Musica in tv: che la festa prosegua di Ugo Buzzolan

Musica in tv: che la festa prosegua Musica in tv: che la festa prosegua Gli spazi sono meno esigni di una volta, ma è un settore che va curato a fondo: il pubblico non manca e non mancano gli esecutori Si chiude stasera — ma l'espressione non mi piace, e dirò poi perché — l'anno europeo della musica in tv con un bel programma dal castello di Rivoli ricco di nomi, di spiritose invenzioni e di esecuzioni ad alto livello, un programma che attirerà tutti gli appassionati neofiti e di lunga data e gli stessi addetti ai lavori: su Raitre Buonasera signora musica a cura di Alberto Sinigaglia, con la consulenza di Giorgio Pestelli e la regia di Massimo Scaglione. Apro una parentesi che è strettamente pertinente al discorso. Il programma è prodotto della sede Rai di Torino che-.da fempo si sta.spedalizzando iri riprese musicali:'di recente ha registrato dodici concerti con l'eccellente orchestra Rai e si appresta a mettere in cantiere un'impo¬ nente serie musicale (trentacinque appuntamenti) nella suggestiva cornice della palazzina di Stupinigi. Del resto la .specializzazione, si vede nel programma di stasera dove quella che poteva essere un'accademica cerimonia si è trasformata — ferma restando l'importanza del fatto musicale — in un racconto ironico, in uno spettacolo tra i fasti del passato e i problemi musicali del presente, in un amabile .divertimento al castello.. Stop alla parentesi e torno alla chiusura dell'anno europeo della musica in tv. Non credo affatto che l'anno sia chiuso; anzi, per la televisione si inizia da ora un periodo musicale che sarà destinato a durare nel tempo. E' inutile fare un bilancio pignolesco di quello che si è fatto e di quello che non si è fatto per la solenne, ufficiale circostanza iell'85; e non staremo a indagare se le grandi commemorazioni di Bach, Haendel e Scarlatti abbiano avuto un riscontro adeguato nei programmi; forse no, ma non importa, non è questo il punto. Il risultato positivo dell'anno della musica è stato di cominciare a far capire ai responsabili della tv (parlo della sola Rai in quanto l'interesse dei network è flebile è sporadico) che la musica .rende, non soltanto in radio, dove resta sovrana, ma anche in tv attraverso immagini che mostrano i volti degli esecutori, che evidenziano gli strumenti e la tecnica di esecuzione, che portano alla ribalta — e «daH'intemo» — la potenza e il fascino di una massa orchestrale o il sottile incanto di un quartetto o il prestigioso virtuosismo di un superbo solista. Pian piano i vertici tv hanno acconsentito a spazi musicali meno esigui di una volta, quando venivano concessi con taccagneria e dispettosamente. Adesso — a parte le obbligate occasioni prepasquali.— abbiamo fisso al sabato su Raitre un avvenimento come Brahms eseguito da Bernstein; e ogni pomeriggio sempre su Raitre c'è un concerto di rilievo; e ogni dome¬ nica Raiuno di sera e Raidue di mattina trasmettono il classico. Sono i benefici effetti dell'anno della musica. Ma sulla spinta è un settore che va curato e coltivato a fondo. La Rai deve .credere, di più ad una programmazione e soprattutto a una produzione musicale: la gente competente non manca e non mancano gli esecutori, e sicuramente non manca la platea che è di anno in anno più ampia e con nuove curiosità ed esigenze. E' indispensabile puntare su una organizzazione di cultura e di realizzazione che permetta a molte riprese di diventare anche preziosa merce di esportazione. Ma, ripeta, bisogna .crederci, e investire seriamente e dare a Bach, a Vivaldi, a Mozart alcuni scampoli dei miliardi che si danno al varietà. Ugo Buzzolan

Luoghi citati: Rivoli, Torino