La legge sulla pubblicità per ora solo polemiche

La leggo sulla pubblicità per ora solo polemiche Confronto a Torino fra i politici e gli operatori del settore La leggo sulla pubblicità per ora solo polemiche TORINO — Chi ha paura di una legge sulla pubblicità? Non i consumatori, fruitori e vittime, ora docili ora rabbiosi, che chiedono tutela contro Inganni e mezze verità. Non i pubblicitari, che da vent'anni si assoggettano al codice dell'Istituto di autodisciplina, nato nel '66 per loro stessa volontà, a difesa dell'immagine delle agenzie qualificate. Non gli imprenditori e gli utenti delle varie fórme pubblicitarie, favorevoli a una normativa che garantisce anche il rispetto degli interessi aziendali. Ma appena un progetto dij legge fa un primo passo, si scatenano gli umori, si palesano disaccordi. E' subito polemica, garbata ma inequivocabile, come è avvenuto l'altro giorno a Torino presso lo Studio Testa, la più forte agenzia pubblicitaria nazionale, che ha organizzato un incontro tra estensori della proposta di sinistra indipendente e pei (Antonio Bernardi e Enzo' Roppoi. operatori del mondo pubblicitario (Roberto Cortopassi. presidente dell'Istituto di autodisciplina e Giorgio Floridia. membro del Giuri), un rappresentante della magistratura (Paolo Vercellone della Corte di Cassazione), utenti e agenzie. Sul tema -Quale disciplina della pubblicità: legge o autodisciplina?- la spaccatura tra politici e pubblicitari e. per ora. palese, anche se su un punto tutti si proclamano d'accordo: una legge dello Stato è indispensabile per una materia che coinvolge la vita quotidiana dei cittadini 'è può anche convivete con l'autodisciplina. Ma il nodo è proprio questo organismo che negli ultimi vent'anni ha a i n a svolto un'azione di controllo, con assoluzioni e condanne del Giuri, formato da sette membri tra magistrati, sociologi, economisti e psicologi. Gli estensori della proposta di legge -dell'opposizione. (ne esiste già una. governativa, presentata dal ministro dell'Industria Altissimo a fine '84) ricordano 11 vincolo dell'Italia a una direttiva Ce e, chiariscono la scelta di reg«le^'irii*t»tl»- molto larghe, non di dettaglio., precisano che l'organo per l'applicazione è il tribunale, con un modello processuale in parte nuovo e 15 giorni di tempo tra ricorso e deposito dell'ordinanza. Insiste Enzo Roppo: •E' giusto riconoscere che l'autodisciplina e il Giurì sono strumenti che funzionano, ma il problema sta nel carattere volontario del meccanismo: chi non aderisce, sfugge al controllo.. Come è il caso di troppe radio private e tv locali. Aggiunge: .Bisogna intervenire anche sulla marea di pubblicità camuffata da servizio giornalistico.. Ma se l'autodisciplina italiana trova una difesa d'ufficio nel presidente dell'Istituto Roberto Cortopassi con successi e risultati (migliaia di messaggi esaminati in prima istanza dal Comitato di controllo, oltre 600 sentenze del Giuri) e una caratteristica unica tra le analoghe organizzazioni esistenti in 50 Paesi (-Noi soli abbiamo demandato il giudizio a persone esterne al mondo pubblicitario.), in suo favore intervengono anche avvocati, pubblici-tari e utenti. C'è chi teme una fuga in avanti della legge., chi si preoccupa dei tempi lunghi della giustizia, chi non esita a tacciare d'incompetenza in materia la maggioranza dei giudici (.E una campagna pubblicitaria è l'ultimo anello della catena di produzione con costì da miliardi: una sentenza errata ammazza una ditta.). Altro contrasto è sull'interpretazione della direttiva Cee: secondo i politici, lascia la possibilità al giudice ordinario di .invitare le parti a rivolgersi all'autodisciplina'; secondo i pubblicitari, consiglia -di incoraggiare gli organismi volontari e rivolgersi a loro in via preliminare: Il magistrato Paolo Vercellone. preso tra due fuochi, reagisce e suggerisce. .Noi cittadini siamo disarmati di fronte alla pubblicità. Se un messaggio suggestiona un ragazzo, gli impone di andare in ciclomotore, poi il giovane ri rompe la testa, vorrei avere la possibilità di rivolgermi a un ordinamento giuridico che dica "Smetti e paga i danni". Mettiamo uh giudice esperto accanto agli altri e diamo la competenza a tribunali regionali.. Nessuno accenna a un particolare: la Cee emana le sue direttive, ma prima che l'Italia ne faccia legge passano anixi. E' dal '78 che i consumatori Italiani attendono una normativa in materia di cosmetici. Simonetta Conti

Persone citate: Antonio Bernardi, Enzo Roppo, Giorgio Floridia, Paolo Vercellone, Roberto Cortopassi, Simonetta Conti, Studio Testa

Luoghi citati: Italia, Torino