Beduino dalle sette vite di Igor Man

Beduino dalle sette vite Solo un golpe può abbattere Gheddafi Beduino dalle sette vite Se la massiccia operazione americana fosse stata in consonanza con un colpo per rovesciare il regime libico, avrebbe avuto un senso. In caso contrario Gheddafi uscirà rafforzato dalla crisi. Questa l'opinione di un personaggio nella «nomenklatura» mediorientale. Non sappiamo se la «piccola guerra» si riaccenderà ma, nell'immediato, sarebbe difficile ipotizzare un «putsch» contro il Colonnello. Da quando Gheddafi, il primo settembre del 1969, rovesciò senza colpo ferire re Idriss, possiamo calcolare che in Libia ci siano stati non meno di dodici complotti interni, decine di attentati e un paio di operazioni di servizi segreti stranieri per liquidare il Colonnello. Ben due volte l'Egitto — prima con Sadat, poi con Mubarak —, è stato sul punto di muover guerra alla Libia Centomila soldati egiziani sono schierati ai confini fra i due Paesi. Scriveva VEconomist or è qualche settimana: i vicini lo odiano, quasi tutti i capi arabi lo detestano, la più grande Potenza del mondo lo considera un cancro da estirpare eppure resiste. Come mai? Una prima risposta, apparentemente banale, potrebbe essere questa: Gheddafi possiede la «baraka», qualcosa in più della fortuna, una sorta di angiolo custode islamico, che sembra renderlo invulnerabile. Nel maggio del 1984 una pattuglia di insorti riusci ad arrivare fin sotto la tenda in cemento armato che Gheddafi s'è fatto costruire nel perimetro della caserma di Bab al Aziza. Ma lui non c'era, il «golpe» aborti. In una recente intervista, l'ex primo ministro libico Abdul Haniid Bakous, in esilio al Cairo, ha detto testualmente: «Quella americana non è la strada giusta. Le ma novre della VI Flotta sono controproducenti. La via per eliminare Gheddafi è un'altra: un complotto all'interno del regime. E l'unica istituzione in grado dì compierlo è l'esercito. Noi fuorusciti non possiamo far nulla». I rapporti fra il Colonnello e l'esercito non sono buonis Nell'aprile del 1984 Gheddafi disse: «C'è il rischio che l'esercito regolare venga utilizzato dalle forze ostili alla rivoluzione per abbattere il potere del popolo». Subito, il settimanale dei comitati popolari Al ZhfAI Ahkar (La Marcia Verde) pubblicò un editoriale intitolato: «Esercito: hashish e frivolezze», che elencava una sfilza di presunte nefandezze commesse dagli alti gradi: dal traffico di stupefacenti al controllo del mercato nero. Gheddafi prese le distanze dallo scritto invero violento ma ha ripetuto più volte, da allora, che l'esercito dovrà essere sciolto «un giorno o l'altro» per essere sostituito dalla immensa Igor Man

Luoghi citati: Cairo, Egitto, Libia, Potenza