« Don Giovanni» e il mito di Battisti

« Don Giovanni» e jl mito di Battisti Esce il nuovo Lp del cantautore dopo 4 anni di silenzio dal discusso «Windsurf» « Don Giovanni» e jl mito di Battisti H nuovo album è più consono alla sua poetica musicale - La storia di un lungo successo difeso dall'invadenza dei «media» MILANO — Neanche fosse Howard Hughes. Senza star a misurare le ricchezze, per Battisti la tenuta nel Rietino, dove ora vive, è come quel famoso ultimo piano del grattacielo dove il supermiliardario americano forse esisteva, forse moriva, chi lo sa. Lucio Battisti a quei livelli supernevrotici non è ancora arrivato. Vivo lo è, anche se negli Anni Ottanta il segnale di vita s'è fatto sempre più rado. Oggi ne arriva uno nei negozi, a quattro anni dal discusso • Windsurf*, con un disco dal titolo «Don Giovanni» registrato «in vari studi di Londra», come si limitano a precisare i tuoi forzatamente laconici discografici, produzione (e batteria) di Greg Walsh, che è già stato suo tecnico del tuono, collaboratore pure di Tina Tumer tanto per fare un nome. Detto che questo album non ha niente a che fare con m Windsurf; che ritrova atmosfere più consone alla sua poetica musicale, assai raffinata, che la voce è quella delle sue interpretazioni più intense, con quel tipico andare fra «casual» e parlato, null'altro è dato sapere su gestazione, pensieri, e parole, spese tu questo lavoro. . Non parliamo di interviste, che per lui debbono essere come il diavolo, ma neanche un cenno biografico, una scheda illustrativa, come amano fare i musicisti al termine d'un duro lavoro. Niente di niente. L'ultima volta che è apparto in tv, spiegano quelli che schedano tutto, è stato nel 1971 netto special wTuttlnsieme». Battisti ha fondato ne è tempre rimatto l'unico membro — il Club di «Quelli che non hanno niente da dire». Sentite U disco, e amen. Comportamento che avvalora la tesi che passaggi tv e interviste' e addirittura concerti non servono a smerciare dischi, alla luce dei cinque milioni di 33 giri che ha già venduto nella sua carriera. Questo «Don Giovanni, è soltanto il secondo dalla conclusione della fortunatissima collaborazione con Mogol. L'ultima cosa che fecero insieme, nel 1980, fu « Una giornata uggiosa; che restò 25 settimane in hitparade. Battisti non sa scrivere i testi, in •Don Giovanni» per fortuna la sua signora non fa la pannerà (come fece in « Windsurf,) e l'autore dei testi è Pasquale Panèllo, un trentenne romano al tuo primo impor¬ tante lavoro dopo una collaborazione con Pappalardo. Certo, siamo ben lontani dalla mirabile simbiosi con Mogol, finita tristemente, pare', per banali motivi economici di spartizione di diritti. Ma forse è solo una questione di nostalgia di quelli che negli anni Settanta; pur accusando Battisti di «destrismo» e Mogol di • antifemminismo(accuse allora da ergastolo per qualunque giovanotto), sapevano a memòria ogni Lp, ogni singola canzone e ogni intricata frase e storia della produzione dei due. Forte, oggi, è giusto non raccontar storie ma sensazioni, slogan. Il passato è passato, è nella lunghissima gestazione della sua carriera, Battisti, che è della classe 1943, ha dovuto far anche lui i conti con gl'inizi faticosi. La tua scopritrice vera, dopo anni di routine nelle balere, e un'esperienza nel gruppo del «Campioni* di Toni Dallara, fu Christine Leroux, talentscout, che lo conobbe mentre faceva anticamera nei corridoi della Ricordi e lo presentò a Mogol. Si guadagnò l'onore di potersi cantare le proprie canzoni dopo aver scritto cose come •29 settembre, (Equipe '84) o •Dolce di giorno, (Dik Dik), finché fini al Festival di Sanremo con V'Avventura, e perfino a un Cantagiro con , Balla Linda,. Tutti quelli che c'erano, in quegli anni, si ricordano del foularino annodato al collo, era il suo distintivo. Non era pop, non era rock, non riciclava musica anglosassone, non era «Anema e core». Era lui, non infilabile in alcun filone. Venne il successo, anche della sua voce, e Battisti chiuse le porte ai «media». Marinella Venegoni Ludo Battisti

Luoghi citati: Londra, Milano, Sanremo