E in Sicilia ancora barricate di Francesco Santini

E in Sicilia ancora barricate E in Sicilia ancora barricate Altri 24 arresti e numerosi feriti dopo gli scontri nella Valle dei templi - Azioni coordinate degli abusivi hanno bloccato nella notte l'accesso ad Agrigento - Sono comparsi i passamontagna e i drappi verdi sul volto - Accerchiata dai dimostranti, la polizia ha dovuto sparare raffiche in aria OAL NOSTRO INVIATO AGRIGENTO — La tregua s'è spezzata nella sera, sulla strada per Gela e Siracusa, nel tratto dominato dal tempio di Giunone, alla periferia di Agrigento. La citta del templi è isolata. Ancora cariche e lacrimogeni, con squilli di tromba e sassalole. militari in divisa da campagna e autoblindo. Un pullman di turisti è stato respinto a sassate. Un'altra giornata drammatica, dal bilancio Incerto, con nuove durissime cariche della Celere di Padova: 24 gli arresti, dieci i contusi. Soltanto un ferito s'è presentato In ospedale: è Stefano Milioto, 38 anni, di Favara, uno dei centri dove la resistenza è più attiva. La polizia, accerchiata dai dimostranti, è stata costretta all'uso delle armi: alcuni colpi in aria di mltraglietta per intimidire la folla che s'era fatta minacciosa. Agrigento, nella notte, è irraggiungibile Sulle barricate sono comparsi 1 passamontagna e i fazzoletti verdi per mascherare i volti. Dice un funziona rio di polizia: «Questi uomini decisi a tuttb vengono da lontano: le frange più scalmanate non sono di Agrigento e di Favara. Si temono le infiltra«ioni più pericolose'. Favara innalza il drappo verde del popolo degli abusivi, ma la protesta s'addensa sui mille problemi della città che è senz'acqua: 40 mila abitanti riforniti per un'ora alla settimana, decisi a tutto. E a Favara 11 bilancio è grave : 22 arrestati con l'accusa di oltraggio e resistenza; tre feriti leggeri, un civile è ricoverato. Tutti dovranno rispondere di blocco stradale: sono rinchiusi nel carcere di San Vito, la folla si raccoglie attorno all'edificio presidiato dal blindati. Per sei l'accusa è più grave: il magistrato contesta loro il tentativo di ornicidio. Con un'auto si sono scagliati contro una pattu; glia di agentì?""* ■■"">■"*' 1 Favara è a dieci chilometri da Agrigento: Il sessanta per cento delle case è abusivo. I più accesi sono 1 .palazzinari», un gruppo di speculatori che l'altra sera ha messo a punto un plano per il blocco di Agrigento. E la protesta, a raggiera, s'è sviluppata all'alba, prima ancora che 1 sindaci di Vittoria, di Alcamo, di Bolognetta, di Marìneo, di Misilmeri e di Bagheria lasciassero l'Isola diretti a Roma per l'Incontro con il governo. Cariche e blocchi a Rat fadali, a Naro e a Canastra, in direzione di Caltanisetta. Il prefetto Vincenzo Tarsia ha mostrato determinazione e prontezza. Ma gli uomini delle barricate si sono battuti a lungo. Carcasse d'auto incendiate sulla provinciale, tronchi d'albero. n segnale è venuto sulla strada che verso il mare è dominata dal tempio della dea Giunone. Un camionista s'è presentato al grande svincolo per Gela e Siracusa e ha scaricato, al centro della carreggiata, il suo cassone di terra e calcinacci. S'è allontanato in fretta. Già venti uomini, con pale e badili, erano ad attenderlo. Hanno sistemato 11 materiale fino a costruire una piccola trincea. Era 11 via al vandalismo che il sindaco di Favara Nuova, Antonino Fresco, ha condannato imbracciando il megafono. Gli scontri più duri si sono avuti alle 10,30 del mattino. I rivoltosi hanno conquistato un chilometro d'asfalto. Alle cariche hanno risposto con 1 sassi, anche contro l turisti. Un manipolo di rivoltosi, passamontagna e fazzoletto verde sul viso, s'è spinto più avanti, in direzione del Villaggio Mose, un luogo di villeggiatura completamente abusivo. Ih pochi attimi è stata alzata una prima barricata. Hanno Imposto ai negozi di chiudere, agli uffici di serrare gli ingressi. Due vec¬ chie automobili sono andate in fiamme. Ogni materiale è servito per chiudere la carreggiata. Il reparto celere di Padova, i carabinieri del battaglione Mobile avanzano protetti dagli elmi, serrando gli scudi di plastica. Le donne e i bambini si sono fatti indietro. Nella fuga, un ragazzo è Investito. Gli uomini si sono asserragliati nell'attesa, decisi a resistere. Un blindato ha invertito la marcia in direzione della Valle dei Templi. Al ter¬ mine dell'azione sono stati fermati In dodici: Nella valle dominata dai templi e dal cemento la battaglia è andata avanti fino all'ora del pranzo. Una tregua s'è avuta alle 16 quando, con le prime notizie romane, confuse, imprecise, si diffondeva, purtroppo, la voce di un • no» determinato e deciso dal governo al popolo degli abusivi. Il sindaco Antonino Fresco s'affannava a spiegare: • Ci sono margini di trattativa, nulla è compromesso, ma si evitino gli incidenti'. Nessuno gli dà ascolto, la sua mediazione è respinta. Dal capoluogo siciliano si hanno notizie di nuovi scontri. Gli uòmini del cemento selvaggio si contrappongono allo Stato. Focolai sono segnalati a Gela e a Misilmeri. A Favara, che diventa l'epicentro della rivolta, nessuna mediazione è più possibile. Si dividono 1 partiti. Una contrapposizione decisa s'apre a Palermo, nella Sala d'Ercole, tra comunisti e democristiani. Ma il nodo più difficile è sull'abusivismo di necessità. Non si può invocare 11 bisogno e respingere l'oblazione dai palazzoni ad otto e dieci piani. L'ultimo scempio, nella Valle dei Templi, si difende con le barricate, senza ncan che attendere le decisioni della capitale. Francesco Santini Palermo. Gruppi di dimostranti manifestano in pia/za a Bagheria, uno dei centri della rivolta

Persone citate: Antonino Fresco, Stefano Milioto, Vincenzo Tarsia