Un timone per gli eredi di Freud

Chi ci salverà dai selvaggi dell'analisi e della psicoterapia? Forse una legge, però... Chi ci salverà dai selvaggi dell'analisi e della psicoterapia? Forse una legge, però... Un timone per gli eredi di Freud Una normativa è necessaria, ma si profila un rischio: che si dia la licenza a chi psicoterapeuta non è. Scuole di specializzazione universitarie? n disegno di legge per gli psicologi già approvato al Senato e che in questi giorni dovrebbe essere discusso dalle Commissioni Sanità e Giustizia della Camera si presta ad alcune importanti considerazioni che in base alla mia esperienza ritengo utili portare all'attenzione del legislatori che dovranno dare 11 varo definitivo a questa complessa vicenda. Intanto cerchiamo di definire qual è il problema che ha reso cosi difficile l'iter parlamentare di questa legge. Non si mette In discussione la sua utilità nel disciplinare la professione dello psicologo. Ormai In Italia esistono due corsi di laurea in Psicologia, a Roma e a Padova, ed è veramente assurdo che la legge ancora non contempli la professionalità di tali laureati, specificando le loro mansioni, ampiamente deducibili dai plani di studio che prossimamente saranno ampliati da quattro a cinque anni. Le complicazioni cominciano a manifestarsi quando la stessa legge, fatta per gli psicologi, introduce alcune normative per l'attività psicoterapeutica. Deve essere subito chiarito che psicologo e psicoterapeu ta non sono sinonimi. Con il termine psicoterapia si intende un tipo di attività che cura le persone attraverso la parola. Si tratta di una professione difficilissima e che impone uno studio non solo molto lungo (in genere gli istituti più seri, come quello junghiano, richiedono dieci anni di formazione), ma oserei dire che si tratta di una preparazione permanente che non pilo mal avere un termine. Questo addestramento non consiste, come si potrebbe pensare, in una preparazione esclusivamente teorica, con lettura di libri, lezioni e seminari, ma presuppone un'esperienza del tutto particolare che non ha equivalenti in nessuna altra professione. Lo psicoterapeuta, per poter esercitare il suo lavoro e per poter imparare, come si suol dire, i ferri del mestiere, deve egli stesso sottoporsi al medesimo tipo di trattamento che poi dovrà praticare sul suo paziente. Alla nascita della psicoanalisi, dalla quale poi sono derivate in un modo o nell'altro molte forme di terapie psicologiche, non si era capito quanto importante fosse che 10 stesso terapeuta venisse analizzato, ma con il tempo e l'esperienza, soprattutto sotto l'Influsso del pensiero di Jung, come riconosciuto dallo stesso Freud, si comprese che 11 requisito essenziale dello psicoterapeuta, oltre alle conoscenze teoriche dovesse essere la sua stessa analisi, condotta per anni e anni e con una fitta cadenza settimanale. Attualmente solo alcune istituzioni private, che si ri fanno a correnti di pensiero internazionalmente riconosciute, riescono a mantenere altissimi standard di preparazione, proprio perché, essendo private, non sono legate alla necessità di patentare o legalizzare quegli allievi che con il tempo non diano quelle garanzie di equilibrio emotivo, presupposto essenziale di ogni terapeuta. Nel momento in cui si vorrà delegare all'Università anche questo compito di addestramento psicologico, che si basa sulle emozioni e sui sentimenti, ci incontreremmo con enormi difficoltà. L'Università per definizione ha a che fare con 11 «Sapere» e gli studenti, durante 1 corsi universitari, attraverso gli esami dovranno dimostrare di aver appreso questo «Sapere». Si comprende che è abbastanza facile predisporre degli strumenti di controllo per stabilire l'apprendimento o l'ignoranza del «Sapere». Ma come la mettiamo con i fattori emotivi, i sentimenti e con tutte quelle doti psicologiche che non è facile quantizzare, esaminare se non all'Interno di un rapporto duale, vale a dire, analista e paziente? In un certo qual senso è come se lo Stato, qualora passasse questo aspetto della legge, quello sulla psicoterapia, dovesse esprimersi anche sull'interiorità più o meno matura degli studenti 11 che, senza bisogno di grandi sforzi di comprensione, è a dir poco ridicolo. Le analisi che, per esemplo, vengono condotte nell'Associazione per lo studio della psicologia analitica (Alpa) fBldsCedcnd fondata 25 anni fa da Ernst Bernhard e riconosciuta dall'Associazione Internazionale di Psicologia Analitica, basata sulle scoperte e sugli studi di C. O. Jung, sono molto lunghe e complesse, e sono costituite da analisi personali, didattiche e di supervisione, durante le quali l'allievo non ha nessuna garanzia giuridica se non quella della sua crescita psicologica e la possibilità di mostrare, con il lavoro su altri pazienti, attraverso 11 controllo rigoroso di due analisti esperti, le capacità acquisite tramite il suo addestramento. La mancanza di garanzia giuridica in questo caso, per quanto possa sembrare paradossale, è in parte la garanzia della sua professionalità perché egli capirà che soltanto la sua preparazione e l'analisi che conduce su se stesso rappresentano, almeno nel caso della psicoterapia, l'unica e veramente onesta garanzia per se stesso e per 11 paziente. Vorrei aggiungere inoltre che la procedura per essere ammessi all'Associazione è molto complessa e severa. Non esiste possibilità che vengano ammessi allievi mediocri. E i selvaggi? I selvaggi sono quei medici, sono quegli psicologi e quelle altre persone che, pur non avendo avuto alcuna preparazione specifica, si sono avventurati nel campo della _ psicoterapia, agendo come "possono, con la suggestione e i buoni consigli. In genere si occupano di casi lievi perché, almeno che non siano incoscienti, allontanano quei pazienti che necessitano di un vero specialista. Nell'eventualità che la legge passi cosi come è stata formulata, contemplando anche una generalizzata «sanatoria», si profila un grave rischio: dare la licenza a chi psicoterapeuta non è. In questo caso i selvaggi, patentati dallo Stato, si sentirebbero forse autorizzati a procedere in quelle situazioni che attualmente tengono lontane se non altro per la paura di incorrere in questioni penali. Le considerazioni fin qui esposte mi portano a conclu¬ dere che è Importante approvare la legge per gli psicologi, ma è anche necessario dedicare molto più tempo a qualsiasi normativa che riguardi la cura della psiche. Si tratterebbe quindi di stralciare questo aspetto della legge e rimandarlo a quando più chiari saranno i presupposti che dovranno disciplinare l'attività psicoterapeutica. In quanto appartenente all'Associazione Italiana per lo studio della Psicologia Analitica (Aipa), ritengo inoltre che, qualora venissero istituite scuole di specializzazione universitarie, al titolo da noi rilasciato di psicologo analista debba essere riconosciuto lo stesso valore legale che verrà attribuito a quelle scuole previste dalla normativa. E' il meno che lo Stato possa fare per un'istituzione che ha tanto operato per la diffusione del pensiero e della prassi terapeutica di C. G. Jung. ^|^0 Carotenuto Docente universitario di Ttorlt dalla Personalità pressa l'Università dogli Studi di Roma «La Sapienza»

Persone citate: Alpa, Carotenuto, Ernst Bernhard, Freud, Jung

Luoghi citati: C. O., Italia, Padova, Roma