Il primo sorriso di Antonov di Liliana Madeo

Il primo sorriso di Antonov Il primo sorriso di Antonov «Sono felice, sono innocente» - Subito a casa sotto scoìta: fiori dalla vicina, complimenti dalla portinaia Smobilitato l'apparato di sicurezza intorno all'abitazione - Un aereo della Balkan Air lo ha atteso per ore a Fiumicino - Pratiche burocratiche e rinvìi, poi la decisione del piocuratore di non lasciarlo partire ROMA — «fono /elice che abbia trionfato la verità, perché sono innocente*: la voce di SergheJ Antonov è un sussurro, le parole — pronunciate in un italiano paziente — scorrono come un mormorio, sormontato dai clic delle macelline fotografiche, dal ronzio delle cineprese, dalle sollecitazioni dei cronisti di mezzo mondo. Sono le 15, e il capo scalo della Balkan Air ha da poco varcato 1 cancelli dell'ambasciata del suo Paese a Roma. Indossa un abito grigio, camicia bianca, cravatta scura. Sono passati tre anni, quattro mesi e quattro giorni, fra carcere e arresti domiciliari, da quando è entrato nell'inchiesta sull'attentato al Papa. E' dimagrito di venti chili. □ giorno in cui i giudici lo riconoscono innocente, sia pure per insufficienza di prove, e ritorna libero, sfodera — per la prima Volta — un sorriso per tutti. Appare emozionato, sballottato dagli agenti che gli fanno da scorta ai rappresentanti diplomatici della Bulgaria, diviso fra baci e abbracci, saluti, rtìlegramenti, progetti, pratiche burocratiche da evadere, attese, spostamenti da un punto all'altro d»'H città, con consistente seguito di sirene. Quando, sul divano in uno del saloni dall'ambasciata, siede a fianco dell'ambasciatore e del suol legali è pallido, frastornato, quasi ripiegato su se stesso. Un interprete si curva su Antonov e traduce le poche parole che l'imputato del grande processo rilascia, nella sua lingua, prima che 1 funzionari dell'ambasciata quasi lo sollevino di peso e lo facciano sparire dietro una pesante porta. Antonov dice: .Finalmente tornerò nella mia patria, presso la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi, i quali mi aspettano 11 più presto possibile*. B volo della compagnia di bandiera che avrebbe dovuto ricondurlo in serata a Sofia era fissato per le 14,30. La sorella Tania, venuta dalla ca-,:.i:e bulgara per. la fase collusiva del processo, alle 12 già, era all'ambasciata, con le valigie pronte. L'aereo da ore era in pista. .Un ritardo tecnico* dicevano 1 funzionari della Balkan Air a Fiumicino. In realtà 11 ritardo era legato ad Antonov, all'Impossibilità di farlo partire. Ieri, dopo la sentenza, si è aperto un conflitto burocratico fra Digos, Procura Generale, Corte d'Appello, sul nullaosta necessario per lasciare 11 Paese. C'è una legge, del '07, che prevede una particolare autorizzazione per l'im putato che vuole espatriare. Ma la norma vale per 1 cittadini Italiani. Antonov è straniero, e ha ruolo diplomatico. Dispone quindi di un passaporto. Mentre le ore passavano, le telefonate fra i diversi uffici si susseguivano senza successo, L'aw. Larussa, uno del difensori di Antonov, ha detto: «Avevamo contattato II capo di gabinetto del questore, il capo di gabinetto del ministro Scalfaro. Non c'erano obiezioni alla partenza, in caso di assoluzione. In pratica, ora, si sta negando cui Antonov l'espatrio. Eppure ne avrebbe diritto. La questione, si è appurato, può risolverla la sezione istruttoria della corte d'appello, che è composta da tre magistrati difficilmente reperibili in questa vigilia pasquale. Antonov non potrà partire prima della settimana prossima. Intanto risiederà nell'ambasciata*. Ma più tardi, una precisazione del procuratore di Roma Boschi lasciava intendere ohe 1 tempi potranno anche esser* più lunghi: la procura ha un mese di tempo per decidere se presentare appello alla sentenza. Alle 17,40, e senza Antonov a bordo, all'aereo della Balkan Air non è rimasto che partire. Quella che doveva essere la sua ultima giornata romana, Antonov l'ha Iniziata con 11 trasferimento in tribunale secondo un copione ormai consueto, con il cellulare per U trasporto, le manette, l'auto di scorta, le camionette al l'inizio e alla fine della breve strada in cui abitava prima dell'arresto e dove era ritornato da mesi, agli arresti domiciliari. Qui, a via Pola, 6 rientrato dopo la sentenza. La portiera è stata la prima ad andargli incontro per salutarlo, festosa, ora che era tornato «un libero cittadino». Una vicina, poi, gli ha offerto un mazzo di fiori. I cronisti hanno cercato di avvicinarlo. Ma nessun contatto è stato possibile. Gli uomini della Digos e dell'ambasciata lo hanno spinto nell'ascensore. Solo con le dita alzate in segno di vittoria, in silenzio, Antonov ha risposto alle domande e al saluti. E' incominciata l'attesa di notifica dell'ordine di scarcerazione. La proprietaria dell'appartamento, Intanto, telefonava al difensori di Antonov per sapere quando avrebbe potuto disporre di nuovo del locali. SI sono smobilitate, anche, le misure di sicurezza che tutelavano l'imputato. I 12 agenti impegnati ogni giorno nella sorveglianza del caposcalo bulgaro hanno incominciato a far progetti per le loro vacanze. E' stato disattivato il dispositivo telefonico che collegava la portineria sia con l'interno dell'appartamento sia direttamente con la sala operativa della questura. Alle 14 Antonov ha lasciato via Pola. E' stato condotto in questura, per formalità burocratiche, Poi al PartoU, all'ambasciata. Nikolov, Imbasciate re, ha detto con tono, solenne davanti ai giornalisti e agli addetti diplomatici: .Sono felice di poter dare il benvenuto ufficiale, in territorio bulgaro, al nostro connazionale, libero dopo la sentenza della corte d'assise di. Roma*. Liliana Madeo

Luoghi citati: Bulgaria, Roma, Sofia