Condono, a forza di ritocchi sfumati migliaia di miliardi di Stefano Lepri

Condono, a forza di ritocchi sfumati migliaia di miliardi Condono, a forza di ritocchi sfumati migliaia di miliardi ROMA — A che cosa doveva servire il condono edilizio, quando un governo per la prima volta ci pensò, quasi sei anni fa? *A evitare che l'abusivismo dei poveri possa fornire fanterie all'abusivismo degli speculatori' disse il ministro dei Lavori Pubblici di allora, Francesco Compagna. Da quel 6 maggio '80 ai blocchi stradali in Sicilia, la sanatoria delle costruzioni illecite ha via via esteso i suoi confini e allentato le sue norme: Una costante è che ogni provvedimento di condono cominci con lo stabilire pene più dure per le costruzioni abusive e più efficaci minacce di demolizione.. La seconda costante è che la decorrenza della sanatoria deve essere agganciata a una legge precedente che abbia variato le normative in materia. Cosi, quel primo disegno di legge del governo Cossiga, approvato un mese prima delle elezioni amministrative del 1980 ma presentato in Parlamento dopo il voto, sanava con multe basse le costruzioni abusive anteriori alla «legge Bucalossl- del 1977 sull'edificabilità dei suoli. Il Senato, dopo un anno e mezzo, approvò un testo molto cambia' to, che alla Camera si insabbiò. Il condono edilizio ricomparve di straforo nell'ampia manovra di politica economica che il governo Spadolini adottò 11 31 luglio '82. In quel tempi, in cui «condono» per eccellenza era quello tributarlo, si inserì in un variegato decreto-legge, all'articolo 6, una «sanatoria del piccoli abusi edilizi» molto restrittiva, per le costruzioni ultimate entro quello stesso giorno, il 31 luglio. Ministro del Lavori Pubblici era già Nicolazzì. Sessanta metri quadri era il massimo di superficie sanabile e l'oblazione era pesante, 20.000 lire al metro quadro solo come acconto. Replicato il 30 settembre, il decreto fu convertito in legge senza l'articolo sulla sanatoria edilizia. Un nuovo, ampio condono trovò posto fra 1 primi provvedimenti del governo Craxi, il 4 ottobre '83. Nicolazzi ne era entusiasta e dichiarò che il gettito avrebbe potuto essere ..anche di 10.500 miliardi; per essere prudenti, di 9000: Si trattava di un decreto-legge, sul quale 11 governo Craxi andò incontro a uno dei suoi primi rovesci in Parlamento: appena 9 giorni dopo, con una trentina di franchi tiratori e molti assenti, fu bocciato dalla Camera. Leggendo la lista dei deputati della maggioranza che erano assenti quel giorno, vi si trovano alcuni dei fautori più accesi della indulgenza Si passò cosi al disegno di legge, con una maggiore possibilità di intervento e di modifica da parte dei parlamentari. Nicolazzi lo presentò alle Camere un mese dopo, il 12 novembre, con la sanatoria degli abusi fino al primo ottobre '83. Il testo fu accresciuto di numerosissimi articoli, esteso e modificato durante i 15 mesi del suo viaggio in Parlamento, con due passaggi alla Camera e uno al Senato. Il condono finalmente entrò in vigore il 16 marzo •85. Trascorsi appena due mesi, già si pensò di spostare i termini di presentazione delle domande con un decreto-legge. Durante la conversione di questo decreto si ebbe l'episodio più contestato: il Senato, con un voto quasi unanime, a maggio '85, estese la «sanabilità» alle costruzioni ultimate entro il 16 marzo '85, la data in cui la legge di condono è entrata in vigore. Il governo era contrario; alcuni partiti si pentirono e alla Camera questa innovazione fu bocciata. In questa occasione è stata introdotta la sanatoria gratuita per le opere interne agli alloggi. Un successivo decreto, del 20 novembre '85, ha stabilito gli attuali termini di presentazione delle domande. Le stime di gettito sono vertiginosamente scese: a 3000 miliardi, forse. Stefano Lepri

Persone citate: Cossiga, Craxi, Francesco Compagna, Nicolazzi, Spadolini

Luoghi citati: Roma, Sicilia