Vino, controlli a danno fatto

Vino, controlli a donno imito All'assessorato regionale alla Sanità la tragedia del barbera omicida Vino, controlli a donno imito Sotto accusa l'alcol metilico, «ma nessun chimico cerca questa sostanza, così come non cerca veleni» - Il prezzo è dieci volte inferiore a quello dell'alcol etìlico (non pericoloso alla salute, ma anch'esso vietato) - Su questa premessa economica si sarebbe basata la «rozza criminalità» dei sofisticatoli - «Ci sono ancora troppe cantine sospette» •Prevenire reprimendo*: questo è lo slogan enunciato dall'assessore regionale alla sanità, Olivieri, che Ieri, con i colleghi Sartoris (Commercio) e. Lombardi (Agricoltura), ha affrontato lo scottante problema del vino all'alcol metilico. Il fatto di essere ancora nella fase dell'emergenza non consente per ora provvedimenti che non siano di solo tampone — controlli a tappeto, rafforzamento dei laboratori, stato di allerta negli ospedali — per una situazione obiettivamente grave, anche se eccezionale, che ha imprevedibili riflessi negativi sull'immagine del vino piemontese. Il prof. Luciano UsseglioTomaset, direttore dell'Istituto sperimentale per l'enologia di Asti, ha delineato senza reticenze, in termini scientifici, il caso del vino adulterato. denunciando una serie di elementi inquietanti, in velata polemica anche con le stessa Regione e con le eventuali misure di prevenzione. Ha spiegato che «a identificare il vino venefico non si è arrivati dall'azione della repressione frodi, ma partendo dai morti, dalle vittime per avvelenamento da alcol metilico*. In altre parole, a danno fatto. Fortunatamente il prodotto era in bottiglioni, con tanto di etichetta, quindi rintracciabile: «Se fosse stato sfuso il problema sarebbe stato ancora piii grave*. Uno degli elementi che avrebbero favorito la truffa è stata l'abolizione, avvenuta nell'84. dell'Imposta di fabbricazione sull'alcol metilico. Oggi questo prodotto costa solo 30 mila lire all'ettolitro, meno di un decimo di quello etilico (non pericoloso alla salute) che di sola imposta Utif paga 300 mila lire: «Su questo fatto — ha detto 11 prof. Usseglio-Tomaset — vi è stato un intervento di criminalità rozza che neppure si è resa conto del pericolo in cui stava mettendo i consumatori*. I laboratori francesi di Montpellier sono arrivati al¬ l'individuazione dell'alcol metilico solo per un caso fortuito: ^Nessun chimico, sano di mente — ha osservato l'esperto — avrebbe cercato nel vino questa sostanza come non cercherebbe, in circostanze normali, l'arsenico o un altro veleno. Si tratta di un'introduzione completamente estranea*. ' Certo un elemento fa riflettere: -Il Piemonte — ha detto il prof. Usseglio-Tomaset — commercializza più del doppio del vino che produce*. Perchè? .Perché da altre regioni, Lombardia in testa, si richiede un prodotto non con caratteristiche, ma con nome del vitigno piemontese: spesso la clientela non è di origine settentrionale. Il cosiddetto taglio è un'azione lecita, ma questi prodotti non vanno spacciati come vini piemontesi, barbera o altro*. Secondo le prime analisi condotte in Francia, una grossa quantità di prodotto incriminato sarebbe proprio vino «da taglio* pugliese: «Ce lo hanno fatto sapere i colleglli francesi e noi abbiamo già avvertito in ministero dell'Agricoltura. In Puglia ci sarebbero le centrali di chi ha sfruttato quest'occasione per smaltire alcol metilico, Il prof. Usseglio-Tomaset è stato polemico verso la decisione di potenziare i servizi di controllo: «Com'è possibile, in pratica? Le attrezzature le abbiamo, ma ad Asti, ad esempio, abbiamo solo due chimici, nessun perito, operaio o preparatore, non previsto nell'organico: è la legge che privilegia la mentalità giuridico amministrativa rispetto a quella tecnico scientifica*. Ha aggiunto: «Siamo immersi nei campioni, ormai decine di produttori si autodenunciano: facciamo 30-40 determinazioni al giorno su saggi prelevati dal Nas, ma la macchia si allarga. Ci sono altre cantine sospette*. Ma si è rifiutato di dire quante. Il prof. Tapperò, tossicologo all'Istituto di medicina legale di Torino, ha accennato alle dosi pericolose: da 4 a 10 millilitri possono già portare alla cecità, secondo certe casisitiche, sopra i 30 millilitri la dose è letale. In una cantina — il nome non è stato fatto — ne sono stati trovati 40 per litro (mentre la quantità massima, per il prodotto naturale, è di 0,2 per i bianchi e 0,3 per 1 rossi): come dire che anche un semplice bicchiere avrebbe potuto già essere molto pericoloso. Intanto la Consulta regionale dei consumatori si è costituita parte civile, mentre il Consorzio per la tutela del barbera del Monferrato ha denunciato l'azione criminale di pochi contro gli interessi di tutti. Gianni Blsio

Persone citate: Lombardi, Luciano Ussegliotomaset, Olivieri, Sartoris

Luoghi citati: Asti, Francia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Torino