Il detenuto va a scuola di Remo Lugli

Il detenuto va ci scuola Un cronista visita il tormentato mondo delle carceri: Napoli e Alessandria Il detenuto va ci scuola In riva al Tanaro metà dei reclusi sono studenti: i corsi delle inedie, per geometri e quelli professionali - L'insegnamento e i laboratori artigiani a Poggioreale - Le due case penali, considerate «mediocri» e in via di riorganizzazione - La divisione per gruppi camorristi nella prigione napoletana DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Due esempi di carceri che il ministero di Grazia e Giustizia classifica •mediocri» : Poggloreale a Napoli, casa circondariale, cioè per detenuti in attesa di giudizio, e la casa di reclusione di Alessandria, per detenuti a condanna definitiva. Entrambi gli istituti risentono della vecchiezza: Poggioreale è dei primi del secolo, nato già imponente, otto grandi edifici a tre plani, affiancati, su un'area di 70 mila metri quadrati; Alessandria, della meta Ottocento, di dimensioni più ridotte e ideato da un architetto francese, Henry Labrouste, quello che disegnò la tomba di Napoleone. Sia nell'uno che nell'altro si sono eseguiti e si stanno eseguendo lavori di ristrutturazione. Come già si è visto per gli «scadenti» San Vittore a MI' lano e Sant'Antonio a Taran to, anche questi Istituti risen tono dell'affollamento, In mi' sura comunque enormemente maggiore Poggloreale dove la situazione è aggravata per la necessità di liberare 1 locali in via di trasformazione tanto che i nominali 1100 posti di capienza scendono al di sotto dei mille, mentre le presenze sono 2865, a volte oltre tremila. Già sul piano della densità Alessandria rispetto a Poggloreale si differenzia sostan zlalmente: la sua capienza è di 239 posti e 1 presenti raramente si avvicinano ai 300. A Poggloreale le celle, nate per una persona, ne ospitano tre, nelle stanze da tre posti ci sono sette detenuti, In quelle da cinque, quindici, ma si arriva anche a diciotto, venti. Nel reparti ancora da ristrutturare, ma tuttora abitati, queste camerate gremite di letti a castello, lunghe una decina di metri e larghe quattro, hanno al fondo uno stanzino lungo quanto la larghezza del vano con 11 water e un paio di lavelli. I muri di tutti questi locali di servizio nei vari plani, sono coperti da strati di muffe di diversi colo ri dovute alle attuali, recenti o remote perdite dei tubi interni. Negli edifici ristrutturati la situazione è migliorata, in quanto i tubi sono stati portati in colonne esterne al' l'edificio e 1 muri risanati. Ma gli spazi restano sostanzialmente quelli e identico l'affollamento. In queste camerate 1 detenuti vivono giorno e notte, tolte le ore d'aria. Su una po Dotazione carceraria di 2865 Individui, soltanto 300 lavorano nel servizi di Istituto. Anni fa esistevano tre grandi capannoni adibiti alle lavorazioni di una ditta appaltatrice, la Ticino: quell'area ora non fa più parte del carcere, è occupata dalla grande aula per i maxiprocessi. Dovrebbe essere l'amministrazione statale ad organizzare il lavoro interno e a raccogliere poi le commesse. «Di fatto non si lavora più perché — spiega il direttore Vito Siciliano — una dieta non ha convenienza a far lavorare persone che, non sorvegliate direttamente dai propri incaricati, rendono poco rispetto agli operai esternU. La vita nel carcere di Alessandria è totalmente diversa grazie innanzitutto alla differente struttura ambientale. La quasi totalità dei detenuti ha la propria cella provvista di brandina, armadietto, scrivania e stanzino del water, però senza finestra, prende aria dal corridoio attraverso il cancello. Questa cella serve unicamente per la notte: dalle 8 alle 20 1 carcerati stanno, suddivisi in modo che non si creino incompatibilità. In alcuni grandi refettori nel quali consumano anche 1 pasti e, se vogliono, si cucinano cibi aggiuntivi con l'ausilio di fornelli a gas. Ci sono poi laboratori — falegnameria, sartoria, calzoleria — nei quali una ottantina di detenuti eseguono lavori per conto della amministrazione carcerarla. Infine esistono le aule per lo studio. Il carcere di Alessandria si distingue in modo particolare per le scuole che, avviate trent'anni fa, sono andate via via assumendo importanza e fama nell'ambito carcerario. Oltre al corsi elementari, si tengono quelli per licenza media, uno per geometri, due professionali, a cura della Regione, per elettricista impiantista e per riparatore di computer. La metà dei carcerati di Alessandria sono studenti, ogni anno se ne diploma un gruppo, l'anno scorso tre sono stati promossi con sessanta sessantesimi. Dice il direttore Vincenzo Castoria: «Ci arrivano domande da tutta Italia da detenuti chei'vorrebbero essere trasferiti qui per poter studiare, purtroppo siamo costretti a respingerne molte per scarsità di spazio*. Carcere ambito, dunque, Alessandria, per i definitivi che devono scontare lunghe pene e desiderano sfruttare il tempo con lo studio. Tuttavia non mancano le lagnanze per le celle cieche, per l'Impianto di riscaldamento ad aria che, dicono, manda in giro una ventilazione mefiti ca, per il cortile angusto. La scuola in un carcere come Poggloreale, pur pre sente in varie forme, elemen tari, medie, corsi professionali, viene ad essere invece un fatto frammentario, che raramente porta qualche alunno ad una conclusione, n carcere giudiziario è per sua natura un porto di mare: 1 dete nuti arrivano in attesa di giudizio e poi ripartono. Ma anche il carcere di Poggloreale, pur con 1 suoi aspetti negativi per 11 grande affollamento e le molte celle inadeguate per un vivere decente, è desiderato e considerato da molti detenuti come una conquista. «La maggior parte dei carcerati —spiega 11 vicedirettore Stendardo — sono napoletani o campani, quindi preferiscono rimanere qui, anche se a disagio a causa della ressa, per poter essere vicini alla famiglia e ricevere tutte le visite possibili: Napoletani e campani, quindi per la maggior parte detenuti per reati inerenti la camorra e di conseguenza affiliati a una o all'altra delle due grandi «famiglie». Ecco un altro grosso problema per la gestione di un carcere come Poggloreale, Quando un detenuto camorrista entra In stato di arresto, pur non confessandosi appartenente a questo o a quel gruppo, manifesta il desiderio di essere internato in un determinato settore anziché nell'altro. Nell'edificio «Na¬ poli» ci sono, ad esemplo, 350 della Nuova Famiglia e nel Firenze» 550 della Nuova Camorra. *Non solo dobbiamo tenere ben distinti i due gruppi — dice il direttore — ma dobbiamo assegnare i loro colloqui in giorni diversi in modo che anche i famigliari non si incontrino onde evitare scontri, aggressioni'. Problemi che nel carcere di Alessandria non sussistono. Il numero dei colloqui è anche percentualmente più basso perché i detenuti stanno già scontando la pena, taluni sono qui da decenni, 1 loro rapporti con la famiglia si sono allentati. Anche 1 locali adibiti agli incontri sono diversi da quelli soliti: dete' nuti e congiunti sledono a un tavolo con quattro sedie, come in un bar. Ancora un parallelo tra 1 due istituti, che torna a svantaggio di Poggioreale a causa dell'affollamento. Mentre ad Alessandria gli agenti di custodia sono 142 contro una necessità di 180, nel carcere napoletano la differenza in meno è enorme: l'organico prevederebbe 800 agenti con 1 1100 detenuti della capienza e invece gli agenti sono appena 600 contro 2865 carcerati. «Questo significa non solo disagio, orari impossibili, giornate di riposo saltate — d* il direttore Siciliano — ma anche pericolosità continua, in ogni servigio*. Remo Lugli

Persone citate: Henry Labrouste, Stendardo, Vincenzo Castoria