Così è Tornabuoni ispirato da Schiele

Così è Tornabuoni ispirato da Schiele ARTE IN GALLERIA Così è Tornabuoni ispirato da Schiele Lorenzo Tornabuoni («Davlco», Galleria Subalpina) presenta, tra gli altri, alcuni dei dipinti ispiratigli dall'incontro con Egon Schiele. Non sono in realtà, come egli 11 aveva visti, •pressoché indistinguibili, come dei calchi, dai lavori di Schiele*, ma al di là del puntuale riflesso ch'essi danno del motivo, si scopre subito l'originalità della «pittura» di Tornabuoni con le sue essenzialità, affidate al risalto plastico del colore. Quasi per analogia, nella pagina dettata per il catalogo, Vittorio Sgarbi ricorda Piero Gucdone che ha guardato a Friedrich, ma bisogna distinguere il procedimento tutto mentale attraverso il quale, In Figura come in Coppie, in Bagnanti e prima in Vogatori, Tornabuoni ha'caratterizzato il suo stesso «manierismo» restituendo al colore tutta la tensione di cui può esser capace. Guglielmo Achille Caveiiini, di passaggio dalla «Hovara Arte» ha lanciato, in cartella, un nuovo tipo di mostra «a domicilio». A ridosso degli ultimi «Autoritratti impertinenti», ecco quindi la serie di 20 dipinti acrilici sul tema «71 sistema mi ha messo in crocè; da porsi sul filo delle più amare sue «autostoricizzaziont». Mino Mac cari («Studio Laboratorio», corso G. Lanza 105). Un pizzico di fogli preziosi — acquerelli, disegni, incisioni (soprattutto litografie a colori) — ed è subito viva la presenza di Maccari che persino attingendo ai più segreti pensieri della gente, se ne fa interprete e giudice insieme. Con mano leggera e un gusto tutto suo, egli ci si diverte, disegnando compiaciuto l suol personaggi, per approdare a pagine in cui l'ironia stessa si fa espressione di un'essenziale libertà. Sandro Lobalzo («Arte Club», via della Rocca 39) dà magica consistenza a degli ambienti disegnati da una luce-colore in cui sembra calare gli oggetti d'un domestico repertorio: lo sgabello, ma. più frequentemente un vaso con qualche foglia, un cesto, come lungo il margine d'una campagna la sagoma d'un gelso solitario: tutte «cose» che nel suoi dipinti sanno sempre di forme appena rapprese, brani d'una realtà poeti camente memorizzata. Alfonso Blrolo («Micrò», piazza Vittorio Veneto 10). Accan to ad un primaverile Melo fiorito, la sorpresa dei bel paesaggi invernali: sinfonie di grigi, capaci di scandire primi plani e orizzonti, la luce e le ombre violacee. Luisa Sartoria («Viotti», via Viotti 8) maneggia colori, pennelli ed ancor più le forbici, con talento vero ed un mestiere che le viene dalla scuola: l'Istituto d'arte diretto da L Cremo ria e ultimamente lo studio di Tornaseli!. an. dra.