Quasi certo: veleno nel caffè

Ciucisi certo: veleno nel caffè Ciucisi certo: veleno nel caffè L'istituto di Pavia avrebbe trovato tracce di «Ph 9» - La conferma non chiarirebbe comunque il dubbio tra suicidio o omicidio -1 magistrati confermano che il cappellano del carcere «ha reso formale testimonianza» MILANO — Tracce di .Ph 9«. Da Pavia — dove le analisi sull'ultimo caffè di Michele Sindona sono riprese ieri mattina alle 7,30 — arrivano le prime anticipazioni. E dicono che il cianuro, o meglio un cianuro. In quel bicchierino di plastica c'era. Franco Lodi, il perito nominato dalla famiglia Sindona, sembra convinto. •Aspettiamo*, dice prudentlsslmo il sostituto procuratore generale Gianni Simon! E resta sempre da stabilire come il cianuro è arrivato in quel caffè e se è stato Sindona — che già aveva tentato il suicidio nella cella di New York — a metterlo oppure se ce l'hanno messo. Don Giuseppe Baschiazzorre. il cappellano del carcere di Voghera, ai giornalisti ora dice di non avere un'idea precisa: «Sono un prete e rispetto il segreto del mio mandato*. Don Giuseppe, da ieri, non aggiunge altro. Fa di tutto per negare l'interroga' torio e quel che ha dichiarato. Alla comissione ministeriale aveva chiesto la massi' ma riservatezza: nessun appunto scritto e nessun verbale. Ma palazzo di giustizia conferma: .Ha reso formale testimonianza*. Il magistrato, domenica sera, dopo la commissione, l'ha interrogato per mezz'ora. il giudice Simon! lo convocherà ancora. Vuol ricostruire le parole dette da Michele Sindona. Don Giuseppe era spesso a colloquio con l'ex finanziere. *A me — afferma Giuseppe Carboni, uno dei due difensori di Sindona — il cappellano ha escluso indizi che potessero far pensare al suicidio. Mi ha detto che l'ultima volta l'ha visto sabato, tre giorni prima della sentenza che l'ha condannato all'ergastolo e cinque giorni prima del ricovero in ospedale*. Carboni non crede al suicidio: -L'avrebbe fatto prima della sentenza*. Almeno non sarebbe passato alla storia come ergastolano. Il giudice è prudente, nulla esclude, chiede tempo fino al martedì dopo Pasqua. La difesa di Sindona e la famiglia, che all'ipotesi di suicidio non si rassegna, confidano nelle prime indiscrezioni delle perizie sul bicchierino con i resti di caffè. Il residuo basico, il «Ph 9>, non sarebbe attribuibile al caffè. Gli avvocati e il perito di parte ritengono sia il residuo della volatilizzazione di un veleno, di un cianuro. Un cianuro che sarebbe arrivato fino a Sindona chissà da dove e chissà da chi. Ieri altra ispezione nella cella. Ricerche al di là dell'inferriata della finestra, nel frigorifero dove Sindona teneva yogurt al caffè, Coca-Cola, acqua minerale e una torta alla frutta. La ricerca di una capsula o un qualsiasi conte' nitore. Sindona, dopo aver bprtecns«zmnnpd bevuto 11 caffè con cianuro in polvere, avrebbe avuto addirittura dagli 8 ai 10 minuti di tempo prima di subirne gli effetti. Cosi, il medico del carcere, subito intervenuto, non avrebbe riscontrato i sintomi dell'avvelenamento. «Mi spiace — è la dichiarazione del giudice Simon! —, ma ancora non posso dire niente. Per tutta la giornata Stoloni ha riletto l verbali delle deposizioni raccolte nel carcere di Voghera. La più interes¬ sante sembra quella di don Giuseppe Baschiazzorre. Al giudice e alla commissione ministeriale non ha voluto precisare se Sindona si confessava o no. E al sostituto procuratore generale che gli ricordava che il codice, se non fosse sacerdote, l'avrebbe obbligato a rendere testimonianza piena ha risposto: «Del codice a me basta un articolo*. Quello, appunto, che evita ai sacerdoti l'obbligo della testimonianza. Don Giuseppe, dopo la sentenza che ha condannato Sindona all'ergastolo per l'assassinio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, aveva chiesto al direttore del carcere di incontrare il detenuto. «Però me l'hanno impedito — ha spiegato ieri—e mi hanno detto che era per motivi burocratici*. Dopo la condanna Sindona si è incontrato solo con il figlio Marco, la moglie e i nipotini venuti dagli Stati Uniti; il giorno prima dell'avvelenamento, con il suo difensore Oreste Dominion! Il giudice li convocherà per la prossima settimana. Sindona ha fatto capire qualcosa? I parenti già l'hanno escluso. No, non si voleva togliere la vita. -Si batteva per il processo d'appello*, assicura l'avvocato Carboni. Lo esclude, dal carcere di New York, anche un esperto di intrighi come Francesco Pazienza. Ieri si è saputo che il 22 settembre '84. con una dichiarazione autenticata dal notaio il 27 dello stesso mese, Pazienza ha scritto questo concetto: «Se Michele Sindona in Italia finisce in un carcere di massima sicurezza si troverà una soluzione alla Pisciotta. Le indagini non porteranno a nulla: o si parlerà di suicidio o la soluzione rimarrà aperta come per la morte di Roberto Calvi*. Giovanni Cerniti Voghera. Don Giuseppe Baschiazzorre (a destra), cappellano del carcere, parla con il dottor Paleari

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