Muti fa fiammeggiare Schumann e Ciaikovski di Luigi Rossi

Muti fa fiammeggiare Schumann e Ciaikovski Muti fa fiammeggiare Schumann e Ciaikovski MILANO — Felix Mendelssohn esegui la prima volta la •Sinfonia in si bemolle maggiore» di Schumann il 31 marzo 1841. Riccardo Muti l'ha diretta alla Scala sette giorni prima; entrambi comunque a ridosso della data dell'equinozio di primavera, la stagione che offre il sottotitolo alla prima sinfonia schumaniana. Ma la turgida esecuzione che Muti ha procurato con la Filarmonica della Scala è apparsa alludere, più che al timido risveglio della natura, a una celebrazione di un'estate piena e fiammeggiante. Lo si è rilevato fin dal grandioso -Incipit. beet/iot>en(ano, energicamente scandito da Muti nei/'.Andante un poco maestoso». Tutta l'esecuzione ha obbedito a questa lettura estroversa ed energica, di un virile romanticismo, forse con qualche mancanza di sfumatura nei tempi lenti, come il liederfsfico 'larghetto'. Riccardo Muti è tornato, per la seconda volta in questa stagione, a dirigere la Filarmonica della Scala, dopo il concerto d'a pertura del ciclo tenuto all'antivigilia di Natale con Rossini, Haydn e Beethoven. Muti si accinge a entrare stabilmente alla Scala, in settembre, come direttore musicale al posto di Claudio Abbado e si sa già che inaugurerà la stagione lirica il 7 dicembre con il «Nabucco- verdiano. Ma il feeling con l'orchestra scaligera, sia essa nella veste abituale che in quella di Filarmonica, risulta già istituito da tempo e certamente funziona bene, come ha dimostrato anche in questo concerto, che ha visto un teatro straripante di pubblico entusiasta. La seconda pagina eseguita era il «Manfred» di Ciaikovski, sinfonia programmatica tratta dal poema drammatico di Byron, affrontata, vedi caso, anche da Schumann. Il grandioso organico è staio dispiegato interamente, compreso l'impiego dell'organo per il finale evocante la raggiunta pacificazione di Manfred nella morte. La suggestione del corale è stata resa un po' platealmente con un 'esagerata amplificazione di tipo stereofonico collocata nei palchi. Più che le frustrazioni del personaggio byroniano. Muti sembra averne suggerito il titanismo, dimensione forse estranea a Ciaikovski che vedeva in Manfred un eroe maledetto, fatalisticamente rassegnato al suo destino. Anche qui, insomma un'esecuzione vitalistica e muscolosa, che ha prosciugato ogni alone decadente. Clar morosi applausi al termine delle due esecuzioni, ma nessuna concessione di bis. Luigi Rossi

Persone citate: Beethoven, Claudio Abbado, Felix Mendelssohn, Haydn, Riccardo Muti, Rossini, Schumann

Luoghi citati: Milano