La giustizia torna a casa
La giustizia torna a casa A Ivrea si restaura finalmente l'antico Palazzo Giusiana La giustizia torna a casa Gli uffici dei magistrati sono provvisoriamente in un edificio vecchio e inadeguato Una incredibile serie di intoppi burocratici ha bloccato negli anni scorsi i lavori - Ora i tre progetti approntati da Comune e ministero hanno ottenuto tutte le approvazioni Forse è la volta buona: 1 tre progetti per il definitivo restauro di palazzo Giusiana, antica sede degli uffici giudiziari di Ivrea, hanno completato favorevolmente il lungo iter burocratico, ottenendo tutte le approvazioni necessarie. Mancano ancora i soldi (oltre due miliardi), ma i finanziamenti promessi dovrebbero arrivare a tempi brevi. Nel suo ufficio, al terzo piano della sede provvisoria del palazzo di Giustizia, il procuratore della Repubblica, Antonio Malorana, tira un sospiro di sollievo: «La situazione è difficile, per noi ma soprattutto per il pubblico. Qui, alla procura, lavoriamo allo stretto, parte degli archivi stanno nei corridoi, quasi senea controlli. E a quanto mi risulta anche i colleghi dei piani inferiori sono tutt'altro che soddisfatti". Il vecchio stabilimento della Diatto, trasformato prima in scuola e poi destinato alle attuali funzioni, denuncia in modo evidente l'urgente necessità di restauri. Qualche vetro rotto, un impianto di riscaldamento che non funziona al meglio, archivi e scaffali ricavati un po' ovunque, nel disperato tentativo di rispettare le tante esigenze della vita di un tribunale. -Sarà per poco tempo» affermarono gli amministratori quando decisero 11 trasferimento degli uffici, per consentire il restauro dell'antica sede. Sono passati dieci anni, per quasi trenta mesi i lavori non hanno potuto proseguire. Mancava un'ar'torieaaeione del comitato tecnico-amministrativo del provveditorato di Roma» dicono in municipio, Ma l'incredibile storia di palazzo Giusiana occupa un fascicolo di quasi cento pagine, dove si condensano speranze e delusioni, promesse e smen tite. E intanto sono già stati spesi oltre due miliardi e altrettanti serviranno per com pletare l'opera. Ci vorranno due anni dalla ripresa dei lavori: bisogna ancora attendere cioè 11 finanziamento e i tempi tecnici per l'appalto. L'amministrazione comu naie ha deciso nella scorsa primavera un provvedimento radicale. Il definitivo restauro avverrà sulla base di tre progetti distinti, per evitare che intoppi ad uno di essi provochino il blocco totale dei lavori. A carico del Comune sono le parti edilizie e di carattere storico-architettonico, col diretto controllo della Sopraintendenza. Il ministero di Grazia e Giustizia si occuperà Invece delle misure di sicurezza, in base alle ultime normative: «Cosi facendo dovremmo eliminare i rischi di nuove fermate — commenta l'assessore ai lavori pubblici, Stefano Strobbia —. Un guaio questo ripetutosi più volte in .passato». Come quando si scopri che il palazzo, in apparenza solidissimo, era stato costruito con notevoli risparmi nelle fondazioni; o ancora quando vennero alla luce preziosi affreschi e soffitti di cui nessuno conosceva l'esistenza. Presi dalla disperazione alcuni consiglieri hanno proposto in passato di costruire un nuovo palazzo di giustizia: ma l'Ipotesi è caduta nel vuoto, anche per non gettare alle ortiche il lavoro di anni. Nel mesi scorsi magistrati e politici hanno intensificato i contatti, cercando di risolvere insieme i problemi.
Persone citate: Antonio Malorana, Stefano Strobbia
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