C'è un giro di dollari da restare sbalorditi

C'è un giro di dollari da restare sbalorditi Tra sponsors, scuderie, organizzatori e piloti C'è un giro di dollari da restare sbalorditi Wo i DE' JANEIRO"—"Una girandola di miliardi. La Formula 1 è certamente uno sport ricco: guadagnano costruttori, organizzatori e piloti. Si parla di dollari a palate ed in effetti e vero. Persino chi rimane ai margini riesce a incassare cifre enormi. Niki Lauda, ad esempio, si è ritirato per la seconda volta perché gli conveniva di più stare a casa che non continuare a correre e rischiare. Due milioni e mezzo di dollari per consulenze e relazioni pubbliche, con la prospettiva di incassarne altri (tanti) per un eventuale terzo ritorno alle gare, magari con una vettura tutta Bmw. Un altro che da anni vive di rendita sulla fama conquistata nel mondo dei Grand Prix è l'astutissimo Jackie Stewart. Da buon scozzese, fra lavori per la tv americana, per la Goodyear e la Ford mette insieme ogni anno un mucchio di denaro. I costi dei teams sono elevatissimi, ma l'introito è proporzionale. La gestione di una vettura si aggira sui 3 miliardi di lire per stagione. Una scuderia come la McLaren può anche spendere 10 milioni di dollari in un anno, fra viaggi, costi del personale (una novantina di persone) e motori (che sono finanziati dalla Tag). II record della sponsorizza zione appartiene alla Williams, vera vetrina viaggiante. Il team inglese vanta fra i suoi finanziatori maggiori Canon. Honda, Mobil, lei (colosso della chimica), Denim. Questa squadra investe molto in tecnologie (possiede anche una galleria del vento), mentre i manager di altri complessi preferiscono castelli, jet personali, elicotteri. Per quanto riguarda i piloti le somme elevate sono all'ordine del giorno, ma riguardano solo i «top». Prost, Rosberg, Piquet e Senna, fra ingaggi e introiti di vario tipo, fanno parte del club dei sei miliardi l'anno. Poi vengono i corridori medio-alti, da 600 milioni ad un miliardo e mezzo, a seconda delle situazioni, Non mancano però condizioni opposte: molti piloti per t i , i i 0 r [trovare un posto^ono costretti a presentarsi alle squadre con una valigia piena di soldi, propri o degli sponsor. Si è visto allinizio della stagione come Cheever e Capelli siano stati •bruciati» all'ultimo momento da Streiff e Ghinzani in Tyrrell e Osella. Per gli organizzatori ci sono realtà diverse. Dipende dall'affluenza del pubblico e, come al solito, dalla pubblicità. Circuiti come Imola e Monza rendono a chi li gestisce, che poi può investire in migliorie o per finanziare altre gare. Il giro di affari di un Gran Premio può anche superare dieci miliardi. Altri autodromi invece sono falliti con debiti abissali. E capitato a Zandvoort, in Olanda, il cui Gran Premio è stato cancellato dal campionato mondiale. Generalmente la Foca (l'associazione dei costruttori) chiede un ingaggio che può variare dagli 800 ai 1500 milioni che vengono poi distribuiti alle varie squadre sotto forma di premi (in base ai risultati) e per sostenere le spese di trasporto e dei viaggi. Zandvoort non riusciva più a tenere il passo ed è stato tolto subito di mezzo. In F.1 domina la legge del dare e dell'avere. C'è chi si arricchisce in poco tempo e chi rovina fortune già accumula te. Ercole Colombo [

Luoghi citati: Monza, Olanda, Zandvoort