Nel Tanaro il vino che uccide di Sergio Miravalle

Nel Tanaro il vino che uccide Nell'Astigiano la grande paura induce chi froda a disfarsi del barbera all'alcol metilico Nel Tanaro il vino che uccide Arrossate in molte località le acque del fiume - Ettolitri di barbera tossico scaricati in un pioppeto - Comunicazione giudiziaria ad Antonio Fusco, titolare di un'azienda di Manduria DAL NOSTRO INVIATO ASTI — Non sono soltanto i primi tiepidi tramonti di primavera a conferire riflessi rossastri al Tanaro. Il fiumein questi giorni'trasporta anche migliaia di ettolitri di vino. Le aziende che avevano le cisterne colme di prodotto sospetto hanno infatti preferito liberarsene. • Ci sono arrivate segnalazioni da molte località, abbiamo prelevato qualche campione di acqua e di fango per stabilire se c'erano tracce di alcol metilico — confermano al laboratorio dell'Usi di Asti — ma è molto difficile accertarlo perchè ormai sarebbe troppo diluito». Un pioppeto non lontano da Asti è stato letteralmente •irrigato- dal vino svuotato da qualche autobotte e il proprietario teme ora per la vita degli alberi. Sono segnali evidenti della «grande paura» che in questi giorni percorre il mondo enologico piemontese. Dopo le morti, gli arresti, le comunicazioni giudiziarie e 1 sequestri del «barbera che uccide», le indagini cercano di stabilire le origini del vino tossico. E' un intricato dedalo di passaggi di proprietà, trasporti, sigle di ditte che fanno capo a varie aziende. Molte di queste vendite avvengono «in nero», cioè senza compilare i documenti di accompagnamento. Partendo dal barbera messo nei bottiglioni dalla casa vinicola Vincenzo Odore di Incisa Scapacclno (Asti), che ha causato le prime morti a Milano, si è poi risaliti ai fornitori: la ditta Clravegna di Narzole (padre e figlio sono stati arrestati con l'accusa di omicidio colposo plurimo). Oli elenchi del clienti della ditta cuneese hanno consentito di sequestrare altro vino sospetto nell'azienda di Giovanni Bianco di Castagnole Lanze (Asti), presente sul mercato con vari marchi e sigle. Qui sono state scoperte anche alcune migliala di bot¬ tiglie di presunti vini doc. Cinquemila litri di barbera dell'83 dalla ditta Bianco erano stati ceduti alla Brugo di Romagnano Sesia (Novara) e 7000 litri di dolcetto alla Zanetti di Borgomanero. Questo vino sequestrato nelle due aziende, secondo le prime analisi, conterebbe quantità di alcol metilico giudicate pericolose. Nel frattempo l'inchiesta si è estesa anche al Sud alla ricerca di quei produttori di vi¬ nelli derivati dal supertor chiati o dalle uve da tavola di cui viene poi alzata la gradazione con alcol. L'aggiunta di etilico oltre che proibita dalla legge è però molto costosa (più di 300 mila lire a ettolitro). E' probabile quindi che qualcuno senza scrupoli sia ricorso al micidiale metilico (costa dieci volte meno). Ieri Antonio Fusco, titolare della ditta di Manduria dalla quale proveniva parte del vino con alcol metilico bloc¬ cato dal francesi nelle navi cisterna a Séte, è stato raggiunto da comunicazioner giudtzaria. Fusco ha smentito U sequestro della sua azienda, ma ha ammesso quello cautelativo per ciò che riguarda 11 vino. Sempre da una cantina di Manduria sarebbe anche partito parte del vino comperato dai Clravegna. Lo scandalo per ora non sembra avere avuto conseguenze sulle quotazioni dei vini, soprattutto quelli doc. Alla borsa di Asti (una delle più importanti del mercato nazionale) i prezzi all'Ingrosso Ieri mattina sono rimasti gli stessi della settimana scorsa (barbera d'Asti 75 mila il quintale, grignolino 150 mila, freisa Piemonte 85 mila, cortese 85 mila, barbera da tavola Piemonte dalle 54 alle 65 mila). Le notizie sulla pessima qualità del vino contenuto nei bottiglioni da due litri venduti a meno di duemila lire hanno sollecitato l'interesse per le produzioni di maggior pregio. Molte cantine sociali e singoli produttori hanno ricevuto ordini importanti: • Vendiamo bene barbera, bonarda e vespolina — spiega Gaspare Mensi, direttore della cantina di Fara Novarese — i clienti non discutono più sul prezzo, sono disposti a spendere qualche centinaio di lire in più a bottiglia ma ora vogliono garanzie sulla qualità». Sergio Miravalle

Persone citate: Antonio Fusco, Brugo, Fusco, Gaspare Mensi, Giovanni Bianco, Incisa Scapacclno, Vincenzo Odore, Zanetti