Le feluche della Chiesa di Marco Tosatti

Le feluche della Chiesa Una rivoluzione silenziosa sta mutando il ruolo dei tradizionali «nunzi» Le feluche della Chiesa Cresce il ruolo delle singole conferenze episcopali - Nascono però altri problemi: nelle Filippine il card. Sin ha contribuito a rovesciare Marcos senza consultarsi con il rappresentante del Papa - Il caso del «nunzio itinerante» incaricato di migliorare i rapporti con i Paesi dell'Est CITTA' DEL VATICANO — Una rivoluzione silenziosa percorre la Chiesa e tocca, modificandone ruolo, stile e funzioni, uno dei suoi gangli plU discreti e sensibili, la diplomazia. Al «nunzio», una volta potente e temuto ambasciatore dell'erede di Pietro presso corti e cancellerie, si affiancano ora sulla scena della politica mondiale vecchi attori in nuove vesti: il Papa, con interventi sempre più diretti e personali, e le Chiese locali. Una prassi secolare si trasforma, e nascono, fra queste tre forze, nuovi equilibri e comportamenti. Alcuni clamorosi. I vescovi filippini decidono di abbattere Marcos: centinaia di migliaia di cattolici sono nelle strade davanti ai carri armati. Roma è informata? «Con il nunzio — dice il card. Sin — parliamo della luna e delle stelle...' Altri episodi sono meno appariscenti, ma ricchi di significato, e di futuro. Ad esempio la volontà del Papa di convocare per tre giorni, spazzando via ogni .filtro, diplomatico o curiale, i vescovi brasiliani, per ascoltare capire senza intermediardi. emettere un giudizio. Sono segni di obsolescenza per quella che è stata definita -la prima diplomazia del mondo», modello storico delle diplomazie moderne? (Ma un grande segretario di 8tato. il card. Tardlnl, commentava «/(Stiriamoci la seconda!') Oppure una redistribuzione di funzioni, per far spazio a nuove realtà? Uno studioso come il prof. Marglotta Broglio è per la seconda tesi: «Lo tradizione politica dei rapporti Stato-Chiesa piano piano viene assorbita dalle funzioni delle conferenze episcopali. Quello che resta ai nunzi è la grande politica internazionale; l'azione di pace, l'azione mondiale della Santa Sede rimane e rimarrà alla segreteria di Stato, e quindi ai suoi emissari che sono i nunzi'. E uno storico, il prof. Giuseppe Alberigo, ci delinea un'immagine diversa dal passato del rappresentante pontificio: «La figura classica, tradizionale, del nunzio tende ad andare non in archivio, ma almeno in seconao piano, mentre dovrà emergere una competenza più. pastorale-. «Pastorale.. tradotto in esempi, vuol dire che il «nunzio, è sempre più un ambasciatore presso i vescovi, che presso lo Stato. E cambiano anche gli impegni: se una volta il delegato del Papa viveva quasi esclusivamente nel cerchio delle ambasciate, ora visita le diocesi, partecipa alle cerimonie, alle consacrazioni, «sti¬ mola. — è il caso del Messico — i vescovi locali ad approfondire il dialogo con il governo, ad acquistare autonomia. E' un processo che non sempre avviene senza frizioni. Il segretario di Stato. Casaroll, non ha gradito la battuta del card. Sin sul nunzio, e non gli ha nascosto il suo disappunto. Non solo: dalle Filippine è arrivato pochi giorni fa in Vaticano un rapporto, molto dettagliato, sulle relazioni che il Primate intratteneva con l'ex dittatore Marcos. Un rapporto che documentava anche gli avvertimenti lanciati dal nunzio al cardinale, nel corso degli anni, per suggerirgli di prendere le distanze dall'uomo alla cui caduta avrebbe poi contribuito in modo determinante. Ma se nelle Filippine la diplomazia tradizionale è stata scavalcata, non mancano esempi in cui assume una funzione vitale, anche se silenziosa: Cuba, per esempio, o il Medio Oriente, dove i nunzi a Beirut e a Damasco tessono le speranze di una soluzione per la crisi libane se. O l'Europa dell'Est, dove il nunzio itinerante, mons. Luigi Poggi, annoda le fila dell' Ostpolitik, specialmente in Ungheria, dove il governo non sarebbe contrario, in linea di principio, ad aprire relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Ma non vuole essere il primo Paese del «blocco, a farlo, e attende la Polo¬ nia. Su questo punto il dialogo Varsavia-Roma non sembra progredire, nonostante l'interesse dimostrato dall'artefice dell'Ostpolitik, il card. Casaroli. Ci sono fra l'altro resistenze «storiche* che risalgono fino ai tempi di Wiszinskl, di un episcopato geloso della propria autonomia contrattuale con il governo, resistenze le cui radici arrivano fino al Papa. Come in altri campi, anche in quello della diplomazia il ruolo di Giovanni Paolo II porta segni di contraddizione. E' un papato «politico, a livello mondiale; cresce continuamente, sotto di lui. il numero del Paesi con cui il Vaticano apre relazioni diplomatiche. Ma il Pontefice non sembra mostrare particolari predilezioni verso 11 «suo. corpo diplomatico. In tre concistori, ha dato la «berretta, cardinalizia solo a due ex diplomatici. Una volta, intraprendere la carriera di nunzio significava avere una ragionevole probabilità di chiudere il servizio con la porpora. Ora non più, e qualche aspettativa è delusa. A un nunzio già avanti in carriera che glielo faceva presente. Giovanni Paolo II ha risposto: 'L'obbedienza deve caratterizzare il servizio alla Chiesa-. .SI, ma la giustizia non è meno importante dell'obbedienza', replicò il diplomatico con franchezza. D'altronde Papa Wojtyla non proviene, a differenza di Paolo VI, dalla Curia. Nasce In una Chiesa locale che, come abbiamo visto, ha per tradizione una cura gelosa della propria autonomia. E' una differenza di «taglio, che specialmente 1 diplomatici più anziani, abituati all'analisi dei problemi con Papa Montini, avvertono nelle udienze a cui sono ricevuti, almeno una volta all'anno, nello studio di Giovanni Paolo n. Cosi come avvertono che l'evoluzione di questi ultimi anni ha rafforzato verso il vertice della Chiesa un «doppio canale»: quello del nun zio, e quello del presidente della Conferenza episcopale Anche se nella maggior parte dei casi — dicono gli addetti ai lavori — sono i rapporti, settimanali, quindicinali o mensili dei nunzi quelli che forniscono il quadro più esatto. Gli avvenimenti di rilievo, le posizioni del governo e dei ministri, i mass media, la cui tura, le vicende della Chiesa locale: tutto viene analizzato, valutato, riportato. E' una rete di informazioni eccezionale, capillare. Aiutata da altro elemento. Se si legge un Annuario pontifìcio del '60, ci si accorge che chi è al vertice adesso in Curia, era già presente, allora, in cariche molto più modeste. «La grande esperienza, e la continuità dice il Prof. Alberigo — sono una delle forze, e un aspetto non mitologico di questa di plomazia. Anche se è diffìcile dire se è ancora la migliore del mondo'. Marco Tosatti

Persone citate: Casaroli, Cosi, Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Giuseppe Alberigo, Luigi Poggi, Paolo Vi, Papa Montini, Papa Wojtyla