Vince la tradizione

Vince la tradizione Vince la tradizione In una settimana venduti circa 20,000 agnelli e capretti Dal riti pagani della rinascita di primavera alla celebrazione più significativa della fede cristiana, in questo scorcio di fine Anni 80 la festa pasquale ha una commistione di sacro e profano, occasione ora di weekend fuori città ora di riunioni di famiglia a pranzo, per ritrovarsi in molti sui prati nella merenda del giorno dell'Angelo. Sia che si resti a casa, sia che si preferisca il ristorante, vince la tradizione: agnello e capretto spadroneggiano sulle tavole, abbinati o no, secondo i gusti, ad altre carni; le uova di cioccolato hanno avuto un incremento di vendite dome dono irrinunciabile per i bambini; un lieve calo nei consumi delle colombe che. secondo alcuni, potrebbe colmarsi in questa vigilia per il pregiudizio dei consumatori alla ricerca del prodotto «fresco.. Il presidente del sindacato agnellai, Adamo Bergoglio, non ha dubbi: «Le tradizioni sono sempre dure a morire. Agnello e capretto restano una ricetta pasquale radicata anche nelle abitudini alimentari torinesi. Anzi, se fino a qualche anno fa, si mangiava questa carne una volta l'anno, qualcosa è cambiato: le vendite continuano quasi tutto l'anno in quantità abbastanza sostenuta». Un segno, forse, dell'attenzione di molti alle carni alternative Proprio tra le carni alternative, infatti, i prezzi di agnello e pollo hanno seguito lcppngpcs•n1cslsndssmnp(mpqlddnpzCessnOapl l'andamento dell'inflazione, con un rincarò intorno al 7 per cento rispetto all'anno precedente, mentre per il coniglio nostrano si sono rotti gli argini con rincari del 15 per cento. •£ il cliente può così sbizzarrirsi a tavola- sostiene Bergoglio. Aggiunge: •Agnello e capretto si adattano ad ogni portafogli, dalle 12-13 fino alle 25 mila lire il chilo». Tanta differenza si basa sulla qualità: costa più caro l'agnellino da latte, massimo sei chili di peso, allevamento nostrano; un po' meno quello di importazione («/ migliori sono jugoslavi); le quotazioni si riducono ancora per animali adulti, specie se provenienti da paesi dell'Est europeo e dalla Nuova Zelanda (in prevalenza surgelati per mense aziendali). Afferma 11 presidente degli agnellai: min questa settimana di Pasqua la stima è di 20 mila capi venduti nei negozi torinesi: Ma non tutti sono d'accordo. Alcuni macellai denunciano una stasi del mercato proprio per le carni della tradizione pasquale. Dice Michele Cavoto: mSiamo agli sgoccioli e ancora le vendite quasi non si sono mosse, anche se un cosciotto d'agnello costa 13.500, la spalla 12 mila, le bistecchine 15 mila, prezzi abbastanza competitivi a confronto con il vitello». Oppure stanno cambiando le abitudini dei consumatori: preferiscono i negozi specializzati, si. co.

Persone citate: Adamo Bergoglio, Agnello, Bergoglio, Michele Cavoto

Luoghi citati: Nuova Zelanda