Il Ristretto in ebollizione di Renato Cantoni

Il Ristretto in ebollizione Il Ristretto in ebollizione I risparmiatori, a quanto pare, hanno rifatto pace col Mercato Ristretto. In due settimane l'indice Ibi ha guadagnato più del 25 per cento riportandosi al 1982. Forse i compratori hanno peccato un pochettino di entusiasmo perché in qualche caso gli spostamenti sono stati mossi più da motivi emozionali che da un freddo ragionamento, ma ormai in Borsa siamo abituati a un clima da vulcano in eruzione e guadagni del 20-30% in una sola riunione non sollevano quei clamori e quelle preoccupazioni che sorgerebbero certamente in tempi normali. E' stato ripetutamente detto che il comparto dei bancari era rimasto assai arretrato rispetto agli altri valori azionari e che le quotazioni di molti titoli erano ancora interessanti, come è facile desumere dai risultati dell'esercizio 1985 che sono stati pubblicati nelle ultime settimane. Dilagando il rialzo a macchia d'olio, gli operatori e gli investitori hanno effettuato concentrati interventi sui valori più conosciuti e il mercato è esploso. Dalle statistiche saltano all'occhio dati impressionanti: a Milano in una sola riunione sono stati denunciati scambi di diverse centinaia di migliaia di Credito Agrario Bresciano e di Banca di Legnano a prezzi in tensione; ma assai più clamoroso è stato il caso delle oltre 100.000 azioni della Banca Popolare di Novara che sono andate quasi certamente ad aggiungersi ad altri quantitativi incrociati direttamente dallo stesso istituto. Ai corsi attuali si può dire che la Popolare di Novara ha raggiunto un giusto equilibrio perché occorre tener presente che pochi anni orsono il suo capitale i stato addirittura raddoppiato mediante l'offerta in opzione di titoli a 10 mila lire. Fatti i debiti conti, il prezzo dei titoli «vecchi» corrisponde a circa 42.000 lire e la Banca capitalizza quasi 2 mila miliardi. II dividendo, pari a 800 lire per azione, rappresenta un reddito lordo di poco superiore al 3%. Un buon analista troverebbe eccessivo un ulteriore forte rialzo della quotazione ma probabilmente, se la tendenza borsistica non muterà, assisteremo ad altri vistosi sbalzi. Un ragionamento del genere può essere fatto per gli altri due «grandi» e cioè la Banca Popolare di Milano e la Popolare di Bergamo. Non vi è dubbio che i profitti derivanti dall'intermediazione si presentano più rilevanti di quelli registrati l'anno scorso nel settore bancario ma al mercato maggiore vi sono valori di questo tipo che sono ancora più interessanti. Nel frattempo sono in corso le pratiche per la quotazione di altre azien¬ de di credito, come la Banca Toscana, mentre il Banco di Chiavari e il Credito Commerciale stanno per effettuare il grande passo dal «ristretto» al listino ufficiale. I risparmiatori devono poi attendersi una serie di aumenti di capitale che, accolti diversi anni orsono con grande entusiasmo dal mercato, erano poi stati all'origine di cocenti delusioni. Per i bancari molto conta il rendimento e i risparmiatori faranno bene a considerare questo elemento prima di prendere qualche decisione. La rinnovata forza del Ristretto non deve poi far dimenticare il problema della sua ristrutturazione in quanto le anomalie denunciate negli anni scorsi sono ben lungi dall'essere risolte. Per le maggiori banche Popolari dovrebbe essere addirittura modificata la legge che molti anni fa dette origine agli istituti locali a forma cooperativa. Ora non è pensabile che grandi aziende di credito possano espandersi ancora senza la loro traformazione in Società per Azioni che toglierebbe i poteri, che oggi sono praticamente nelle mani dei dipèndenti, al momento delle nomine del consiglio di amministrazione. Potrebbero così entrare a far parte della grande Borsa eliminando in un sol colpo una serie di ostacoli. Renato Cantoni

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Novara