Un copione per la Storia
Un copione per la Storia Stasera su Raitre la prima parte de «La fronda inutile» Un copione per la Storia Diretto da Franco Giraldi il programma su Ciano, Bottai e Grandi mescola verità e finzione Si può dire a ragione che il 1985 televisivo è stato l'anno della storia, l'anno in cui — coincidendo molti anniversari capitali, la fine di un'immane conflitto, il crollo del nazismo, il disfacimento della repubblica di Salò, la bomba atomica ecc. e, a ritroso, l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale — sono passati sul video tutti i 'modi, di fare storia in televisione: il dibattito, llnehicsta-dibattito, i documentari con spezzoni d'archivio, le trasmissioni di testimonianze e interviste, le rievocazioni con alternanza di materiale filmato e di fiction, i fragorosi sceneggiati kolossal. Staccato dal gruppo, non sappiamo se volontariamente o se per ritardi di programmazione, arriva stasera su Raitre La fronda Inutile in due parti (la seconda domenica prossima), regia di Franco Giraldi, sceneggiatura di Massimo Felisatti e dello stesso Giraldi. Che si tratti di una fiction non c'è dubbio. I tre protagonisti Ciano, Bottai e Grandi sono interpretati da attori (rispettivamente Massimo Ghini, Pietro Biondi e Paolo Gra ziosi) che il trucco cerca di accostare agli originali ma sen za eccessive preoccupazioni realistiche; e il racconto si svolge attraverso scansioni e tagli propri di uno spettacolo con cui si vuole ottenere un certo tipo di impatto presso il pubblico del non spedalizza-\ ti. Non a caso La fronda inutile rientra nella formula del teatro-inchiesta. Una punta di diffidenza è d'obbligo, e istintivamente la preferenza va alle trasmissioni di filmati d'epoca, tutt'al più intervallati da interventi da studio. Il timore è sempre quello che gli attori si lancino a fare la commedia, che le esigenze di •rappresentazione» prevalgano e che sottomettano la storia al romanzo non solo e non tanto per malizia di mistificazione quanto per amore al congegno drammatico e al colpo di scena facile. Ma qui mi sembra che l'operazione sia stata condotta con molta correttezza. Va da sé che un regista come Giraldi, il quale è un narratore cinematografico /Cuori solitari, La bambolona. Un anno di scuola. La rosa rossa;, non rinuncia alla sequenza costruita con mestiere e al dosato crescendo degli effetti. Però il romanzo non c'è, nel senso che il regista con il valido aiuto di Felisatti e con la consulenza di Renzo De Felice ha escluso rigorosamente i risvolti sensazionali e soprattutto i risvolti privati, sentimentali, famigliari, da pettegolezzo o da fumetto: i personaggi si attengono alla sostanza storica, cioè ad un copione ricavato esclusivamente da diari, memorie, relazioni, atti ufficiali, il tutto in una dimensione .austera, che se non esclude la tensione esclude in partenza le soluzioni plateali, e che punta sulla forza e sull'immediatezza della parola e del concetti; e qutndt glt attori non nonno morirò di debordare e si limitano con una sobria interpretazione a pronunciare battute che sono pertinenti ed essenziali in quanto sono vere. Opportunamente Giraldi movimenta la parte recitata con •interviste' dirette al protagonisti e con l'inserimento di brani di giornali Luce dalla retorica delirante pei ricreare dal vivo atmosfere e momenti di quegli anni. Il teatro-inchiesta è una formula discutibile? Sicuramente, e può essere anche molto rischiosa. Ma fatta così, funziona bene ed è un'efficace •lezione* di storia non dalla cattedra: (Inutile fronda cui si riferisce il titolo — un'opposizione dei tre gerarchi alla guerra, al nazisti e alle megalomanie di Mussolini, che tuttavia sino all'ultimo, sino al 25 luglio si è mascherata dietro un totale servile ossequio — viene fuori conamara evidenza e in tutto il suo squallore, tragedia dell'opportunismo e del cinismo ancora una volta giocata sulla pelle degli italiani. Ugo Bazzolan
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