La vecchia Roma stravolta dal post-moderno di Liliana Madeo

La vecchia Roma stravolta dal post-moderno Il week-end nel centro storico si trasforma in un pericoloso viaggio nel caos La vecchia Roma stravolta dal post-moderno Fast-food, insegne tutte uguali, sfoggio di alluminio anodizzato al posto dei negozi con le insegne antiche ROMA — L'intero centro storico congestionato, da Villa Borghese al Colosseo, da piazza del Popolo ai Lungotevere. E vigili urbani stravolti, clacson impazziti, fino a notte inoltrata, paninari rapaci, ingorghi stradali, traffico deviato, code Interminabili davanti all'appena inaugurato McDonald's di piazza di Spagna: il primo week-end della primavera 1986 ha assunto a Roma le dimensioni della data che verrà ricordata, come sintesi davvero memorabile di situazioni vecchie e nuove che nella capitale s'in^rppciano. . c - I grandi illustratori dell'Ottocento ci hanno rimandato lo stupore e l'emozione che suscitarono nella città avvenimenti come l'arrivo del primo omnibus a piazza del Popolo, o la sera che 1 lampioni stradali si accesero di luce elettrica, o quando si inaugurarono i concerti all'aperto In piazza Colonna, con la borghesia distribuita fra i tavolini sparsi sotto le colonne di palazzo Wedeklnd, 1 visi delle signore nascosti dietro i larghi ventagli e l'ombra dei cappelli, e i popolani appostati a curiosare sul fronte di via del Corso. . Ai nostri giorni l'Invasione del centro storico, la domenica, non è una novità. E da anni è incominciata la febbre del sabato sera, che assorda le piazze antiche, aggredisce i passanti con le moto di grossa cilindrata, catapulta dalla estrema periferia e dalla provincia eserciti di ragazzi con una voglia matta di fare baccano e bravate. Ma quest'urgenza di essere presenti e di disturbare chi presumibilmente ha regole di vita e di comportamento diverse ha assunto nel giorni scorsi un aspetto nuovo. La città è molto cambiata in questi ultimi anni. Chi ne è stato assente per qualche tempo e rientra, è sbalordito. Da via del Corso, via Frattina, in parte via Condotti, sono spariti i vecchi prestigiosi negozi, con le insegne antiche, gli scaffali di legno, le vetrine ricche di cose buone e selezionate. Nel giro di una notte sono stati smantellati locali che avevano una storia. Tra un sabato e una domenica sono nati un emporio di jeans, un affastellato di abiti casuals, una panineria. Adesso tutta questa zona è un immenso suck, con Insegne tutte uguali, Interni lustri, sfoggio di alluminio anodizzato, plexiglass, neon, colonne kltch, allusioni al postmoderno. Un grande patrimonio di testimonianze della vita e del commerciò della città è stato cancellato. Gli abitanti della periferia e dei paesi limitrofi che vengono a fare la passeggiata in centro, con i bambini per mano, trovano una realtà che è stata costruita apposta per. loro, snaturata, volgare. Il sabato pomeriggio anche i mezzi pubblici vengono dirottati da via del Corso, per non intralciare questo rito che non ha nessuna grazia e allegria. Le stazioni della metropolitana vomitano fiumane di giovani. La passeggiata é un corpo a corpo un po' torvo, in cui si mescolano giovanissimi, ragazzi di vita, famigliole. I monumenti non li guarda nessuno. Le piazze, la scalinata di Trinità dei Monti sono nascosti, coperti dalla folla. «Questo è un problema di ordine pubblico!* gemeva domenica un agente della polizia municipale, impotente davanti alla valanga umana che si precipitava da via Pinciana verso via Tomacelli. Venerdì sera, a piedi, per scendere da via Veneto a piazza di Spagna c'è voluta un'ora. Sabato la situazione ha incominciato a farsi più preoccupante. Era l'avvio della primavera a richiamare in strada la gente. C'erano le comitive di Pasqua, i gruppi delle gite scolastiche venuti da fuori ' Ròma„ ,q*,erftpo ¥ motorini e le motociclette che forzavano le zone " pédòriaiì',' 'e andavano in direzione vietata. Un'ubriacatura cui faceva da esca la presenza del nuovo regno del fast food aperto dagli americani a Roma e reclamizzato senza sosta dalle emittenti private. .Sembra che non abbiano mai mangiato* diceva un agente di polizia, domenica, quando il traffico lo si è dovuto deviare da via Tomacelli, creando a catena altri ingorghi, ritardi, nervosismi. Davanti alle vetrine del locale, due file: quelli in attesa di entrare da una parte, e quanti avevano consumato la loro esperienza «americana» in uscita dall'altra. All'Interno, per i semplici curiosi, c'era pocb da vedere attraverso la cortina di piante disposte davanti all'unica porta sbarrata] ' Per tutto il giorno, qui, curiosità e tenacia. Nelle "strade limitrofe si ammucchiavano, ai bordi, le lattine di bibite, i noccioli e le bucce dei frutti che ininterrottamente vengono ingurgitati dai giovani '86. Per tutti, quell'insegna di piazza di Spagna suonava come un faro, un richiamo da sirena. Liliana Madeo

Luoghi citati: Roma, Trinità