Salisburgo, il Festival di Pasqua compie 20 anni

Salisburgo, il Festival di Pasqua compie 20 anni Ieri sera apertura con il «Don Carlo» diretto da Karajan: alcuni concerti diretti da Chailly Salisburgo, il Festival di Pasqua compie 20 anni SALISBURGO — Il Festival pasquale di Salisburgo compie vent'anni. Ieri sera il suo ideatore ed assoluto protagonista, Herbert von Karajan, ha alzato la bacchetta nella Grosses Festsplelhaus per dirigere 11 Don Carlo di Verdi, nella versione in quattro atti già presentata al Festival estivo una decina d'anni fa. Queste interferenze tra le due manifestazioni si sono fatte sempre più frequenti per ragioni di bilancio che impongono alle due costosissime manifestazioni un'amministrazione particolarmente oculata. Il Festival pasquale si è riservato tuttavia, nel suoi vent'anni di vita, la rappresentazione delle opere di Wagner che hanno costituito 11 filo rosso della manifestazione. Fu La Valkirìa, nel 1967, ad aprire la serie completa della Tetralogia allestita in collabo¬ razione con lo scenografo SchneiderSiemssen e il costumista Wakhevitch : seguirono l'Oro dei Reno (1968), Sigfrido (1969) e il Crepuscolo degli dei (1970). In queste esecuzioni, consegnate tutte al disco, Karajan, direttore e regista degli spettacoli, ha fondato la propria nuova interpretazione wagneriana, trasportando il mito e gli eroi che lo popolano in una dimensione più umana. Prefiggendosi come condizione sine qua non la bellezza del suono vocale e strumentale, Karajan esalta in Wagner l'aspetto lirico, introspettivo, con esiti di rara sottigliezza emotiva e psicologica. Per contro, nelle sue esecuzioni vengono messi in sordina gli elementi più propriamente epici, il senso di straripante vitalismo che si sprigiona dalla Tetralogia e dall'impeto selvaggio di molte sue scene. Negli anni seguenti, Karajan ha proseguito nella sua esplorazione wagneriana con il Tristano (1972), i Maestri Cantori (1974), Lohengrin (1976) e l'indimenticabile Parsifal del 1980 cui segui, ancora, il Vascello fantasma nel 1982. L'erotismo cosmico del Tristano, il morboso decadentismo del Parsifal con i suoi slanci mistico-religiosi e, paradossalmente, anche la freschezza umoristica dei Maestri Cantori hanno segnato a parer nostro 1 vertici interpretativi di questa lunga frequentazione wagneriana. Parallelamente, in più o meno velata polemica con il gusto di Bayreuth e i suoi modernismi a van guardia tici, gli spettacoli di Karajan imboccarono sin dall'inizio la strada di una cautisslma modernità, talvolta non esente da cadute in un figurativismo abbastanza corrivo. Accanto a Wagner, 11 Festival pasquale di Salisburgo ha presentato Carmen, Il Trovatore, Fidello, Bohème e, quest'anno, offre al suo pubblico di affezionati, disposti a pagare cifre astronomiche, la ripresa del Don Carlo. Dall'anno scorso Karajan ha pensato di affidare un palo di concerti sinfonici ad un altro direttore: 11 prescelto per il Festival 1986 è Luciano Chailly che è già di casa a Salisburgo per avervi diretto l'ultima edizione del Macbeth al Festival estivo. Come sempre, ed è questa una caratteristica fondamentale degli Osterfestpiete, sarà a Salisburgo l'Orchestra Filarmonica di Berlino che sin dalla fondazione del Festival ne rappresenta l'ossatura portante. Paolo Gallatati

Luoghi citati: Berlino, Salisburgo