Caserta bianconera non si arrende a Roma

Caserta bianconera non si arrende a Roma BASKET Due coppe all'Italia, ma la seconda è ancora in bilico fra Banco e Girgi Caserta bianconera non si arrende a Roma DAL NOSTRO INVIATO • CASERTA — Centosettanta milioni d'incasso in due partite e l'applauso unanime di tutti i convenuti ad un'organizzazione esemplare non consolano Caserta dell'esito della sua settimana da capitale europea del basket. Passi per la sconfitta della Scardini nella finale di Coppa Korac col Barcellona: da queste parti i pesaresi non sono troppo amati fin dalla scazzottata dei playoff '85, quella che costò cinque giornate di squalifica a «Rombo» Silvester. E poi, in fondo, i colori della città di Caserta sono, vedi caso, blu e granata, anche se la società di basket si chiama Juventus, ha la maglia bianconera, ha un presidente juventino come Gianni Maggio e degli sponsor juventini di B riama come i fratelli Girgi. , Tutti costoro segneranno le date del 19 e del 20 marzo sull'album dei ricordi tristi: mercoledì sera hanno vissuto con rabbia, davanti al maxischermo di Castelmorrone, la brutta avventura di Platini e compagni nella loro Coppa; giovedì hanno bevuto dal vivo la loro sorsata di amaro calice nella finale d'andata della •Korac., quando Archibald Gilardi e Julio Alberto Rautins hanno finito di rovinare la festa bianconera (e anche nel vessillo del Banco ci sono il blu e il granata, insieme all'arancio) costringendo la Girgi a correre a lungo sull'orlo del burrone e comunque causandole infine un brutto capitombolo. «Peccato, abbiamo "dato" il meglio di noi, senza riuscire a "fare" il meglio di quel che sappiamo» riassumeva alla fine Oscar Schmidt, brasilero di sangue alemanno, sintetizzando la tristezza casertana per la mediocre esibizione tecnica e il sollievo per avere quantomeno limitato i danni con la grinta, la volontà, li- stinto di sopravvivenza. Quanto a Tanjevic, mai visto floscia tanto dimesso, prudente, rispettoso della parte di sconfitto: «Io ho sbagliato molto, fin dall'Impostazione della partita, fin dal primo quintetto, lasciando fuori Gentile e Dell'Agnello che poi non sono più riusciti a entrare nel vivo del gioco, il Banco non ha sbagliato niente, ha saputo reagire quando noi l'abbiamo ripreso e abbiamo commesso 11 nostro ulti¬ mo errore: quello di non capire che, recuperati venti punti, non serviva più forzare i tempi, occorreva rifiatare, riorganizzarsi, ricominciare da zero, senza fretta. Con la fretta non si combina mai niente. Oli arbitri? Loro hanno sbagliato poco, anche se hanno espulso Gentile per una sciocchezza, tanto per pareggiare l'espulsione di Flowers che aveva sputato parole e saliva addosso all'arbitro Inglese». Come per BarcellonaScavolini, comunque, la doppia chiave del risultato sta nel gap d'esperienza di Coppa a questo livello (buona o grande per Banco e Barca, scarsa o nulla per Pesaro e Caserta) e nella diversa efficienza a rimbalzo: i 64 palloni recuperati sotto canestro da Flowers, Polesello, Solfrini, dallo stesso Rautins sono stati un tesoro prezioso al cospetto del 37 miseri rimbalzi di Ricci (un handicap, checché ne dica Tanjevic) e compagni. Il Banco ha giocato forse la sua miglior partita dell'anno, certamente la prima nella quale tutti e sette i tuoi uomini utili hanno meritato più della sufficienza. La Coppa non l'ha ancora vinta, pero: Tanjevic adesso fa il rassegnato (•Ci resta solo 11 20% di chanotS'), ma 6 punti di margine non saranno una dote ricca per De Sisti, nella rivìncita di giovedì 27 all'Bur, se la Girgi sarà fedele alla sua immagine di squadra da trasferta. Due Coppe le ha comunque ormai conquistate il basket italiano, grazie anche alla terza vittoria europea della Primigi in Coppa Campioni donne. Si fa pari col bilancio dell'anno scorso (.Korac. al Simac e ancora Vicenza fra le ragazze), tamponando il rammarico di restare fuori ancora una volta dal party più prestigioso, quello dei •Campioni, del 3 aprile a Budapest. Gianni Menlchelli

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