Melis: sardi autonomi ma non «separatisti»
Il presidente della Regione al congresso del psd'az Il presidente della Regione al congresso del psd'az Melisi sardi autonomi ma non «separatisti» Il terzo partito dell'isola si propone come forza di governo - Nessuna «marcia indietro» sull'indipendentismo: zona franca, servitù militari, rapporto con Roma - Cossiga garante delle scelte del partito CAGLIARI — H partito sardo d'azione ha concluso nella notte il suo ventiduesimo congresso con l'elezione dei «vertici., dopo aver stabilito che il segretario non potrà ricoprire cariche di governo. Il sipario è cosi calato su un congresso storico per uno schieramento ridotto sino a pochi anni fa ad un gruppuscolo in via di estinzione, che oggi invece è stato proiettato dagli elettori al terzo posto dello schieramento politico isolano. Una condizione che ha permesso agli esponenti sardisti succedutisi j alla tribuna di rivendicare un ruolo centrale del partito nel futuro della Sardegna. Il psd'az, insomma, non ha fatto marcia indietro, non ha ceduto alle pressioni dei rappresentanti degli altri partiti che avevano chiesto ripensa- menti sulla linea. Lo ha ribadito ieri, nel corso di un dibattito protrattosi fino a tarda sera, Mario Mells, presidente della giunta regionale, che ha confermato con il suo intervento d'essere forse l'autentico leader dei .quattro mori*. Mells non ha avuto un avvio bruciante, per riscaldare l'assemblea ha Impiegato più di un quarto d'ora. Ma alla fine ha trascinato tutti: la platea in piedi gli ha tributato un'ovazione scandendo lo slogan che per tre giorni ha rimbombato nel salone del congresso: -Indipendenza-. Nel suo intervento, durato circa un'ora e mezzo ed interrotto da trentotto applausi, Mario Melis ha svolto una sorta di controrelazione rispetto a quella tenuta dal segretario Carlo Sanr,a. Lo ha ripagato citandolo una sola volta, come Sanna aveva fatto nel suo discorso. Ha urlato che .la bandiera federalista passa per una via obbligata, quella dell'indipendentismo: perché ci si federa tra uguali.. Non c'è stata quindi nessuna abiura rispetto al passato, nessuna svendita di linea in cambio di una poltrona. Ma Melis ha parlato soprattutto da uomo di governo, ha dedicato più di un'ora all'operato della giunta, difendendo l'a zione di ogni assessore. A chi aveva cercato di mettere sotto accusa i sardisti, ha risposto citando il telegramma inviato dal Presidente della Repubblica, il • rappresentante dell'unità nazionale'. Ha chiamato proprio Francesco Cossiga a ga rante delle scelte legalitarie del sardismo. Ha ricordato i meriti del partito nella lotta antifascista. -Saremmo noi — ha aggiunto — gli anti-italia ni? Noi che abbiamo contribuito a scrivere la Costituzione?-. Scelta senza tentennamenti la via, Melis ha precisato che l'Indipendentismo .non ha niente a che fare con il separatismo, ma è la tappa obbligata di una federalismo dispiegato'. E non vi sono state Gli uffici costan retromarce nel discorso che da tempo il psd'az porta avanti su temi come la zona franca, le servitù militari, oltre al rifiuto di subire il centralismo del governo romano. Il presidente della Regione ha ricordato tutte le strozza ture provocate dall'azione o dall'inerzia del governo e del suoi enti che hanno considerato In tutti questi anni la Sardegna solo come un .grande cantiere di sperimentazione per progetti da esportare poi altrove.. Mells non ha fatto ricorso agli slogans. .Non c'è consentito — ha detto nell'analisi della situazione socio-economica dell'isola — abbandonarci nella difficile situazione che attraversiamo alle pericolose illusioni degli slogans o ripetere le banalità degli altri, o peggio, inventarne di nostre'. Esaminate le caratteristiche dell'Involuzione economica della Sardegna (dal .fuoco fatuo» dello sviluppo al traino della petrolchimica, fino al recente crollo verticale) Melis ha invitato i sardisti ed i sardi a non chiudersi in se stessi, tentando di risolvere in forma autarchica 1 problemi. .ForZare, come spesso sento fare, di sviluppo autopropulsivo — ha detto — e continuare con la classica frase fatta, l'ennesimo slogan che non offre un meccanismo in grado di dare vigore e prospettive alla nsotra economia'. Sull'esame della situazione, non ha mancato di fare autocritica: .Con un apparato regionale paralizzato da anni, che vive la politica del giorno per giorno, che non ha strumenti idonei per elaborare ipotesi progettuali, ecco che, all'improvviso, a noi — ha esclamato — viene chiesto di fare i miracoli'. .Dobbiamo uscire — ha concluso — da questo dilettantismo della politica, dall'improvvisazione. Basta con le frasi fatte, con la demagogia: la crisi irrompe alle nostre porte e ci sta devastando.. Corrado Grandesso o sette miliardi
Persone citate: Carlo Sanr, Corrado Grandesso, Cossiga, Francesco Cossiga, Mario Melis, Mario Mells, Melis, Sanna
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