Monaco, Parsifal più giovane

Monaco, Parsifal più giovane Monaco, Parsifal più giovane Esecuzione più vicina a Mendelssohn che ai turbamenti e al decadentismo di fine secolo MONACO — Tra una reci- \fta e l'altra della Donna senz'ombra che con tanto successo sta dirigendo alla Scala. Wolfgang Sawallisch ritorna a Monaco dov'è direttore all'Opera di Stato per guidare un Parsi/al allestito in occasione della Settimana Santa. Non si pensi, tuttavia, che,11 «pendolarismo» del direttore comprometta la concentrazione e l'intensità necessarie per eseguire la più mistica ed introflessa delle opere di Wagner: Sawallisch ha con il Parsifal un'atavica consuetudine, e proprio questa lunga fedeltà al testo ne garantisce una resa sicura, ponderata ed intensamente poetica. L'opera di Monaco dispone di un'orchestra di prlm'ordine. dal suono lucente, nitida e precisa In ogni settore. Sawallisch la guida con una puntualità ed una correttezza da grande Kapellmeister. portando ad alti livelli artistici ed espressivi una concezione squisitamente artigianale del far musica, aliena da qualsiasi atteggiamento di alchimia stregonesca e di suggestione irrazionale. Pronunciando queste parole si pensa, naturalmente, a Karajan di cui Sawallisch è. in un certo senso, l'antitesi: ma le vie della poesia, come quelle del Signore, sono infinite, ed è il risultato che conta, non la strada percorsa per ottenerlo. Il Parsifal di Sawallisch ha la propria cifra caratterizzante in una concentrazione austera ma non pesantemente teutonica, in una religiosità profonda ma non aridamente liturgica Tutto si combina, in questa esecuzione, con perfetta coerenza: c'è, direi, una cifra classica nella direzione di Sawallisch che conferisce al Parsifal un senso di leviga.tezza formale, evitando di calcare la mano sulle anticipazioni del collassi espressionisti e di certi effetti che già conducono, segretamente, a Debussy. E' un Parsifal, per dir cosi, ringiovanito, più vicino a Mendelssohn che ai turbamenti del decadentismo di fine secolo. In questo saldo argine stilistico, entro cui Sawallisch incanala la fluviale ricchezza della partitura, i cantanti si dispongono con naturalezza e spontaneo affiatamento. In ordine di apparizione citeremo il dolente Ournemanz di Kurt Moli, un basso dalla voce piena che mostra nell'intimità solenne del suo modo di cantare quanto il suo personaggio abbia in comune con 11 Sarastro del Flauto magico. Un'autentica veterana dell'Interpretazione wagneriana è il soprano Ingrid Bjoner la cui voce è sembrata passare, l'altra sera, tra alterne fortune: zone di offuscamento e momenti in cui la leonessa mostra ancora l'antica zampata, come quan do Kundry. scarmigliata e contorta negli spasimi del dolore, reca la fiala del balsamo destinato a lenire la ferita di Amfortas. Questi è impersonato da Wolfgang Brendel. un baritono di alta scuola vocale e scenica che rende del suo personaggio il tormento segreto. Inserendosi, tuttavia, nella signorile compostezza impressa da Sawallisch a tutta l'esecuzione. Un Parsifal opportunamente spavaldo e squillante è parso il tenore Robert Schunk. mentre Hans Gunther Nocker rende a meravl-, . guarii ^crspt^giB-arTCìin-j gsor'. il' mago'demoniaco che apre il secondo atto con un monologo esaltato dall'interprete in tutta la sua conturbante evidenza. Karl Helm. infine, ha dato voce a Tlturel. mentre una schiera di ottimi comprimari ha Impersonato 1 cavalieri del Oraal. gli scudieri e le fanciulle-fiore. Non meno dell'orchestra s'è apprezzato il coro dell'Opera di Stato Bavarese che nel Parsifal ha modo di esibire la sua potenza e la sua omogeneità, di suono. Lo spettacolo, con la tranquilla regia di Dietrich Haugk, s'avvale delle scene di Qunther SchneiderSiemssen, assai diverse da quelle che lo stesso scenografo ha disegnato per il Parsifal salisburghese di Karajan: queste sono più realistiche, e figurativamente un po' confuse, con un gusto vagamen te liberty e colori smorzati, in singolare contrasto con 1 costumi, abbastanza sgargianti, di Bernd MUller e JOrg Neumann. L'efficienza, insomma, che caratterizza questi spettacoli dei teatri di repertorio tedeschi trova anche in questo Parsifal modo di realizzarsi appieno; e il pubblico, dopo un ascolto attentissimo, ringrazia alla fine gli interpreti con i più cordiali applausi. Paolo Gallai ati \ffflÈM^NMÙÈMUtfÌMIIH\niiHW\ilBX&iUBttSBXaBBB&I Wolfgang Sawallisch, una dire/ione in antitesi a Karajan

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