I «capricci» di Mario Gromo di Mario Gromo

I «capricci» di Mario Gromo I «capricci» di Mario Gromo Una personale dell'artista torinese nel Salone de La Stampa in via Roma 80 - Dalle grottesche «Voci d'ombra» alle classiche «Chimere assenti» E' difficile dire, in un cosi diffuso clima di rivisitazioni e citazioni, quanto il torinese Mario Gromo, 57 anni, che da tempo vive tra Roma e Alassio, debba a questa moda, o se il reinventato recupero di immagini altrui risponda invece ad una più perentoria esigenza. Si ha tuttavia la sensazione che, in ogni caso, le immagini cui approda sono destinate ad integrarsi con le stesse tecniche incisorie adottate e soprattutto con le grafie segniche che via via hanno accompagnato il suo lavoro con gli accenti più diversi. L'ampia retrospettiva con la quale — dopo l'episodica personale del '77 alla 'Documenta» — è tornato nella sua città, esponendo nel Salone de La Stampa (via Roma 80), è forse l'occasione per tentarne l'indagine, cominciando dalle tematiche. Queste rivelano chiare ascendenze culturali sicché i suoi stessi presentatori — oggi Lorenzo Mondo, ieri Ceronettl e Bellonzi, Giuffrè e Pomilio sino a Sgarbi — non possono che richiamarsi ai non pochi nomi del 'realismo visionario» d'ogni epoca: «da Bosch a Goya a Daumier» (o Rembrandt per altri, con Velàzquez e Zurbaran, Murillo e ancora Goya) per passare subito dopo al 'Versante letterario, da Rabelais a Baudelaire. (Lorenzo Mondo). Tutto ciò appare abbastanza naturale in chi, come Gromo almeno sul piano espositivo s'è mosso in piena maturità: con una prima personale, a Milano, nel '69, e la prima partecipazione a una collettiva, a Cagliari, nel '73. Altri si guardarono intorno e scoprirono la natura o una proiezionee fantastica del proprio mondo interiore; Gromo si direbbe abbia preferito puntare su una sorta di «ricerca museologica.. come quan do nell'Apocalisse di San Giovanni, il segno definitorio di DUrer diventa quasi supporto al drammatico sogno di Goya. La mostra è scandita per momenti figurali: i grotteschi di Voci d'ombra fronteggiati persino da un Maltese alla Pratt: le Chimere assenti con le certe contaminazioni di classico e di zingaresco (Giorgione. Caravaggio, ecc.), i goyeschi Capricci Liguri. Il linguaggio dopo aver privilegiato il puntiforme si volge al tratteggio più o meno fitto, lasciando che sia la luce di certe zone rarefatte a squarciare ogni tenebra, an. dra. Una delle incisioni di Cromo

Luoghi citati: Alassio, Cagliari, Cromo, Milano, Roma