La Regione ha troppi palazzi Mancano i soldi per sistemarli

Un censimento dell'assessore al patrimonio: gli edifici sono 50 Un censimento dell'assessore al patrimonio: gli edifici sono 50 La Regione ha troppi palazzi Mancano i soldi per sistemarli Servirebbero 120 mipochi stabili, per il La Regione conta i suoi palazzi, scopre che sono troppi e costano cascate di miliardi. Non ha soldi e deve scegliere dove, come e quando intervenire. Forse qualche edificio lo darà in gestione a Comuni e Province, altri li restituirà; su alcuni, ancora, rinvierà i restauri. D'altra parte per ridare a vecchi o recenti gioielli gli antichi splendori servirebbero ancora 120 miliardi, una cifra astronomica anche per il governo piemontese che nell'86 potrà spendere per le sue .case- non più di venti miliardi. L'avventura della Regione è cominciata quindici anni fa. Ora conta esattamente cinquanta proprietà: tanti pastazzi ma anche tre castelli, due o tre ex-ospedali, ex-conventi, tenute e ville nobiliari. Alcuni beni sono stati acquistati, altri sono stati trasferiti dalla Stato, altri ancora sono arrivati alla Regione dallo scioglimento di enti inutili, altri ancora sono stati ceduti in affitto o in comodato. A tutti, in questi anni, ha comunque dovuto provvedere il governo del Piemonte spendendo oltre 100 miliardi. E ora l'ingegner Antonio Turbiglio, assessore liberale al patrimonio, con l'ok della giunta ha deciso di mettere ordine. Il .dossier, con tanto di schede, soldi spesi e da spendere, storia e uso dell'edifìcio è appena stato finito. Servirà per le scelte ormai non più rinviabili. -Quello che è certo — dice — è che d'ora in poi faremo soltanto i miliardi, ne sono già stati spesi 100 - Ora si dovrà scegliere: restauri in resto si rinuncia - Castelli e «gioielli» in rovina ceduti ad altri enti? lavori di nostra esclusiva competenza e certamente non potremo più sostituirci qua o là allo Stato per salvare dalle ortiche manieri o palassi ricchi di storia e di acciacchi-. Decisioni, nero su bianco, non ce ne sono. Ma indiscrezioni tante. Riguardano quasi tutti i preziosi immobili regionali. Quelli del .Buon Pastore., che tra i corsi Regina Margherita e Principe Tommaso accolgono (sei miliardi per la ristrutturazione) l'assessorato alla sanità, con altri 3 miliardi ospiterar.no nuovi servizi. C'è un problema: 11 contratto di comodato scade nell'87. .Vogliamo rinnovarlo — continua Turbiglio — ma per riuscirvi dovremo superare parecchie difficoltà burocratiche., n Consiglio d'amministrazione del Buon Pastore è infatti scaduto. Ma. per la verità, tutti i •gioelli. in lista attendono interventi. Il .palazzo della giunta», in piazza Castello 165, comprato nel '72, rimesso in sesto in più tempi, ora richiederebbe oltre 4 miliardi per l'adeguamento alle norme di prevenzione infortuni ed incendi. Palazzo Lascaris. .cuore, della Regione dovrebbe essere almeno ritinteggiato (456 milioni). Per le misure di sicurezza un altro miliardo. L'ex-ospedale San Giovanni Battista, dove tra un anno dovrebbe riaprire il museo di scienze naturali, è 11 malato in condizioni peggiori. Per rimetterlo in funzione servono 25 miliardi. L'elenco delle necessità prosegue implacabile: cinque miliardi per Villa Guatino, due e mezzo per l'ex-casa delle Suore Sacramentine in piazza Cavour, otto per 11 Galileo Ferraris, 6 per gli stabili di La Mandria, 3 a testa per il Castello di Revigliasco. dove il consolidamento è stato eseguito per ora soltanto su tre dei quattro lati, il castello delle quattro Torri e quello di Rivoli. Sette miliardi per l'excolonia Medail e due per il palazzo delle feste di Bardonecchia, 6 per il forte di Exilles, quasi due per il parco delle Vallere e molti, moltissimi altri milioni per i tanti splendidi esempi del lucente passato del Piemonte, veri e propri monumenti ricchi di acciacchi. Ora la parola d'ordine è ■scegliere». Perciò l'assessore proporrà alla giunta di eseguire al più presto i lavori necessari negli edifici che ospitano gli uffici della Regione. Per gli altri .siamo ancora del tutto in alto mare-. Non si esclude la possibilità di cederne alcuni in affitto ad amministrazioni locali. Certo con la chiusura dei Comprensori non tutti i locali potranno più essere utilizzati appieno. C'è anche chi suggerisce di restituire allo Stato quelli avuti in prestito. Insomma il grande sogno della Regione come ente capace di strappare sempre e comunque alle ortiche fior di palazzi è finito, anche se nessuno lo ammetterà, forse mai. Gian Mario Ricciardi Congresso pei Votano In 50 alle Presse La prostrata di Luciano Lama, sabato, aveva attirato l'attomlono dagli Iscritti a dal dirigenti pel sul congresso dalla seziono Pressa di Mlratlori. Molti gli Intervenuti, ma l'atmosfera ara «tata di Indlffaranza, al di lì di una coreografica cordialità verso l'ax numero uno dalla Cgll. C'ara alato anche chi («quattro Interventi non di più» commenta II segretario protrinciala Fassino) aveva manifestato dissenso rispetto al riformiamo di Lama. I cosiddetti «duri» avevano anche proposto le correzioni ville da sinistra alle teli nazionali. Il primo dato su questa seziona posta sotto particolare osservazione sta nel numero del votanti: 50 su 230 Iscritti. •Non è un numero esiguo — dice II segretario Dino Orrù — tenuto conto che si è votato di domenica». Tra gli emendamenti proposti soltanto quello lui nucleare («cercare di utilizzare fonti alternative alle centrali nucleari») e stato approvato, ■ gli altri volti a chiarire maggiormente la distanza dagli Uia e l'attenzione per l'Uni, tono itati respinti, ma hanno hanno avuto un consenso Intorno al 20 per cento. •Le tesi nazionali — afferma Orrù — sono itale approvate all'unanimità. La presenza degli emendamenti è la conferma che nel partito c'è pluralismo e democrazia».

Luoghi citati: Bardonecchia, Exilles, Piemonte, Rivoli