A pochi secondi dal miracolo... De Zolt è quarto alla Vasaloppet

Quasi dodicimila concorrenti alla grande corsa di fóndo svedese Quasi dodicimila concorrenti alla grande corsa di fóndo svedese A po€hi secondi dal miracolo De Zolt è quarto alla Vasaloppet In lotta contro tre svedesi a 500 metri dall'arrivo, lo sciatore italiano è urtato da uno degli avversari e finisce a terra - Al traguardo con 18 secondi di distacco dopo 89 chilometri - L'azzurro è stato il protagonista della gara DAL NOSTRO INVIATO MORA — Maurilio De Zolt non è diventato ieri il primo italiano vincitore della Vasaloppet, la più grande e grossa gara di sci di fondo di Svezia e quindi del mondo: colpa di una caduta che non è stata colpa sua. Poteva essere il vincitore, doveva esserlo. Dopo 11 km aveva 15" di vantaggio su tutti, era partito velocissimo per scremare il gruppo dei 200 vip (su 11.700 partenti). Si è lasciato raggiungere per non morire di fatica solitaria, è sempre rimasto fra la prima e la quarta posizione. Si è trovato all'ultimo chilometro contro tre svedesi, Bengt Hassis vincitore dell'anno scorso, Anders Blomqvist meno atteso del fratello Orjan, Hans Persson il meno noto. I tre facevano gioco di squadra, avanti uno avanti l'altro, e il piccolo vecchio De Zolt, con il suo fisico fantinesco e i suoi 35 anni e mezzo, solo a inseguire tutti. «Mi sapevo, mi sentivo il più forte in volata — ha detto dopo essere arrivato quarto, staccato di 18" dal vincitore Hassis, ventisettenne guardia forestale di queste parti —, tanto più che negli ultimi duecento metri era obbligatorio andare di spinta, senza il passo pattinato, ed io di spinta sono speciale. Ero sulle code di Hassis, qualcosa, penso gli sci di Blomqvist, mi ha toccato un bastoncino, bloccandolo. Sono caduto in avanti. Diecimila chilometri di allenamento per perdere tutto cosi, già dentro Mora, nella Vasaloppet non conta niente neppure il secondo posto». Hassis ha vinto in 3 ore 4855", quasi dieci minuti meglio del vecchio record, quello di Hallenbarter svizzero, 3'S8"08" nel 1983. Fra Hassis e De Zolt, i due altri svedesi Blomqvist e Persson. Si è trattato di una delle più iellate giornate del nostro sport, vicinissimo ad una delle affermazioni più grandi di tutta la sua storia, considerata la fascinosa importanza di questa corsa nata nel 1922, per imitare, 400 anni dopo, Vasa che andando in sci da Salen a Mora per sollevare il popolo contro i danesi divenne re di Svezia. Hanno fatto volontariamente cadere De Zolt? •Non lo so, non oso dirlo. Mi stavano addosso da un po', si capisce. Le gare di fondo sono cosi. Io sono scivolato un poco all'indietro, intanto che qualcuno si buttava sui miei bastoncini. E' il gioco normale, diciamo, è la guerra, non è neppure un gioco sporco». Qualcuno ha parlato di atto pirata, qualcun altro di atto soltanto corsaro. Gli svedesi dicono di non essersi manco accorri di avere toccato De Zolt. La semicollisione è avvenuta in un posto nascosto agli occhi, a meno di essere proprio II. «Io ero vicino — ha detto Azittà, commissario tecnico azzurro — e ho soltanto visto Maurilio cadere». Noi eravamo al traguardo, la folla ha lanciato, all'annuncio dello speaker, una specie di ruggito nazionalistico. De Zolt non aveva gregari in pista, anche se ai punti giusti teneva amici preziosi, come Conconi con le sue cibarie speciali, Longoborghini con le sue scioline (ma è bastata la paraffinatura iniziale, la neve era bella fredda e secca, alla partenza da Salen si era a —7, all'arrivo a —2. Gli svedesi lo hanno massacrato di assalti. De Zolt è passato 1° al km 23,4° al km 34,4° al km 45, ? al km 59, 3° al km 68, cioè a 21 dalla fine. Sempre sicuro, diciamo pure bello. La velocità dava massa al suo piccolo corpo, il passo di pattinaggio, quasi costante, lo faceva volitare. Lo spettacolo era bellissimo in assolu- comunicazione dal t Maurilio De Zolt, nell'ultimto, nel sole poi. E stupendo per noi italiani era De Zolt, che fra l'altro ci permetteva di sentirci violatori autorizzati di uno dei massimi templi dello sport: ma non iconoclasti, semplicemente stavamo sostituendo un santo agli altri. Poi quella caduta. Bisogna dire che il più civile degli italiani, a gesti e a parole, nella polemica, nella disperazione, lì all'arrivo, era De Zolt. «Forse torno qui, ho avuto tanti applausi, la corsa mi piace, non è neppure un massacro fisico, con i suol 89 km, caso mai è un massacro tatti¬ ribunale di Lecce a «Marcialonga» da lui vinta co: se avevo qualche compagno nella prima parte, riempiva lui i buchi e alla fine tenevo più forze». Il compagno previsto era Deola, si è influenzato. Così De Zolt è 'Soltanto» il miglior italiano vasaloppettaro di tutti i tempi, ora davanti a Stuffer che nel '73 fu sesto. Ha detto Conconi: «Tutto era stato preparato bene, fuorché la "caduta". Sapevo che questa Vasaloppet era da fare come una corsa ciclistica, senza però gregari per rispondere agli attacchi». Ha detto Busnelli, lindustriaiesciatore sponsor della trasferta, con De Zolt aviotrasportato da Milano a Mora, e ora lasciato in Svezia a fare altre gare: «Siamo soddisfatti perché sappiamo leggere dentro l'ordine d'arrivo. E poi dobbiamo ripeterci che è quasi impossibile vincere una Vasaloppet quando ci si trova, a mezzo chilometro dal traguardo, contro tre svedesi, e senza nessun aluto non dico italiano, ma extraindigeno-. Nei primi dieci c'è Grunenfelder svizzero che é 6°, Endestad statunitense nato in Norvegia che è 9°, mentre Hallenbarter svizzero ex primatista è IV. Soltanto rinviata (speriamo) la scrittura della prima vittoria italiana nella corsa magica sempre e ieri fetentissima. Gian Paolo Ormezzano Ordine d'arrivo: 1. Bengt Hassis (Svezia) 3 h. 48'55"; 2. Blomqvist Od.) a 2"; 3. Persson (id.) a 5"; 4. De Zolt (Italia) a 18"; 5. Danlelsson (Svezia) a 41"; 6. Gruenenfelder (Svizzera) a 41"; 7. Ola Hassis (Svezia) a 42"; 8. Frykberg (Svezia) a «2". A Salonicco bruciano di greggio ROMA — Ancora momenti di grande tensione in Grecia, vicino a Salonicco, dove da alcuni giorni sta bruciando una serie di depositi di greggio. Impegnati nel tentativo di fermare le fiamme anche alcuni esperti della protezione civile Italiana, che stanno operando insieme con squadre di molte altre nazioni europee. Secondo quanto 11 capo della missione Italiana ha reso noto via satellite al dipartimento della protezione civile, le finitime stanno bruciando due serbatoi, il numero dieci (pieno di 60 mila metri cubi di greggio), che era esploso in nottata, e il numero cinque, che contiene diecimila metti cubi di olio combustibile. Oli esperti Italiani hanno consigliato di versare schiuma in tutti 1 bacini di contenimento, cercando di ripristinare gli argini.