La pista del cianuro arriva anche ad Aricò
La pista del cianuro arriva anche ad Aricò Il killer di Ambrosoli commerciava in insetticidi: potrebbe avere fornito il veleno al finanziere La pista del cianuro arriva anche ad Aricò MILANO — NegU ambienti della mala di New York lo chiamavano con molto rispetto 'Bill the Exterminator», Bill lo sterminatore, un soprannome che sembrava calzargli a pennello, per la durezza del carattere e l'audacia delle imprese. Stiamo parlando di William J. Aricò, l'Italo americano che nel luglio del 1979 uccise 11 liquidatore della Banca Privata Italiana, Giorgio Ambrosoli, sparandogli nel petto tre colpi di Magnum. Ma Aricò — che è morto qualche anno fa negli Stati Uniti durante un tentativo di evasione — era soprannominato -lo sterminatore» non per questa sua attività di killer, nota per altro soltanto a pochi Intimi e agli agenti dell'Fbi, bensì per un altro lavoro, quello che gli dava ufficialmente da vivere: egli era infatti rappresentante di insetticidi, prodotti per la disinfestazione di topi, blatte, scarafaggi e altri parassiti. Maneggiava e vendeva derivati dall'arsenico, bromuro di metile, fosfuro di idrogeno, e altri composti in grado di dar la morte agli ospiti poco graditi di case, ospedali, fabbriche e negozi. E, ovviamente, trattava anche i due composti del cianuro, quello di sodio e quello di potassio, 1 più micidiali di tutti. Aricò era uno sterminatore, dunque, ma di animali poco graditi all'uomo. Ora questa sua passata attività torna alla ribalta dopo che 11 suo ex cliente Michele Sindona è morto nel carcere di Voghera per avvelenamento. Escludendo' l'ipotesi dell'omicidio alla Pisciotta, come è possibile — si chièdono gli inquirenti — che Sindona sia riuscito a procurarsi in un carcere di massima sicurezza il veleno necessario per darsi la morte? Forse lo aveva con sé sin da quando fu arrestato a New York nel lontano 1980, nascosto In uria piega di un abito, oppure, a imitazione del gerarchi nazisti, inserito in una capsula dentale o in qualche parte del corpo. «/ due composti del cianuro, quello di sodio e quello di potassio, possono restare attivi per parecchi anni se custoditi in un contenitore chiuso, al riparo dall'umidità e dall'aria — afferma Clivlo Vezzani, tossicologo dell'istituto Denegarli -rr non perdono la loro efficacia e può bastare una dose di 50/100 milligrammi, vale a dire la punta di una spatola o di un cucchiaino, per uccidere immediatamente un uomo adulto anche a disturna di anni». Chi ingerisce la sostanza venefica cade colpito da un collasso istantaneo: il cianu¬ ro blocca infatti 11 processo respiratorio, in quanto impedisce lo scambio di ossigeno nei tessuti. Sindona avrebbe potuto dunque aver conservato 11 cianuro per molto tempo e averlo poi utilizzato quando intorno a lui si erano chiuse tutte le vie di uscita: condannato a 40 anni complessivi di carcere di qua e di là dell'Atlantico per le due bancarotte e poi all'ergastolo in Italia per un delitto ben più grave, l'assassinio di Ambrosoli, Sindona non aveva più alcuna speranza e di libertà e di riabilitazione morale dinanzi al grande pubblico, quello che per lui era il vero tribunale, Vi sono poi altri elementi che rendono suggestiva l'ipotesi dell'ultimo servizio reso dal killer di Ambrosoli al suo cliente. Stando alle prime indagini, Sindona ha inghiottito oltre 150 milligrammi di composto di cianuro, ed è riuscito a sopravvivere per due giorni, in agonia. Un composto al cianuro di recente produzione e assorbito in tali dosi non gli avrebbe concesso più di qualche secondo di vita. E ancora, i composti del cianuro sono praticamente scomparsi in questi ultimi anni dalla scena commerciale un po' in tutto il mondo, perché troppo pericolosi. Gianfranco Modolo
Luoghi citati: Italia, Milano, New York, Stati Uniti, Voghera
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