosse celebrato il processo prima della scarcerazione. Dopo cinque mesi dalla morte di mia figlia Barbara, per il forte dispiacere è deceduto an¬ che mio marito. Ora vivo con un altro figliolo di nome Giovanni. Egli rappresenta la mia unica e sola ragione di vita. Se non fosse per lui a quest'ora avrei già raggiunto mio marito e mia figlia. Sono consapevole che un simile gesto non sarebbe approvato da Dio. Ma, Santissimo Padre, vi chiedo perché Dio ha voluto colpire la mia famiglia. Io ho sempre rispettato sia le leggi dell'uomo che quelle divine e ora mi trovo sola a combattere contro tutto e contro tutti». «Santissimo Padre — continua la lettera — vorrei tanto che Lei pregasse per me, che Lei avvicinasse Dio e parlargli di me, affinché possa trovare un po' di pace per continuare a sopravvivere». m. c. Per lo scandalo delle tangenti

Persone citate: Barbara Sellini, Ciro Imperante, Cossiga, Giuseppe La Rocca, La Rocca, Nunzia Munizzi, Papa Wojtyla, Ponticelli

Luoghi citati: Campania, Eboli, Napoli, Sala Consilina